Capitolo 110

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"Federico, capisci anche tu che così non può continuare, dobbiamo trovare una soluzione"

"Io ho provato ad esserti solo amico, ma non ci sono riuscito. Vorrei essere capace di essere semplicemente un amico come gli altri, ma quando siamo io e te da soli non riesco a resistere"

"Credo di aver trovato la soluzione al nostro problema"

"E sarebbe?"

"Io e te non dobbiamo essere amici, io e te dobbiamo essere come due sconosciuti. Almeno stando distanti eviteremo di fare danni e di farci del male"

"Forse hai ragione, dobbiamo stare lontani in modo da poter andare avanti da soli"

Mi alzo e vado verso la porta, afferro la maniglia e la apro.

"Credo che possiamo iniziare subito a stare lontani"

Mi si avvicina, sta per uscire quando torna indietro e mi guarda.

"Dimenticato qualcosa?"

"Quindi quello è stato il nostro ultimo bacio?"

Annuisco.

"Se solo lo avessi saputo lo avrei fatto durare un po' di più"

"Non potevi saperlo. Mi raccomando, non dimenticartene"

"Come potrei, sarà l'ultima cosa che mi rimane di noi"

"Oh ti voglio su di morale, non è morto nessuno. Abbiamo solamente preso la decisione giusta, quindi devi essere felice"

"Come posso essere felice senza di te?"

"Come facevi prima di conoscermi"

"Va bene, ciao Gioia"

"Addio Fede"

"Come addio?"

"Da adesso sarai o Federico o Chiesa"

"Quindi deduco che tu sarai Azzurra per me"

"Esatto"

"Allora addio Gioia, ci vediamo Azzurra"

"Addio Fede, ci si vede Federico"

Chiudo la porta, mi siedo sul pavimento e inizio a piangere.
È la cosa più dura che abbia mai dovuto fare in tutta la mia vita, preferirei farmi altri interventi piuttosto che rinunciare alla persona che amo, però era la cosa giusta da fare.
Vorrei rimanere chiusa qui dentro fino a domani, ma non posso, inizierebbero a farsi delle domande e Federico capirebbe che qualcosa non va.
Mi alzo sempre piangendo e finisco di prepararmi.
Per ultima cosa mi asciugo le lacrime con un fazzoletto e vado a prendere la maglietta di Fede che avevo rinchiuso nella valigia.
Ora con te che ci faccio?
Restituirti non se ne parla nemmeno, ma non ho intenzione di averti tra i piedi, mi sa che tornerai in valigia e verrai fuori solamente quando avrò davvero bisogno di te.
La ripongo nella valigia e scendo giù.
Oggi ho deciso che starò un po' con Jorginho ed Emerson, infatti vado verso di loro.

Gioia Azzurra: "Buongiorno meraviglie"

Jorginho: "Buongiorno raggio di sole"

Emerson: "Sei in ritardo"

Gioia Azzurra: "Quanto siamo fiscali oggi. Comunque lo so, mi stavo facendo la doccia"

Emerson: "Noto, i tuoi capelli sono bagnatissimi"

Gioia Azzurra: "Non ho avuto il tempo di asciugarli"

Jorginho: "Ma nessuno ti ha avvertito?"

Gioia Azzurra: "Di cosa?"

Emerson: "Sono tutti in ritardo di mezz'ora per un incidente lungo la strada"

Gioia Azzurra: "Quindi ho tutto il tempo di asciugarmi i capelli"

Jorginho: "Esattamente, vengo a darti una mano così facciamo più in fretta"

Gioia Azzurra: "Grazie Jorgi, tu Emerson vieni?"

Emerson: "Per sta volta passo, grazie"

Gioia Azzurra: "Ahahah"

Jorginho: "Chissà come mai non sono sorpreso"

Andiamo in camera, io mi siedo sul letto e Jorginho mi inizia a pettinare i capelli.

"Come stai?"

"Bene, tu?"

"Io bene. Tu sei sicura di stare bene? Ti vedo molto pallida"

"In realtà non sto bene, sono parecchio debole. Ieri sera sono svenuta solo per aver fatto una corsetta, mi sento senza forze. Anzi, mi sento proprio malata"

"Non puoi fare qualcosa per stare meglio?"

"Si"

"Cioè?"

"Torno a fare la chemioterapia"

"Sei seria?"

"Si"

Mi abbraccia.

"Sono contento che tu abbia deciso di lottare per la tua vita. Quando ricominci?"

"Penso settimana prossima. Il tempo di parlarne con tutti e prepararmi per il viaggio"

"Sono fiero di te. Non fraintendermi, mi mancherai un sacco, ma so che lo fai perché vuoi vivere e stare bene"

Lo guardo sorridendo, lui mi guarda e ricambia il sorriso.
Finisce di spazzolarmi i capelli e poi inizia ad asciugarli.

Un'Azzurra tra gli azzurriOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz