CAPITOLO 94

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Lo chiamo ma lui non risponde. Poco prima di arrivare alla macchina si gira così in fretta che quasi gli vado a sbattere contro.
<<Ma che cazzo ti è preso,Carmen?>> strilla. La gente si volta a guardarci,ma lui non ci fa caso. <<A che gioco stai giocando?>> Viene verso di me,infuriato.
<<Nessun gioco,Irama. Non hai visto quanto ci teneva che tu andassi da lui? Stava cercando di comunicare con te,e tu l'hai trattato malissimo!>>
<<Comunicare con me? Mi prendi in giro,cazzo? Forse poteva comunicare con me prima di abbandonare la sua
famiglia!>> Gli si gonfiano le vene sul collo.
<<Smettila di dire parolacce! Forse vuole recuperare il tempo perduto! Le persone fanno sbagli nella vita,Irama,ed è evidente che lui tiene a te. Ti ha preparato una stanza in casa sua,l'ha riempiti di vestiti,nella speranza che...>>
<<Tu non sai niente di lui!>> grida,fremendo di rabbia. <<Abita in una cazzo di villa con la sua nuova famiglia,mentre mia madre si fa un culo così cinquanta ore alla settimana per pagare le bollette! Quindi non farmi la predica e fatti i cazzi tuoi!>>
Sale in macchina e sbatte la portiera. Salgo subito anch'io perché ho paura che mi lasci lì. E meno male che oggi non dovevamo litigare...È furioso,ma per fortuna non aggiunge altro mentre ripartiamo. Se potessi far durare questo silenzio per tutto il viaggio sarei contenta. Ma Irama deve capire che non può strillarmi in faccia. È uno dei pochi pregi caratteriali che devo a mia madre: mi ha insegnato esattamente come non farmi trattare da un uomo.
<<E va bene>>,dico,fingendomi calma. <<mi farò gli affari miei,però accetto l'invito per stasera,che tu venga oppure no.>> Si gira verso di me con l'aria di un animale selvatico che è stato provocato. <<Oh no che non ci vai!>>
<<Non hai voce in capitolo nelle mie decisioni,Irama,e non so se hai notato che ho ricevuto un invito. Magari posso chiedere a Fede se vuole accompagnarmi.>>
<<Cos'hai detto?>> Sterza bruscamente e accosta sul ciglio di una strada trafficata,sollevando una nube di polvere.
So di avere esagerato,ma ormai sono arrabbiata quanto lui. <<Ma sei pazzo? Ti pare il caso di inchiodare in questo
modo?>>
<<La pazza sei tu! Dici a mio padre che andrò a cena da lui,e poi hai il coraggio di invitare anche Fede?>>
<<Ah già,scusa,i tuoi fighissimi amici non sanno che Einar è il tuo fratellastro e adesso hai paura che lo scoprano,
giusto?>> È davvero ridicolo.
<<Non è il mio fratellastro,tanto per cominciare. E poi lo sai che non è questo il motivo per cui non voglio che venga Fede.>> Ora parla a voce molto più bassa,ma ancora intrisa di rabbia. Nonostante tutto,però,la sua gelosia fa riaccendere in me quella scintilla di speranza. So che è più che altro una questione di competizione con Fede,ma mi fa piacere lo stesso.
<<Bè,se non vieni tu con me dovrò invitare lui.>> Non lo farei mai,però Irama questo non lo sa. Guarda la strada per qualche secondo e poi sospira,allentando un po' la tensione. <<Carmen,non ci voglio andare. Non voglio vedere la nuova famigliola perfetta di mio padre. Se lì evito c'è un motivo,credimi.>>
Anch'io parlo in tono più pacato. <<Bè,non voglio costringerti se proprio non te la senti,ma mi piacerebbe molto che tu ci venissi con me. In ogni caso io ci vado.>>
Siamo passati dallo yogurt alle urla,e ora siamo di nuovo calmi. La mia testa è in subbuglio almeno quanto il cuore.
<<Se non me la sento?>> Sembra incredulo. <<Si,voglio dire: se proprio non ci vuoi andare,non cercherò di portartici a forza>>,rispondo. So che non riuscirei mai a costringerlo a fare qualcosa che non vuole; finora si è dimostrato molto incline ai compromessi.
<<Che te ne importa se me la sento o
no?>> domanda,i suoi occhi nei miei. Cerco di distogliere lo sguardo,ma sono di nuovo stregata da lui.
<<Certo che mi importa,perché non dovrebbe?>>
<<Perché dovrebbe,è questa la domanda.>> Mi scruta con aria supplicante,ma non posso dargli la risposta che vuole. La userebbe contro di me e poi non vorrebbe più rivedermi,probabilmente. Diventerei una di quelle ragazze di cui mi ha parlato Nicole,quelle che sono rimaste scottate.
<<Mi importa>>,ripeto,e spero che gli basti. Mi squilla il telefono. Lo tiro fuori dalla borsa e vedo che è Filippo. Senza pensare premo il pulsante per ignorare la chiamata.
<<Chi è?>> Irama è un tale ficcanaso...
<<Filippo.>>
<<E non rispondi?>> domanda sorpreso.
<<No,stiamo parlando.>> E preferisco parlare con te,aggiunge il mio subconscio.
<<Ah>>,si limita a dire,ma sorride.

~MI DROGHERÓ DI TE.~  \\IRARMEN\\Where stories live. Discover now