CAPITOLO 35

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A un isolato di distanza,le strade sono immerse nel buio e nel silenzio. Le sedi delle altre confraternite sono più piccole. Dopo aver scarpinato per un'ora e mezza,guidata dall'app delle mappe sul telefono,finalmente arrivo al campus. Dato che ormai ho smaltito la sbornia,calcolo che tanto vale restare sveglia,e vado a prendere un caffè. Mentre la caffeina entra in circolo,realizzo che ci sono molte cose che non capisco di Irama. Cosa ci fa in una confraternita con un mucchio di ragazzi ricchi,se si veste come un punk? Perché cambia umore in maniera così repentina? Non so proprio perché perdo tempo a pensare a lui: dopo la nottata che ho passato,non ho intenzione di riprovare a instaurare un'amicizia. Non mi capacito di averlo baciato. Era l'errore più grave che potessi commettere: appena ho abbassato la guardia lui mi ha azzannata alla giugulare con più ferocia del solito. Non sono così stupida da credere che non lo dirà a nessuno,ma spero che l'imbarazzo per aver baciato "la verginella" basti a indurlo nel silenzio. Se qualcuno chiede qualcosa a me,negherò fino alla morte. Devo trovare una spiegazione valida da dare a Filippo e mia madre per il mio comportamento di stanotte. Non per il bacio-di quello non verranno mai a sapere nulla- ma per il fatto che sono andata a una festa. Un'altra. Comunque devo dirne quattro a Filippo: non può raccontare i fatti miei a mia madre. Ormai sono adulta. Quando arrivò in dormitorio mi fanno malissimo i piedi,e girando la maniglia faccio un sospiro di sollievo. Ma per poco non mi viene un infarto,perché trovo Irama seduto sul mio letto.
<<Tu mi prendi in giro!>> strepito,quando finalmente ritrovo la voce.
<<Dove sei stata?>> mi chiede in tono calmo. <<Ti ho cercata per quasi due ore.>>
Cosa? <<Cosa? Perché ?>> Nel senso: allora perché non si è offerto di riaccompagnarmi? E sopratutto, perché non gliel'ho chiesto io,quando ho scoperto che non aveva bevuto?
<<Non mi sembra saggio andarsene in giro da sola di notte.>>
E mi viene da ridere,perché Nicole è chissà dove,e io sono da sola nella stanza con lui,la persona che sembra rappresentare il vero pericolo per me. Rido non perché la situazione sia divertente,ma perché sono troppo stanca per fare altro.
Irama mi guarda perplesso,riuscendo solo a farmi ridere di più.
<<Vattene,Irama...vattene e basta!>>
Continua a fissarmi e poi si passa la mano fra i capelli. Lo conosco da poco, ma ho imparato che fa quel gesto quando è stressato o imbarazzato. Spero che sia entrambe le cose in questo momento.
<<Carmela,io...>>inizia,ma viene interrotto da qualcuno che bussa alla porta e strilla: <<Carmela! Carmela Ferreri,apri questa porta!>>
Mia madre. È mia madre. Sono le sei del mattino e c'è un ragazzo nella mia stanza.

~MI DROGHERÓ DI TE.~  \\IRARMEN\\Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu