CAPITOLO 100

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<<Einar,io...>>
Alza una mano per zittirmi e viene verso di noi. Irama ansima così forte che mi pare di sentire i suoi respiri rimbalzare tra la casa e gli alberi. Ha le guance in fiamme,gli occhi spiritati.
<<Non capisco. Pesavo che voi due vi detestaste,e invece...Tu hai il ragazzo,Carmen. Non credevo che fossi così.>> Le parole sono amare,il suono pacato.
<<Non sono...non so cosa sia questo>>,dico indicando me e Irama.
Lui resta in silenzio,e di questo gli sono grata. <<Filippo lo sa...Bè sa quasi tutto. Avevo intenzione di parlartene,ma non volevo che tu pensassi male di me>>,aggiungo,quasi per scusarmi.
<<Non so cosa pensare...>> ribatte Einar,e rientra in casa. E poi,come in un film,un tuono rimbomba nel cielo grigio.
<<Minaccia un temporale>>,osserva Irama.
<<Un temporale? Einar ci ha appena sorpresi...a baciarci>>,gli faccio notare,e sento spegnersi lentamente il fuoco che era divampato in noi.
<<Se ne farà una ragione>>,risponde,ma non in tono compiaciuto. Mi accarezza la schiena. <<Vuoi rientrare o preferisci che ti riaccompagni a casa?>>
È incredibile la rapidità con cui cambia umore. <<Vorrei rientrare e finire la cena. Tu cosa vuoi fare?>>
<<Possiamo anche rientrare;la cena non è male>>,sorride. Io scoppio a ridere e lui mi dice: <<Hai una bella risata>>.
<<Ti è tornato il buonumore.>>
<<Neanch'io capisco perché.>> Sentiamo un altro tuono e lui mi prende per mano. <<Andiamo dentro,prima che piova.>> Mi lascio condurre in casa. Continua a tenermi per mano anche quando entriamo in sala da pranzo. Einar ci guarda ma non commenta. Quando ci sediamo,Irama alza lo sguardo su suo padre e Victoria.
<<Mi dispiace di aver strillato in quel modo>>,mormora.
La sorpresa è evidente sul volto di tutti. <<Spero di non aver rovinato la cena che avete preparato con tanta cura>>,continua. Gli prendo la mano sotto il tavolo e la stringo.
<<Non fa niente,Irama,ti capiamo. Non roviniamoci la serata per così poco>>,dice Victoria,e gli sorride. Irama ricambia abbozzando un sorrisetto,cosa che dev'essergli costata un grande sforzo. David annuisce in silenzio. Irama intreccia le dita alle mie e mi guarda di sottecchi. Spero che non mi si legga in faccia la gioia che provo. Evito di chiedermi come mai lo sto tenendo per mano se sto ancora con Filippo. La cena prosegue senza intoppi,ma mi sento un po' in soggezione con Davide ora che so che è il rettore. Ci racconta del suo trasferimento,ammette di trovarsi molto bene. <<Il clima non è il massimo,ma i panorami sono splendidi.>>,osserva. Irama continua a tenermi per mano e cerchiamo di mangiare con una mano sola.
<<Che progetti hai,dopo la laurea?>> mi chiede Victoria mentre finiamo la cena.
<<Mi trasferito a Londra,e spero di lavorare nell'editoria mentre scrivo il mio primo libro>>,rispondo convinta.
<<Editoria? Hai in mente qualche casa editrice in particolare?>> si informa David.
<<No,andrebbe bene una qualunque: l'importante è inserirmi nell'ambiente.>>
<<Bè,si da il caso che io conosca diverse persone alla Mondadori. Ne hai mai sentito parlare?>> mi domanda. Guardo Irama: una volta mi ha accennato che conosce qualcuno in quella casa editrice.
<<Si,e ne ho sentito parlare molto bene>>,sorrido.
<<Posso fare una telefonata,se vuoi,per chiedere se accettano stagisti. Sarebbe una splendida occasione per te. Sembri una ragazza molto sveglia,mi piacerebbe aiutarti.>>
<<Davvero? Sarebbe gentilissimo da parte sua! Grazie mille!>>
David mi dice che telefonerà alla persona lunedì,e lo ringrazio ancora. Lui ribadisce che è felice di aiutarmi. Quando Victoria inizia a sparecchiare Irama si alza,si scusa con tutti e va al piano di sopra.

~MI DROGHERÓ DI TE.~  \\IRARMEN\\Where stories live. Discover now