Capitolo 82

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Torno in camera e mi stendo sul letto.
Madonna, tra meno di 6 ore i ragazzi giocheranno la finale, sono più in ansia io di loro tra un po'.
Apro l'armadio e prendo la maglietta che mi hanno regalato i ragazzi, la metterò sta sera alla partita.
Bussano alla porta e vado ad aprire.

"Ciao Spina"

"Hey"

"Che ci fai qui?"

"Beh...non posso allenarmi"

"Ahahah hai ragione, ma pensavo che stessi a guardare gli altri"

"No, fa troppo freddo per stare lì fermo a guardarli"

"Sei in ansia per sta sera?"

"Si, ma non devo giocare io sta volta"

"Io ho già preparato la maglietta da mettermi"

"Vediamo"

Gli mostro la maglia.

"Te l'ha fatta fare Fede?"

"In realtà no, me l'hanno fatta fare Ciro, Lore, Andre e Marco"

"E il numero l'hanno messo di proposito immagino"

"Esattamente, hanno detto che è il numero giusto. Ci sto iniziando a credere"

"Visto come è andata sta mattina credo che i ragazzi abbiano proprio ragione"

"La tua gamba come sta?"

"Per ora bene, non sento troppo il cambio di clima"

"Lo sento io al posto tuo, non vedo l'ora di tornare a casa"

"Ti manca il sole?"

"Tantissimo"

"Speriamo di tornare vincitori"

"Certo che torneremo vincitori, l'Inghilterra non ha speranze contro l'Italia"

"Perché?"

"Perché l'Inghilterra è una squadra forte, ma l'Italia è una famiglia e la famiglia vince su tutto"

"Ci stai tirando una di quelle gufate secondo me"

"No, ti sei perso i miei pronostici"

"Cioè?"

"Prima di ogni partita i ragazzi mi chiedevano come sarebbe andata la partita. E indovina un po'...ci ho sempre azzeccato"

"Quindi sei tipo una veggente?"

"Ahahah non esagerare"

Il resto del pomeriggio lo passiamo insieme a chiacchierare, mi racconta di come ha preso l'infortunio e di come la sua famiglia gli è stata vicino.
Poco prima di cena ha fatto una videochiamata con sua moglie e mi ha presentato a lei e ai suoi figli.
Sono proprio una bella famiglia.
Stiamo andando allo stadio in pullman e io sono seduta affianco a Nicolò.

"Ci pensi che un mese fa non volevi dire a nessuno del tumore e cacciavi tutti dalla camera perché non ti vedessero la cicatrice?"

"Era troppo presto per dirvelo"

"Invece adesso ne parli più liberamente. Ti sei fidata di noi"

"Si, adesso so che a voi posso raccontare tutto"

"Grazie"

"Di cosa?"

"Di esserti fidata di me per primo. So di essere stato un grandissimo rompi palle, ma cercavo di farti fare la cosa migliore"

"Ci sei riuscito, essere sinceri è sempre la cosa migliore"

"Posso farti una domanda?"

"Dimmi tutto"

"Ora tra te e Fede cosa succederà?"

"Sinceramente non lo so. Lui fuori di qui ha una ragazza che lo sta aspettando, mentre io ho la chemioterapica che mi sta spettando. Credo che ognuno tornerà alla propria vita"

"Ma non potete, voi due vi amate"

"Non sempre le persone che si amano stanno assieme. Non siamo in un film, questa è la vita reale e nella vita reale a volte amarsi non basta"

"Non ci credo che tu la pensi così, dai. Siete letteralmente fatti l'uno per l'altra, come potete tornare alle vostre vite facendo finta di nulla? Facendo finta di non aver trovato la propria persona?"

"Nicolò ora stai esagerando. Federico ha già una persona e quella persona è Benedetta"

"E questo lui lo sa?"

"Che la sua persona é Benedetta?"

"No, che hai già deciso che tra di voi non ci può essere nulla al di fuori di qui"

"Non ne abbiamo ancora parlato, sta mattina stava per dirmi qualcosa, ma poi l'ho zittito e lui mi ha baciato"

"Prevedo un bel casino nei prossimi giorni"

"Non ci voglio pensare adesso"

Mi giro verso il finestrino, dando le spalle a Nicolò, e guardo fuori.
Il paesaggio che mi si presenta è sui toni del grigio, esaltati dalla presenza della pioggia.

Un'Azzurra tra gli azzurriWhere stories live. Discover now