CAPITOLO 16

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Il mio sguardo si posa immediatamente sulle mensole di libri che coprono una delle pareti. Questo mi tira su,e vado subito a curiosare tra i titoli. È una bella biblioteca:ci sono molti classici,compresi tutti i miei preferiti. Trovo Cime tempestose e lo tiro fuori: è malandato,la rilegatura sta per cedere,si vede che è stato letto molte volte. Sono così persa nelle parole di Emily Brontë che non mi accorgo neppure della porta che si apre,nè della presenza di una terza persona nella stanza.
<<Che cavolo ci fai nella mia stanza?>> tuona una voce alle mie spalle.
Ormai conosco quell'accento. Irama.
<<Ti ho chiesto cosa ci fai nella mia stanza>>,ripete con lo stesso tono acido. Mi giro e lo vedo venire verso di me. Mi strappa il libro di mano e lo ripone sullo scaffale.
Sono confusa:pensavo che la festa non potesse peggiorare,e invece eccomi qua,beccata a ficcanasare nella roba di Irama. <<Allora?>>
<<Simone mi ha detto di portare qui Nicole...>> rispondo con un filo di voce. Lui fa un altro passo avanti. <<Ha bevuto troppo,e Simone ha detto...>> aggiungo indicandogli il letto.
<<Ho sentito quello che hai detto.>> Si passa una mano tra i capelli spettinati,chiaramente a disagio. Perché gli da tanto fastidio che siamo nella sua stanza? Aspetta...
<<Ma tu sei iscritto a questa confraternita?>> gli chiedo. Non riesco a nascondere lo stupore: Irama è molto diverso da come immaginavo i ragazzi delle confraternite.
<<Si,e allora?>> ribatte avvicinandosi di un altro passo. Ormai c'è meno di mezzo metro tra di noi,e quando tento di indietreggiare urto la libreria.
<<La cosa ti stupisce,Carmela?>>
<<Smettila di chiamarmi Carmela.>> Mi ha messo all'angolo.
<<È il tuo nome,no?>> ghigna,un po' più disteso.
Sospiro e gli do le spalle,girandomi verso i libri. Non so dove andare,ma devo allontanarmi da lui prima di prenderlo a schiaffi. O di scoppiare a piangere. È stata una giornata lunga,quindi probabilmente scoppierei in lacrime prima di schiaffeggiarlo. Mi volto e oltrepasso.
<<Non può restare qui>>,dice.
<<Perché no? Pensavo foste amici.>>
<<Si,ma nessuno può restare nella mia stanza.>> Incrocia le braccia sul petto,e per la prima volta da quando lo conosco capisco cosa raffigura uno dei suoi tatuaggi. È un fiore,proprio al centro dell'avambraccio. Irama,con un fiore tatuato? Il disegno nero e grigio da questa distanza si direbbe una rosa,ma intorno c'è qualcos'altro che lo incupisce.
Sono così irritata che riesco a ribattere: <<Ah...ho capito,quindi solo le ragazze che ti baciano possono entrare nella tua stanza?>> Il suo sorriso si allarga.
<<Quella non era la mia stanza. Però se stai cercando di dire che vuoi baciarmi,scusa ma non sei il mio tipo.>>
Non so perché,ma quelle parole mi feriscono. Irama non è affatto il mio tipo,eppure non glielo direi mai in faccia.
<<Tu....tu sei...>>Non trovo le parole per esprimere il mio fastidio verso di lui.
<<Bè...allora portala in un'altra stanza,io me ne torno in dormitorio>>,dico,e me ne vado.
Mentre mi sbatto la porta alle spalle,più forte persino del rumore della festa,lo sento esclamare in tono beffardo:
<< Buonanotte Carmela>>.

~MI DROGHERÓ DI TE.~  \\IRARMEN\\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora