CAPITOLO 194

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Arretro precipitosamente,reggendosi con le mani a terra,mentre Irama solleva la testa di Andreas,sempre tenendolo per il collo,e la sbatte sull'erba. Per un attimo mi domando se avrebbe fatto la stessa cosa sul cemento della veranda o vicino alle pietre intorno al fuoco,e ho paura di rispondermi: perché in quel momento Irama alza un pugno e lo sferra sul mento di Andreas.

<<Irama!>> grido,scattando in piedi. Tutti ci fissano,Lorenzo sembra divertito e persino Sebastian ha l'aria di godersi lo spettacolo.
<<Fermatelo!>> li scongiuro,ma Lorenzo scuote la testa.
Irama sferra un altro pugno sul viso già insanguinato di Andreas.

<<Lascialo sfogare,era da un po' che doveva succedere.>> Mi rivolge un ghigno. <<Vuoi bere qualcosa?>>

<<Eh? No,non voglio bere qualcosa! Ma che cazzo di probelma hai!>> strillo.
Ormai si è riunito un campanello di persone che fa il tifo per l'uno o l'altro. Andreas non ha ancora picchiato Irama,e ne sono felice,ma voglio che Irama smetta di fargli male. Ho troppa paura per andare a separarli,ma quando vedo Fede uscire in giardino mi sbraccio e gli grido di raggiungermi.

<<Fermalo,ti prego!>> urlo. Sembrano tutti felicissimi di vedere una rissa,tutti tranne me. Se continua così,Irama ucciderà quel ragazzo. Me lo sento.
Fede si avvicina a Irama. Lo prende per il retro della maglietta e lo trattona all'indietro. Lo coglie alla sprovvista,quindi non ha difficoltà a separarlo da Andreas. Infuriato,Irama cerca di tirare un pugno a Fede,ma lui lo schiva e gli posa le mani sulle spalle. Gli dice qualcosa che non riesco a sentire e poi annuisce rivolto a me. Irama ha gli occhi iniettati di sangue,le nocche ferite e la maglietta strappata. Ansima come un animale selvatico che ha ucciso una preda. Non vado da lui,so quant'è arrabbiato con me. Lo vedo. Non ho paura di lui come forse dovrei. L'ho appena visto perdere completamente il controllo nel modo peggiore possibile,eppure rimango convinta che non alzerebbe mai un dito su di me.

Ora che la rissa è finita,quasi tutti rientrano in casa. Andreas giace riverso sul prato e Lorenzo lo aiuta ad alzarsi. Si asciuga il sangue dal viso con la maglietta e sputa una disgustosa miscela di sangue e saliva. Irama si gira a guardarlo e cerca di tornare verso di lui,ma Fede lo trattiene.
<<Fanculo,Plume!>> grida Andreas.
Lorenzo si interpone tra loro. Ah,solo ora ha deciso di intervenire.  <<Aspetta solo che il tuo piccolo...>> strilla Andreas.

<<Chiudi il becco,cazzo>>,sbotta Lorenzo.
Andreas si zittisce all'istante. Guarda me,e io indietreggio di un passo. Mi chiedo cosa intendesse Lorenzo quando ha detto "era un po' che doveva succedere".
Irama e Andreas sembravano andare d'amore e d'accordo fino a pochi minuti fa.

<<Torna in casa!>> grida Irama,e capisco subito che dice a me.
Decido di dargli retta,per una volta,e corro in casa. Tutti mi fissano,ma non mi importa. Sgomito per farmi largo tra la gente e filo in camera di Irama. Devo aver dimenticato di chiudere a chiava quando sono uscita: perché,come se non avessi già visto abbastanza orrori,trovo una grande macchia rossa sul tappeto. Qualcuno dev'essere entrato e deve aver rovesciato un bicchiere. Fantastico. Corro in bagno,chiudo a chiave la porta e mi ammetto a strofinare la macchia,ma riesco solo ad allargarla e a renderla più vistosa. Sento girare la chiave nella porta e cerco di alzarmi in piedi prima che enti Irama.

<<Che cazzo fai?>> guarda l'asciugamano che ho in mano,e poi la macchia sul tappeto.

<<Qualcuno...ho dimenticato di chiudere a chiave quando sono scesa>>,dico. Lo vedo dilatare le narici e fare un respiro profondo.
<<Scusa>>,continuo.
È inferocito,e non posso neppure arrabbiarmi con lui perché è tutta colpa mia. Se gli avessi dato ascolto e fossi rimasta in camera non sarebbe successo niente.
Si stropiccia il viso,con aria frustata. Faccio un passo verso di lui. Ha le dita insanguinate,come quella volta allo stadio. Mi toglie l'asciugamano dalle mani e d'istinto arretro di un passo. Gli leggo la confusione negli occhi,mentre usa la parte pulita dell'asciugamano per togliere il sangue dalle nocche.
Mi aspettavo che irrompesse nella stanza e si mettesse a spaccare tutto e a strillarmi in faccia; invece resta in silenzio,il che è ancora peggio.
<<Potresti dire qualcosa,per favore?>>

Risponde ancora più lentamente del solito.
<<Credimi,Carmen,è meglio se non parlo,adesso.>>

<<Si che devi parlare.>> Non sopporto questo silenzio arrabbiato.

<<No>>,ringhia.

~MI DROGHERÓ DI TE.~  \\IRARMEN\\Kde žijí příběhy. Začni objevovat