CAPITOLO 162

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Irama sbatte la porta della sua camera mentre io arrivo in cima alle scale. Giro la maniglia,aspettandomi che sia chiusa a chiave,invece si apre.
<<Irama,tutto a posto?>> chiedo,dato che non mi viene in mente niente di meglio.
Come risposta,lui prende l'about-jour e la scaglia contro il muro. La base di vetro va in frantumi. Balzo all'indietro e mi scappa un piccolo strillo. Lui va alla scrivania,strappa via la tastiera dal computer e la getta alle sue spalle.
<<Irama,smettila!>> grido.
Non mi guarda,butta a terra il monitor e sbraita: <<Perché? Perché,Carmen? Non è che non può permettersi un computer nuovo,quello stronzo!>>
<<Hai ragione>>,concedo,e pesto la tastiera,schiacciandola ancora di più.
<<Cosa? Che stai facendo?>> mi chiede. La raccolgo e la lascio ricadere a terra. Non so bene cosa sto facendo,ma la tastiera è già rotta e al momento mi sembra la cosa migliore da fare. <<Ti aiuto>>,gli dico,e nei suoi occhi la rabbia lascia il posto a un attimo di confusione e poi a uno sguardo divertito. Raccolgo il monitor e lo scaravento a terra. Lui si avvicina con un sorrisetto sulle labbra mentre lo raccolgo di nuovo,mi ferma e me lo toglie dalle mani posandolo sulla scrivania.
<<Non sei arrabbiata con me perché ho gridato in quel modo a mio padre?>> mi domanda prendendomi il viso tra le mani e accarezzandomi le guance con i pollici. I suoi occhi azzurri sono fissi nei miei.
<<No,hai tutto il diritto di dire cosa pensi. Non mi arrabbierei mai per una cosa del genere.>> Ha appena litigato con suo padre,e ha paura che io ce l'abbia con lui? <<A meno che tu dica cattiverie senza motivo,naturalmente,e non è questo il caso.>>
<<Wow...>> fa lui.
Ma la breve distanza che separa le nostre labbra mi tenta troppo. Mi faccio avanti e lui schiude la bocca. Lo bacio con trasporto,affondando le dita tra i suoi capelli. Sento la rabbia scivolare via da lui come una marea che si ritrae. Mi fa girare con le spalle alla scrivania,mi prende per i fianchi e mi ci fa sedere sopra. L'idea di essere ciò di cui Irama ha bisogno mi fa sentire necessaria,più solida: una presenza irrinunciabile nella sua vita. Continuiamo a baciarci e lui si piazza tra le mie gambe.
<<Più vicino>>,mormora sulla mia bocca. Mi prende per il retro delle ginocchia e mi tira sul bordo della scrivania. Ma quando gli poso una mano sui jeans smette di baciarmi.
<<Cosa?...>> mi guarda perplesso. Deve credermi pazza: prima vengo qui e lo aiuto a spaccare tutto,e ora cerco di spogliarlo. E forse è vero,sono pazza. Ma in questo momento non importa. L'importante è il chiaro di luna che si riflette sulla curva della sua spalla,la sua mano che mi regge la guancia come se fossi fragile,la stessa mano che pochi minuti fa stava mettendo a soqquadro la stanza. Gli rispondo senza parole,cingendogli i fianchi con le gambe e tirandolo a me.
<<Pensavo che fossi venuta a rimproverarmi>>,sorride,posando la fronte sulla mia.
<<Ti sbagliavi.>>,gli dico con un sorriso soddisfatto:
<<Di grosso. Non voglio tornare al piano di sotto,per stasera.>>
<<Va bene,non sei tenuto a farlo.>>
Si rilassa e inizia a baciarmi sul collo. Mi stupisco della facilità con cui sono riuscita a calmarlo: mi aspettavo che mi insultasse,che cercasse di cacciarmi dalla stanza,e invece eccolo,appoggiato a me. È chiaro che si sta sforzando di portare avanti la nostra storia al meglio delle sue possibilità,nonostante gli sbalzi d'umore.
<<Ti amo.>> Sento muoversi le sue labbra sul mio collo: sta sorridendo.
<<Ti amo>>,risponde.
<<Vuoi che ne parliamo?>> chiedo,e lui scuote la testa. <<Vuoi vedere un film,allora? Qualcosa di comico,magari?>>
Dopo una lunga pausa,si gira verso il letto. <<Hai portato il tuo computer?>> Annuisco.
<<Guardiamo di nuovo La memoria del cuore.>> Scoppio a ridere. <<Il film che disprezzi?>>
<<Si...bè,disprezzare è un po' eccessivo. Dico solo che è una storia d'amore sdolcinata è mediocre.>>
<<Allora perché vuoi guardarlo?>>
<<Perché voglio guardare te che lo guardi>>,risponde,pensieroso. Ricordo che l'altra volta mi ha osservata per tutto il tempo,mentre vedevamo il film. Sembra passato un secolo da quella sera. Allora non avevo idea di cosa sarebbe successo tra noi due. Non avrei mai immaginato che saremmo arrivati a questo. Il mio sorriso è la risposta di cui ha bisogno: mi prende in braccio e mi porta al letto. Si accoccola accanto a me e rimane a fissarmi mentre guardo il film. A metà inizio a sentire le palpebre pesanti,e con uno sbadiglio dico: <<Mi sta venendo sonno.>>
<<Non ti perdi granché,muoiono entrambi.>>
Gli do una gomitata. <<Tu hai dei problemi.>>
<<E tu sei adorabile quando hai sonno.>> Chiude il computer e mi trascina verso il cuscino.
<<E tu sei stranamente dolce,quando io ho sonno.>>
<<No,lo sono perché ti amo.>>
Vado in brodo di giuggiole. <<Dormi,bellissima.>> Mi dà un bacio sulla fronte. Sono troppo stanca per chiedergli altro.

~MI DROGHERÓ DI TE.~  \\IRARMEN\\Where stories live. Discover now