CAPITOLO 195

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<<Si! Devi parlarmi,devi dirmi cosa cavolo è successo laggiù!>> continuo,indicando la finestra.

Stringe i pugni lungo i fianchi. <<Porca puttana,Carmen! Devi sempre insistere! Ti ho detto di restare nella mia stanza-te l'ho ripetuto più volte-e tu che cazzo fai? Non mi dai retta,come al solito! Perché è tanto difficile starmi a sentire?>> grida.
Sferra un pugno al comò,incrinando il legno.

<<Perché,Irama,tu non hai il diritto di darmi ordini dalla mattina alla sera!>>

<<Non ti do ordini. Cercavo di tenerti lontana da cose come quella che è appena successa. Ti avevo avvertita che quelle persone erano pericolose,e tu invece ti sei messa a parlare con Lorenzo e ti sei offerta volontaria per il gioco! Ma che cazzo ti è passato per la testa?>>
Gli si rendono così tanto le vene del collo che ho paura che esplodano.

<<Non sapevo che gioco fosse!>>

<<Sapevi che non volevo che giocassi,e l'unico motivo per cui hai deciso di partecipare è che qualcuno ha fatto il nome di Emma. Per via di questa assurda ossessione che hai per lei!>>

<<Scusa? Assurda ossessione,dici? Forse non mi piace che il mio ragazzo andasse a letto con lei!>> Ho le guance in fiamme. La gelosia e l'astio che provo per Emma sono un po' eccessivi,forse,ma Irama ha tentato di strozzare un ragazzo solo perché mi aveva quasi baciata.

<<Bè,mi spiace dovertelo dire,ma se hai un problema con tutte le tipe che mi sono fatto,sarà meglio che cambi università.>>
Resto sbigottita. <<Non hai avuto niente da ridire sulle ragazze che erano là fuori>>,soggiunge.

Vado nel panico. <<Quali ragazze?>> Mi si mozza il fiato. <<Quelle che giocavano con noi?>>

<<Si,è praticamente tutte le ragazze che sono a questa festa.>> Mi fissa senza tradire alcuna emozione.

Cerco qualcosa da dire,ma non trovo le parole. Il fatto che Irama sia andato a letto con tutte e tre quelle ragazze,e in pratica con l'intera popolazione studentesca femminile dell'Università,mi dà la nausea. E la cosa peggiore è che me lo ha rinfacciato in questo modo. Devo sembrare così stupida,a stargli appiccicata,quando tutti sanno che sono una delle tante. Lo sapevo che si sarebbe arrabbiato,ma questo è un colpo basso anche per lui. Mi sembra di essere tornata al nostro primo incontro,quando cercava in tutti i modi di farmi piangere.

<<Che c'è? Ti stupisci? Non dovresti>>,conclude.

<<No.>> Infatti non sono stupita,neanche un po'. Sono ferita. Non per il suo passato,ma per il modo in cui mi ha trattata,spinto dalla rabbia. L'ha detto in quel modo solo per farmi male. Batto le palpebre per non piangere,ma le lacrime escono lo stesso. Gli volto le spalle.

<<Vattene>>,dice,andando alla porta.

<<Cosa?>> esclamo,girandomi verso di lui.

<<Vattene e basta,Carmen.>>

<<E dove?>>

Non mi guarda. <<Torna al dormitorio...non lo so...ma non puoi restare qui.>>

Il dolore che sento nel petto aumenta a ogni secondo di silenzio che passa tra noi. Vorrei scongiurarlo di lasciarmi restare,pretendere che mi spieghi perché ha reagito in quel modo,ma sono troppo umiliata dalla freddezza con cui mi sta cacciando. Prendo la borsa dal letto e la metto in spalla. Quando arrivò alla porta mi giro a guardarlo e spero che mi chieda scusa o cambi idea,ma lui si volta verso la finestra e mi ignora completamente. Non so come tornare al dormitorio,dato che siamo venuti con la sua macchina con l'intenzione di passare la notte insieme. Non ricordo l'ultima volta che ho dormito da sola nella mia stanza,e il pensiero mi innervosisce.
In fondo alle scale mi sento tirare per il retro della felpa,e mi giro trattenendo il fiato e pregando in silenzio che non sia Lorenzo o Andreas.

È Irama. <<Torna di sopra>>,dice,con gli occhi rossi e la disperazione nella voce.

<<Perché? Mi hai chiesto di andarmene.>> Fisso il muro dietro di lui.

Sospira,mi prende la borsa e torna su per le scale. Valuto di andarmene ugualmente,senza borsa,ma è stata proprio la mia testardaggine a cacciarmi in questo guaio.
Sbuffo e lo seguo in camera. Chiude la porta,si gira e mi mette con le spalle al muro.

Mi guarda negli occhi. <<Mi dispiace.>>
Spinge i fianchi contro i miei e appoggia una mano sulla porta accanto alla mia testa per non farmi muovere.

<<Anche a me.>>

~MI DROGHERÓ DI TE.~  \\IRARMEN\\Where stories live. Discover now