CAPITOLO 66

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Non avevo in programma di farlo,ma ora che ci penso è proprio la decisione giusta.
<<No,per favore non farlo.>>
<<Che te ne importa? Non vuoi essere costretto a frequentare una persona patetica come me,giusto?>> Mi ribolle il sangue. Se sapessi cosa dire per ferirlo,come lui ferisce me,lo direi.
<<Non parlavo sul serio...sono io quello patetico.>> Lo guardò dritto negli occhi.
<<Bè,su questo non ti do torto.>> Beve un altro sorso,e quando faccio per togliergli la bottiglia me lo impedisce.
<<Quindi solo tu hai il diritto di ubriacarti?>> chiedo,e lui fa un sorrisetto. La luce della veranda si riflette sui suoi occhi mentre mi porge la bottiglia.
<<Pensavo che volessi buttarla di nuovo.>> Dovrei farlo,invece me la porto alle labbra. Il liquore è tiepido e sa di liquirizia bruciata e di disinfettante. Mi viene un conato e Irama ridacchia.
<<Da quando in qua bevi? Mi hai lasciato intendere di non averlo mai fatto>>,gli dico. Mi riprometto di ricominciare a essere arrabbiata con lui,dopo che mi avrà risposto.
<<Fino a stasera erano circa sei mesi che non bevevo.>> Abbassa gli occhi come se si vergognasse.
<<Bè,non dovresti bere affatto. L'alcol fa di te una persona ancora più brutta del solito.>> Si fa serio,continua a guardare a terra. <<Mi trovi una brutta persona?>>
Ma che dice? È così ubriaco da credersi una bella persona?
<<Si.>>
<<Non è vero. Bè,forse si. Voglio che tu...>> Inizia,ma poi si interrompe,tira su la testa e si appoggia allo schienale.
<<Vuoi che io? Vai avanti.>> Devo sapere cosa stava per dire. Gli restituisco la bottiglia,e lui la posa sul tavolo. Non voglio più bere,dato che già da sobria faccio sempre la cosa sbagliata quando sto con Irama.
<<Niente>>,risponde,e capisco che mente. Ma cosa ci faccio qui? Filippo è in camera che mi aspetta,mentre io spreco il mio tempo con Irama. <<Devo andare.>> Mi alzo e mi avvio alla porta.
<<No>>,mormora lui. I miei piedi si fermano da soli,a quel tono supplicante.
Mi volto e me lo ritrovo a venti centimetri dalla mia faccia.
<<Perché no? Hai altri insulti per me?>> grido,e mi giro. Lui mi prende per un braccio e mi strattona. <<Non voltarmi le spalle!>> grida ancora più forte di me.
<<Avrei dovuto voltarti le spalle molto tempo fa!>> strillo dandogli uno spintone.
<<Non so neppure perché sono venuta fin qui appena Einar mi ha chiamata! Ho lasciato in camera il mio ragazzo-che,come hai detto tu,è l'unica persona che mi sopporta-per venire da te! Sai cosa? Hai ragione,Irama: sono patetica. Sono patetica Perché sono venuta qui,sono patetica per aver tentato...>>
Ma vengo interrotta dalle sue labbra sulle mie. Gli poso le mani sul petto,cerco di respingerlo,ma non vacilla. Voglio disperatamente ricambiare il bacio,ma me lo impedisco. La sua lingua cerca di farsi strada tra le mie labbra e le sue braccia muscolose mi cingono e mi tirano verso di lui nonostante i miei tentativi di divincolarmi. È inutile: è più forte di me.
<<Baciami,Carmen>>,chiede sulle mie labbra. Scuoto la testa,e lui sbuffa contrariato. <<Ti prego,baciami. Ho bisogno di te.>>
Quelle parole mi fanno sciogliere. Quest'uomo volgare,ubriaco,insopportabile mi ha appena detto di aver bisogno di me,ed è poesia alle mie orecchie. Irama è come una droga: ogni volta che ne prendo un po',ne voglio sempre di più. Riempie i miei pensieri e invade i miei sogni.
Appena schiudo le labbra la sua bocca è di nuovo sulla mia,ma stavolta non oppongo resistenza. So che non è questa la risposta ai miei problemi,e che mi sto solo cacciando ancora di più nei guai,ma non mi importa. Mi importa solo delle sue parole,e di come le ha dette: Ho bisogno di te. È possibile che Irama abbia bisogno di me come io ne ho,disperatamente,di lui? Ne dubito,ma per ora voglio fingere che sia così. Mi posa una mano sulla guancia e mi fa scorrere la lingua sulle labbra. Poi sento un rumore,un fruscio,e mi stacco da lui. Mi giro verso la porta,pregando che Einar non abbia assistito al mio terribile errore.
Per fortuna non lo vedo.

~MI DROGHERÓ DI TE.~  \\IRARMEN\\Onde as histórias ganham vida. Descobre agora