CAPITOLO 121

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Guardo fuori dal finestrino,non voglio essere io a parlare per prima. Dopo un paio di isolati,Irama accende la radio a volume troppo alto. Sono indispettita,ma cerco di non farci caso; poi però non resisto più. Odio la musica che ascolta,mi è già venuto il mal di testa. Senza chiedere il permesso,abbasso il volume.
Irama si gira verso di me.
<<Cosa c'è?>> scatto.
<<Ehi,qualcuno ce l'ha con il mondo...>> commenta lui.
<<No,è solo che non volevo ascoltare quella roba. E se c'è qualcuno di malumore,qui dentro,quello sei tu. Prima mi hai trattata male,poi mi hai scritto per chiedermi di dormire con te: non capisco.>>
<<Ero incazzato per quel discorso sul matrimonio. Ora che il discorso è chiuso,e abbiamo appurato che non ci andremo,non ho più motivo di essere incazzato.>> Parla in tono calmo e sicuro di sé.
<<Il discorso non è affatto chiuso: non ne abbiamo neppure parlato.>>
<<Si,invece. Ti ho detto che non ci vado,perciò lascia perdere,Carmela.>>
<<Bè,tu non ci andrai,ma io si. E questa settimana vado a casa di tuo padre perché Victoria vuole insegnarmi a fare le torte.>>
Si irrigidisce e mi guarda male. <<Tu non ci vai,al matrimonio. E cos'è successo,tu e Victoria siete amiche del cuore,adesso? La conosci appena.>>
<<E allora? Conosco appena anche te.>>
Si rabbuia. Mi sento in colpa,ma è la verità.
<<Perché fai tanto la difficile?>> dice tra i denti.
<<Perché tu non puoi dirmi cosa devo fare,Irama. Non credere di potermi comandare a bacchetta. Se voglio andare al matrimonio ci andrò,e mi piacerebbe molto che tu venissi con me. Potresti divertirti,chissà. Faresti felice tuo padre e Victoria,sempre che te ne importi qualcosa.>> Sospira e non risponde,e io torno a vedere il panorama fuori dal finestrino. Cala il silenzio. Quando arriviamo alla confraternita,Irama prende il mio borsone dal sedile posteriore e se lo mette in spalla.
<<Che ci fai in una confraternita,comunque?>> gli chiedo. Muoio dalla voglia di saperlo fin da quando l'ho scoperto. Fa un respiro profondo mentre saliamo le scale.
<<Perché quando ho accettato di venire qui i dormitori erano già al completo,e di sicuro non volevo abitare con mio padre,perciò era una delle poche possibilità che mi restavano.>>
<<Ma perché ci abiti?>>
<<Perché non voglio abitare con mio padre,Carmen. E poi guarda com'è bella questa casa,e mi hanno dato la stanza più grande>>,sogghigna. Sono felice di vedere che gli sta passando la rabbia.
<<Quello che intendi è perché non vivi fuori dal campus?>> Non risponde e mi dico che forse non vuole cercarsi un lavoro. Lo seguo in silenzio fino alla sua stanza e aspetto che apra la porta. Chissà per quale motivo la chiude sempre a chiave...
<<Perché non lasci entrare nessuno in camera tua?>> Alza gli occhi al cielo e posa la mia borsa a terra. <<Perché fai sempre tutte queste domande?>> Va a sedersi sulla sedia.
<<Non lo so,e tu perché non rispondi?>> Ovviamente mi ignora.
<<Posso appendere i miei vestiti nell'armadio? Altrimenti si spiegazzano.>>

~MI DROGHERÓ DI TE.~  \\IRARMEN\\Where stories live. Discover now