CAPITOLO 64

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<<Non bevo. O non bevevo finora. Non farmi la predica,non sei migliore di me.>> Mi punta un dito addosso,poi beve un altro sorso. Mi fa paura ma non posso negare che essergli accanto,anche quand'è ubriaco,mi rinvigorisce. Mi è mancata questa sensazione.
<<Non ho mai detto di essere migliore di te. Vorrei solo sapere cosa ti ha spinto a bere.>>
<<E che te ne importa? Dov è il tuo ragazzo?>> Mi fissa dritta negli occhi,con tanta intensità che sono costretta a distogliere lo sguardo.
<<È ancora nella mia stanza. Voglio solo aiutarti,Irama.>> Mi sporgo un po' sul tavolo per prendergli la mano,ma lui si ritrae.
<<Aiutarmi?>> ridacchia. Vorrei chiedergli perché chiamava il mio nome se continua a trattarmi così. Ma non voglio aizzarlo di nuovo contro Einar. <<Se vuoi aiutarmi,vattene.>>
<<Perché non mi spieghi che ti prende?>>
Sospira,si toglie il berretto,si passa la mano tra i capelli,se lo rimette. <<Mio padre ha deciso di dirmi proprio adesso che vuole sposare Victoria,e il matrimonio è il mese prossimo. Avrebbe dovuto dirmelo molto tempo fa,e non per telefono. Scommetto che il caro,infallibile Einar lo sapeva da un pezzo.>>
Non mi aspettavo che ne parlasse con me davvero,quindi ora non so bene come rispondere. <<Avrà avuto i suoi motivi per non dirtelo.>>
<<Tu non lo conosci: non gliene frega un cazzo di me. Lo sai quante volte ci ho parlato nell'ultimo anno? Una decina al massimo. Gli interessa solo la sua grande casa,la sua futura moglie e il suo nuovo figlio perfetto>>,biascica,e beve un altro sorso. Resto in silenzio,lo lascio proseguire. <<Dovresti vede la topaia in cui vive mia madre. Dice che le piace,ma so che non è vero. È più piccola della camera da letto di mio padre in questa villa. La mamma mi ha praticamente costretto a venire qui per fare l'università,per stare più vicino a lui...ed ecco cosa ci ho guadagnato.>>
Ora che mi ha rivelato questi dettagli mi pare di capirlo molto meglio. Si sente ferito: ecco perché si comporta in quel modo.
<<Quanti anni avevi quando se n'è andato?>>
Mi guarda sospettoso ma risponde. <<Dieci. Ma anche prima non c'era mai. Andava ogni sera in un bar diverso. Ora è Mister Perfezione e possiede tutta questa robaccia>>,dice,facendo un gesto verso la casa. Il padre lo ha abbandonato quando aveva dieci anni,proprio come il mio,ed erano entrambi alcolizzati. Abbiamo più cose in comune di quanto pensassi. Questo Irama amareggiato è ubriaco sembra molto più piccolo,molto più fragile del ragazzo che conoscevo.
<<Mi dispiace che vi abbia abbandonati,ma...>>
<<Non mi serve la tua pietà>>,mi interrompe.
<<Non è pietà. Cerco solo di...>>
<<Di fare cosa?>>
<<Di aiutarti. Di starti vicino.>>,mormoro.
Lui sorride. È un sorriso bello e malinconico,che mi da speranza di poterlo aiutare. Ma so cosa sta per succedere.
<<Sei patetica. Non capisci che non ti voglio qui?Solo perché ci siamo divertiti,non significa che voglio avere ancora a che fare con te. E invece eccoti qua: hai piantato in asso il tuo simpatico fidanzato-che quantomeno tollera la tua presenza-per venire qui a cercare di "aiutarmi". Questa,Carmela,è la definizione da manuale di "patetico">>,dice,disegnando le virgolette in aria con le dita.
La sua voce stilla veleno,e me l'aspettavo,ma ignoro il dolore che sento nel petto e lo guardò dritto negli occhi. <<Non dici sul serio.>> Ripenso a molti giorni prima,quando ridevamo e giocavamo nell'acqua del ruscello. Non so decidere se è un eccellente attore o un perfetto bugiardo.
<<Invece dico sul serio. Tornatene a casa.>>,mi ordina,e si porta di nuovo la bottiglia alle labbra. Gliela strappo di mano e la butto sull'erba.
<<Ma che?!...>> strilla. Mi incammino verso la porta sul retro della casa.
Sento che si alza e me lo ritrovo davanti.
<<Dove vai?>> Il suo viso è a un millimetro dal mio.
<<Devo aiutare Einar a rimettere a posto il casino che hai combinato,poi vado a casa.>> Parlo in tono molto più calmo rispetto a quello che provo.
<<E perché dovresti aiutarlo?>> esclama disgustato.
<<Perché lui,diversamente da te,merita l'aiuto di qualcuno>>,rispondo,e lo vedo trasalire. Dovrei dirgli molte altre cose,gridarli in faccia per le cattiverie che mi ha appena detto,ma so che è proprio quello che vuole. È così che fa: ferisce le persone che ha accanto,perché si diverte a creare scompiglio.

~MI DROGHERÓ DI TE.~  \\IRARMEN\\Where stories live. Discover now