CAPITOLO 67

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<<Irama,devo proprio andare. Non possiamo continuare così; non fa bene a nessuno dei due>>,gli dico senza guardarlo in faccia.
<<Si che possiamo>> ribatte lui,e mi solleva il mento per costringermi a incrociare i suoi occhi.
<<No,non possiamo. Tu mi detesti,e io non voglio più essere la tua valvola di sfogo. Non ci capisco niente,con te. Un minuto prima mi dici che non mi sopporti,o mi umili dopo la mia esperienza più intima.>> Apre la bocca per interrompermi ma gli poso un dito sulle labbra e continuo.
<<Poi,un minuto dopo,mi baci e mi dici che hai bisogno di me. Non mi piace la persona che divento quando sto con te,e detesto il modo in cui mi sento quando mi dici quelle cose orribili.>>
<<Chi diventi,quando stai con me?>> I suoi occhi azzurri mi scrutano aspettando la risposta.
<<Una persona che non voglio essere: una persona che tradisce il suo ragazzo e piange in continuazione.>>
<<Sai chi diventi,invece,secondo me?>> Mi passa il pollice lungo il mento e io cerco di non perdere la concentrazione.
<<Chi?>>
<<Te stessa. Credo che questa sia la persona che sei davvero,e non lo capisci perché sei troppo impegnata a preoccuparti di cosa pensa la gente.>>
Sembra così sincero,così convinto di ciò che dice che mi soffermo a riflettere sulle sue parole. << E so cosa ti ho fatto,dopo che ti ho infilato un dito...>> Vede che mi rabbuio e si corregge: <<Scusa...dopo la nostra esperienza insieme. Ho capito che era sbagliato. Sono stato malissimo dopo che sei scesa dalla macchina>>.
<<Ne dubito>>,sbotto. Ricordo quanto ho pianto quella notte.
<<È vero,te lo giuro. So che mi credi una brutta persona...ma mi fai...>> Si interrompe. <<Lascia perdere.>>
Perché non finisce mai le frasi?
<<Finisci quella frase,Irama,o me ne vado all'instante.>>
Il modo in cui gli si illuminano gli occhi quando mi guarda,il modo lento in cui schiude le labbra,come se ogni parola dovesse contenere qualcosa,una bugia o una verità...mi induce ad aspettare la risposta.
<<Tu...mi fai venire voglia di diventare buoni,per te...Voglio essere una brava persona per te,Carmen.>>
Cerco di fare un passo indietro,ma Irama mi stringe troppo forte. Devo aver capito male. Le emozioni mi offuscano i pensieri,perciò mi giro a guardare il giardino buio e mi sforzo di comprendere il significato delle sue parole. Vuole migliorarsi per me? In che modo? Non vorrà dire che...
Torno a fissarlo,confusa. <<Cos'hai
detto?>>
<<Mi hai sentito.>>
<<No. Di sicuro ho capito male.>>
<<Non hai capito male. Tu mi fai sentire...strano. Sono sentimenti che non conosco e che non so gestire,Carmen,quindi mi comporto nell'unico modo che so.>> Sospira. <<Cioè come uno stronzo.>>
Cado di nuovo in trance.
<<Non potrebbe funzionare,Irama,siamo così diversi. Tanto per cominciare,tu non vuoi relazioni,ricordi?>>
<<Non siamo poi così diversi. Ci piacciono le stesse cose: per esempio i libri.>>
Non riesco a credere che stia cercando di convincermi che staremmo bene insieme.
<<Tu non vuoi relazioni>>,ribadisco.
<<Lo so,ma potremmo...essere amici?>>
Ecco,siamo tornati daccapo.
<<Mi pareva che tu avessi detto che non potevamo essere amici,no? E non voglio essere tua amica,perché so cosa intendi con quella parola.
Vuoi tutti i lati positivi di una fidanzata ma senza le responsabilità.>>
Barcolla e si appoggia al tavolo.
<<E che male ci sarebbe? Perché hai bisogno di un etichetta?>>
È un sollievo che si sia allontanato da me: ora annuso l'aria fresca e non più la puzza di whisky.
<<Perché,Irama,anche se ultimamente non ho avuto molto autocontrollo,continuo a nutrire rispetto per me stessa. Non voglio essere il tuo giocattolo,soprattutto se poi mi tratti male.>>
Faccio una breve pausa e poi concludo:
<<E poi sono già impegnata.>>

~MI DROGHERÓ DI TE.~  \\IRARMEN\\Where stories live. Discover now