CAPITOLO 187

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Quando arriviamo in camera mi lasciò cadere sul letto. Sono ancora arrabbiata con Irama,ma non quanto prima. Non voglio attirare l'attenzione di Lorenzo più del necessario,ma conoscerlo mi ha fatto sorgere nuove domande a cui so che Irama non vorrebbe rispondere.

<<Mi dispiace davvero,non volevo ferire i tuoi sentimenti>>,dice.

Evito di guardarlo,perché se lo guardassi mi passerebbe la rabbia,invece voglio fargli capire che non tollero più questi comportamenti.

<<Mi...mi vuoi ancora?>> chiede con voce tremante.

Quando finalmente mi giro verso di lui,vedo tutta la sua vulnerabilità. Sospiro: è impossibile restare arrabbiata con lui.

<<Si,certo che ti voglio. Vieni qui.>> Gli faccio cenno di sedersi sul letto. Con quest'uomo non ho la minima forza di volontà.
<<Mi consideri la tua ragazza?>> gli domandò mentre si siede.

<<Si. Insomma,mi sembra un po' stupido chiamarti così.>>

<<Stupido?>> mi rosicchio le guance,una brutta abitudine di cui devo ancora liberarmi.

<<Tu per me sei più di un'etichetta da adolescenti.>> Posa le mani sulle mie guance. Ho un tuffo al cuore e non riesco a non sorridere. Lui rilassa subito le spalle.

<<Non mi piace che tu non voglia farlo sapere a tutti. Come possiamo andare a convivere se non vuoi neanche dire ai tuoi amici che stiamo insieme?>>

<<Non è questo. Vuoi che telefoni a Fede e glielo dica subito? Semmai sei tu quella che dovrebbe vergognarsi di stare con me. Lo vedo anch'io come ci guarda la gente.>>,dice.

Quindi si è accorto degli sguardi delle altre persone.

<<Ci fissano solo perché siamo molto diversi l'uni dall'altra,ma questo non è un problema loro. Non mi vergognerei mai di farmi vedere con te. Mai,Irama.>>

<<Mi stavo preoccupando,pensavo che tu stessi per arrenderti.>>

<<Arrendermi?>>

<<Sei l'unica costante nella mia vita,lo sai vero? Non so cosa farei se mi lasciassi.>>

<<Non ti lascerò se non me ne farai motivo>>,lo rassicuro,ma non riesco proprio a immaginare cosa potrebbe spingermi a lasciarlo. Sono troppo innamorata. Il pensiero di lasciarlo mi provoca un dolore lancinante in tutto il corpo. Mi distruggerebbe. Lo amo,anche se litighiamo ogni giorno.

<<Non te ne darò.>> Disoglie lo sguardo per un momento,poi torna a fissarmi. <<Mi piace la persona che sono con te.>>

<<Piace anche a me,quella persona.>>

Lo amo,amo ogni parte di lui. Tutte le versioni. Ma in particolare mi piace ciò che sono diventata con lui: ci siamo trasformati a vicenda,e in meglio. Sono riuscita a farli aprire e gli ho donato la felicità,e lui mi ha insegnato a vivere senza preoccuparmi di ogni dettaglio.

<<So che a volte ti faccio arrabbiare...bè,spesso,e tu mi fai ammattire.>>

<<Bè...grazie>>

<<Solo perché litighiamo non vuol dire che non possiamo stare insieme. Tutte le coppie litigano.>> Sorride. <<Noi litighiamo un po' più della media,magari. Siamo persone molto diverse,quindi dobbiamo capire come prenderci. Con il tempo diventerà più facile>>,mi assicura.

<<Non abbiamo ancora comprato i vestiti per il matrimonio.>>,gli faccio notare.

<<Oh,maledizione,vorrà dire che non ci possiamo andare>>,ironizza.

<<Ti piacerebbe. È solo Martedì,abbiamo tutta la settimana.>>

<<Oppure possiamo passare il weekend a Londra,io e te?>>

<<Cosa?>> mi alzo a sedere sul letto. <<Ma no! Ci andiamo al matrimonio. Però puoi portarmi a Londra il weekend successivo.>>

<<No,l'offerta è valida per un periodo limitato.>>

<<E va bene,dovrò trovare qualcun'altra che mi porti a Londra.>>

Si irrigidisce. <<Non oseresti.>> Trattiene a stento un sorriso.

<<Oh,si che oserei. Londra è la mia città preferita.>>

<<La tua città preferita?>>

<<Non ne ho viste molte altre.>>

<<Qual'è il posto più lontano in cui sei
stata?>>

Poso la testa sul suo petto. Lui si appoggia alla testiera del letto e mi abbraccia.
<<Londra. Non sono mai uscita dallo Stato Italiano.>>

<<Mai?>> chiede incredulo.

<<No,mai.>>

<<Perché no?>>

<<Non lo so...Dopo che mio padre se n'è andato non avevamo i soldi per viaggiare. Mia madre lavorava sempre e io ero troppo concentrata sulla scuola e sul desiderio di andarmene da quella città. Non pensavo a nient'altro che studiare e lavorare.>>

<<E dove ti piacerebbe andare?>> domanda accarezzandomi un braccio.

<<A Chawton. Voglio visitare la fattoria di Jane Austen. O a Parigi: mi piacerebbe vedere dove abitava Hemingway quand'era lì.>>

~MI DROGHERÓ DI TE.~  \\IRARMEN\\Where stories live. Discover now