CAPITOLO 78

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Da persona disgustosa qual'è,Irama è seduto sul mio letto quando torno in camera. Mi viene voglia di spaccargli l'abat-jour in testa,ma non ne ho la forza.
<<Non ti chiederò scusa>>,mi fa quando gli passò davanti,diretta al letto di Nicole. Non voglio sedermi sul mio finché c'è sopra lui.
<<Lo so>,ribatto,e mi sdraio.
Non mi lascerò costringere a un litigio,e non mi aspetto che si scusi. Ormai lo conosco. Anzi no: a giudicare dagli ultimi eventi non lo conosco affatto. Ieri sera pensavo che fosse solo un ragazzino arrabbiato che era stato abbandonato dal padre e si aggrappa a quel dolore per tenere lontani gli altri.
Stamattina capisco invece che è solo una persona orribile,piena di odio. Non c'è niente di buono in lui. Mi ha illusa che non fosse così,ma è un inganno.
<<Prima o poi doveva venirlo a sapere>>,commenta.
Mi mordo il labbro per non piangere. Resto in silenzio finché sento Irama alzarsi e venire verso di me.
<<Vattene>>,dico,ma quando sollevo la testa me lo ritrovo davanti. Si siede sul letto e io scatto in piedi.
<<Doveva scoprirlo>>,ripete,e dentro di me si accende la rabbia. Vuole solo provocarmi.
<<Perché,Irama? Perché doveva scoprirlo? A cosa serve farlo soffrire così? Per te non faceva nessuna differenza,che lui lo sapesse o no. Non avevi il diritto di fare una cosa del genere,né a lui né a me.>> Sento tornare le lacrime e stavolta non riesco a fermarle.
<<Se fossi in lui,avrei voluto saperlo.>>,continua con voce pacata e fredda.
<<Ma tu non sei lui,e non lo sarai mai. Sono stata stupida a pensare che tu potessi somigliarli anche solo un po'. E da quando in qua t'importa qualcosa di cos'è giusto e cosa no?>>
<<Non osare paragonarmi a lui>>,sbotta.
Detesto quando sceglie di rispondere soltanto a una delle cose che ho detto,e poi la distorce anche,per potersi sentire più offeso. Fa per avvicinarsi,ma io mi rifugio dall'altra parte del letto.
<<Non c'è confronto. Non l'hai ancora capito? A te non frega niente di nessuno tranne che di te stesso. Invece lui...lui mi ama. Lui è disposto a tentare di perdonarmi per i miei sbagli.>> Lo guardo negli occhi. <<I miei gravissimi sbagli.>>
Fa un passo indietro come se lo avessi spintonato. <<Perdonarti?>>
<<Si,mi perdonerà. So che lo farà. Perché mi ama,quindi il tuo patetico piano di indurlo a lasciarmi per farti due risate non ha funzionato. Ora esci dalla mia stanza.>>
<<Non era...Io...>> inizia a dire,ma non lo lascio parlare. Ho già sprecato abbastanza tempo con lui.
<<Vattene! Starai di sicuro architettando la tua prossima mossa,ma sai un cosa,Irama? Non funziona più. E ora fuori da camera mia,cazzo!>>
Mi stupisco della mia stessa volgarità,ma non mi sento in colpa.

~MI DROGHERÓ DI TE.~  \\IRARMEN\\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora