CAPITOLO 189

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<<Non mi importa di quanto guadagni,non mi piace l'idea che paghi tutto tu.>>

<<Puoi pagare l'abbonamento alla tv via cavo,se vuoi.>>

<<E la spesa...>>,propongo. Non so più se ne stiamo parlando in via ipotetica o no.

<<Affare fatto. Se fai tu la spesa...potresti prepararmi la cena ogni sera.>>

<<Scusa? Il contrario,casomai.>>,ribatto ridendo.

<<Una sera io e una sera tu?>>

<<Ci sto.>>

<<Allora vieni a vivere con me?>> Non penso di aver mai visto un sorriso più largo sul suo viso perfetto.

<<Non ho detto che ci vengo,stavo solo...>>

<<Sai che mi prenderò cura di te,vero? Sempre.>>

Non voglio che si prenda cura di me: voglio guadagnarmi ciò che possiedo e pagare la mia parte,ma ho l'impressione che non si riferisca solo ai soldi.

<<Ho paura che sia troppo bello per essere vero>>,ammetto infine,a lui e a me stessa.

<<Anch'io>>,risponde. Mi sorprende,ma è un sollievo che la pensi come me. <<Ci penso in continuazione. Tu sei troppo per me,e da un giorno all'altro te ne renderai conto,ma spero che tu non lo capisca mai>>,ammette continuando a guardare la strada.

<<Non succederà>>,replico convinta.
Non risponde.
<<Okay>>,dico per spezzare il silenzio.

<<Okay cosa?>>

<<Vengo a vivere con te.>> Sorrido.

Fa un lungo sospiro liberatorio. <<Sul
serio?>> Sorride.

<<Sul serio.>>

<<Non hai idea di quanto mi fai felice,Carmela.>> Mi stringe forte la mano mentre svolta nella strada di casa sua. Lo stiamo facendo davvero: stiamo andando a vivere insieme. Io e Irama. Da soli. In una casa tutta nostra. Il nostro letto. Il nostro tutto. Sono terrorizzata,ma l'entusiasmo ha la meglio sul nervosismo,almeno per il momento.

<<Non chiamarmi Carmela,o cambierò idea.>>

<<Hai detto che solo i parenti e gli amici possono chiamarti Carmi.>>

Se lo ricorda? Credo di averglielo detto appena l'ho conosciuto.
Sorrido. <<Non hai tutti i torti. Chiamami pure come vuoi.>>

<<Oh,piccola,non direi così se fossi in te. Ho una lunga lista di nomignoli piuttosto indecenti da affibbiarti>>

Vorrei tanto sentirli,ma non è meglio indagare oltre. Stringo le gambe. Dev'essersene accorto,perché il suo sorriso si allarga. Sto per dirgli che è un gran pervertito,ma le parole mi restano in gola. Avvicinandoci alla casa vediamo il giardino pieno di gente e la strada ingombra di macchine parcheggiate.

<<Porca miseria,non sapevo che stasera ci fosse una festa. È martedì,cazzo. Vedi,è per questo che non voglio più...>>

<<Non fa niente,possiamo andare subito in camera tua>>,lo interrompo,cercando di calmarlo.

<<E va bene>>,sospira.

Entriamo in casa e filiamo dirti al piano di sopra. Proprio quando penso di essere riuscita a non incontrare nessuno che conosco,vedo una testa marrone sul pianerottolo del primo piano. Lorenzo.

~MI DROGHERÓ DI TE.~  \\IRARMEN\\Where stories live. Discover now