CAPITOLO 101

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Victoria pare stupirsi della mia offerta di aiutarla a sparecchiare. Carico la lavastoviglie mentre lei lava i piatti da portata. Vedo il servizio di piatti nuovo di zecca e ripenso ai danni fatti da Irama qualche sera fa. Sa essere così crudele,quando vuole.
<<Se non è una domanda indiscreta,posso chiederti da quanto tempo vi vedete tu e Irama?>> domanda un po' imbarazzata. Immagino sia meglio glissare sul fatto che usciamo insieme o meno,perciò rispondo: <<Bè,ci conosciamo da un mese circa; è amico della mia compagna di stanza,Nicole>>.
<<Irama non ci fa mai conoscere i suoi amici. Tu sei...Bè,sei diversa dagli altri che ho visto.>>
<<Si,siamo molto diversi.>>
Un lampo solca il cielo e la pioggia inizia a battere sulle finestre.
<<Accidenti che acquazzone>>,commenta lei chiudendo la finestrella sopra il lavandino.
<<Ira mia non è cattivo come sembra>>,mi spiega,quasi cerchi di rammentarlo a me stessa. <<Solo che ha sofferto molto. Mi piacerebbe poter credere che non sarà sempre così. Devo ammettere che mi sono sorpresa quando l'ho visto arrivare stasera,e immagino sia stata tu a convincerlo.>>
Mi tira a sé e mi abbraccia. Colta alla sprovvista,non so cosa replicare ma ricambio la stretta. <<Grazie>>,sussurra asciugandosi gli occhi con un fazzoletto,prima di ricominciare a lavare i piatti. È troppo buona,non posso rivelarle che Irama è venuto a cena al solo scopo di irritarmi. <<Vado a vedere come sta David. Fa come se fossi a casa tua,cara>>,mi dice. Decido di andare a cercare Irama,o Einar,il primo che trovo.
Einar non è al piano terra,quindi salgo le scale e mi dirigo verso la stanza di Irama. La porta è chiusa a chiave.
<<Irama?>> bisbiglio,per non farmi sentire da nessuno. Busso piano ma non c'è risposta. Mentre sto per andarmene,sento la serratura scattare.
<<Posso entrare?>>gli chiedo. Lui apre la porta il minimo indispensabile per farmi passare. La finestra è aperta e nella stanza alleggia il profumo fresco della pioggia. Irama va a sedersi sulla panca sotto la finestra e tira le ginocchia al petto. Guarda fuori in silenzio. Mi siedo davanti a lui e aspetto,cullata dal ritmo della pioggia.
<<Cos'è successo?>> chiedo infine. Lui mi rivolge un'occhiata confusa,allora spiego: <<Di sotto,voglio dire. Mi tenevi per mano e poi...perché l'hai tolta?>> Mi vergogno di sembrare così disperata,così bisognosa d'affetto,ma ormai mi sono esposta. <<È per lo stage? Non vuoi che lo faccia? Ma non ti eri offerto di aiutarmi anche tu?>>
<<Ecco,Carmen,è proprio questo il problema. Voglio essere io ad aiutarti>>,risponde,guardando di nuovo fuori dalla finestra.
<<Perché? Non è mica una gara tra te e lui! E comunque sei stato tu il primo ad offrirsi,perciò grazie>> Voglio rassicurarlo su questo,anche se non capisco perché ci tenga tanto. Sospira esasperato e si abbraccia le ginocchia. Cala il silenzio,e guardiamo entrambi fuori. Si è alzato il vento,gli alberi ondeggiano,i lampi sono più frequenti.
<<Vuoi che me ne vada? Posso sentire Nicole,magari Mose può passare a prendermi>>,sussurro. Non ho voglia di andarmene,ma stare seduta in silenzio con Irama mi sta facendo impazzire.
<<Andartene?>> esclama alzando la voce. <<Ho detto che voglio aiutarti,e tu deduci che ti sto cacciando?>>
<<Non lo so...Non mi rivolgi la parola,e il temporale sta peggiorando...>> balbetto.
<<Sei esasperante,Carmela. Esasperante.>>
<<Perché?>> squittisco.
<<Cerco di dirti che...che voglio aiutarti,e ti tengo per mano,ma non ottengo niente...non capisci ancora. Non so cos'altro fare.>> si prende il viso tra le mani. Non starà dicendo quel che penso io,vero? <<Capire cosa? Cos'è che non capisco,Irama?>>
<<Che ti voglio. Più di quanto abbia mai voluto qualcuno o qualcosa in tutta la mia vita>>,mormora senza guardarmi in faccia. Mi gira la testa. Quell'ammissione così sincera è un pugno allo stomaco. Perché lo voglio anch'io. Più di ogni altra cosa.
<<So che tu non...non la pensi come me,ma...>> ricomincia,stavolta sono io a interromperlo.
Gli prendo le mani. Vedo l'incertezza nei suoi occhi azzurri. Infilo un dito nel colletto della sua t-shirt e lo tiro verso di me finché ci guardiamo negli occhi. Si appoggia con un ginocchio tra le mie cosce sulla panca,spostalo sguardo dalle mie labbra ai miei occhi.
<<Baciami>>,lo prego.

~MI DROGHERÓ DI TE.~  \\IRARMEN\\Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon