CAPITOLO 109

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Il viaggio in macchina è imbarazzante. Tengo i vestiti in grembo e guardò fuori dal finestrino,aspettando che Irama spezzi il silenzio che alleggia tra di noi. Non accenna parlare,perciò tiro fuori dalla borsa il telefono. È spento: dev'essersi scaricata la batteria. Cerco di accenderlo lo stesso e lo schermo si illumina. Scopro con sollievo che non ci sono messaggi. L'unico rumore è il tintinnio leggero della pioggia e il fruscio dei tergicristalli.
<<Sei ancora arrabbiata?>> mi chiede quando arriviamo al campus.
<<No.>> Non sono arrabbiata,solo ferita.
<<A me sembra proprio di sì. Non fare la bambina.>>
<<Non faccio la bambina. Non me ne importa niente se vuoi mollarmi per andare a farti Emma.>> Le parole mi escono di bocca prima che possa fermarle. Quando lo immagino insieme a Emma mi viene la nausea. È più cos'ha tanto di speciale quella ragazza? I capelli biondi? I tatuaggi?
<<Non è da lei che sto andando. Non che siano affari tuoi>>,sbotta.
<<Bè,sei corso a rispondere al telefono mentre stavo per...insomma,lo sai>>,mormoro. Facevo meglio a stare zitta. Non voglio litigare lui proprio ora,sopratutto dato che non so quando lo rivedrò. Vorrei proprio che non si fosse ritirato dal corso di letteratura.
<<Non è come pensi,Carmela.>>
Ah,siamo tornati a "Carmela"?
<<Davvero? A me pare di sì. Non che me ne freghi più di tanto,comunque. Sapevo che non sarebbe durata>>,ammetto infine,a lui e a me stessa. Il motivo per cui non volevo andarmene da casa di suo padre è che sapevo che,una volta rimasti da soli,saremmo tornati a questo. Finisce sempre così.
<<Cosa non sarebbe durata?>>
<<Questo...Noi. Tu che mi tratti con rispetto.>> Non oso guardarlo: è guardarlo che mi distrugge,ogni santa volta.
<<E allora? Hai intenzione di evitarmi per un'altra settimana? Sappiamo entrambi che il prossimo weekend sarai di nuovo nel mio letto.>> No,non può averlo detto davvero.
<<Scusa?>>,grido. Non ho parole. Nessuno mi aveva mai parlato in questo modo,nessuno mi aveva mai mancato così tanto di rispetto. Sono sul punto di piangere. Nel frattempo ha fermato la macchina,e prima che possa rispondermi prendo le mie cose,scendo di corsa e mi metto a correre verso la mia stanza. Imbocco la scorciatoia per il prato: l'erba è fradicia e mi maledico per non aver scelto il marciapiede,ma l'importante è allontanarmi il più possibile da Irama. Quando ha detto che mi voleva,intendeva solo il mio corpo. Lo sapevo già,ma averne la conferma è doloroso.
<<Carmen!>> mi chiama. Una delle scarpe con il tacco di Nicole cade a terra,ma non mi fermo a raccoglierla. Gliene comprerò un altro paio.
<<Accidenti,Carmen,fermati!>> Non mi aspettavo che mi avrebbe seguito. Affretto il passo è finalmente arrivò al dormitorio. Quando raggiungo la mia stanza ormai sto piangendo a dirotto. Spalanco la porta,poi la sbatto alle mie spalle. Le lacrime si mescolano alla pioggia. Mi giro per cercare un asciugamano...E resto esterrefatta quando vedo Filippo seduto sul mio letto.
Oddio,non adesso. Irama entrerà da un momento all'altro.
Filippo si alza e mi corre incontro. <<Carmen,cosa succede? Dove sei
stata?>> Fa per posarmi una mano sulla guancia,ma io giro la testa. Mi guarda amareggiato.
<<Io...Mi dispiace tanto,Filippo>>,biascico tra le lacrime. In quel momento Irama si precipita nella stanza. Filippo incrocia il suo sguardo e,dopo un attimo di sbigottimento,stinge gli occhi. Arretra da me con un'espressione inorridita. Irama mi lancia la scarpa con il tacco che mi era caduta e viene verso di me,senza dare l'impressione di aver notato la presenza di Filippo.
<<Non volevo dire quello che ho appena detto.>> Filippo mi guarda e,con l'odio nella voce,esclama: <<È lì che sei stata? Hai passato la notte con lui? Quei vestiti sono suoi? Ho cercato di chiamarti e scriverti per tutta la notte e tutta la mattina: ti ho lasciato un infinità di messaggi in segreteria. E tu eri con lui?>>
<<Cosa? Io...>> inizio,ma poi mi giro verso Irama. <<Sei stato tu,vero? Hai cancellato i messaggi dal mio telefono!>> grido. La testa mi dice che devo rispondere a Filippo,ma il mio cuore è concentrato su Irama. <<Si...sono stato io>>,ammette.
<<Ma come ti viene in mente? Tu puoi rispondere alle chiamate di Emma,ma cancelli i messaggi del mio ragazzo?>>
Rabbrividisce a quelle parole,"il mio ragazzo". <<Come osi fare giochetti con me,Irama?!>> strillo,e ricomincio a singhiozzare. Filippo mi afferra per il polso e mi fa girare verso di lui. Irama si fa avanti e lo spintona all'indietro. <<Non toccarla>>,ringhia. Non sta succedendo davvero. Vedo volgersi davanti a me la trama di una telenovela.

~MI DROGHERÓ DI TE.~  \\IRARMEN\\Where stories live. Discover now