Guardians

Von Reigan10

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[Completa - in revisione] In seguito alla terribile Guerra Rossa avvenuta dieci anni fa, il Continente centra... Mehr

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Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
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Capitolo 19
Capitolo 20
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Capitolo 90
Capitolo 91
Capitolo 92
Capitolo 93
Capitolo 94
Capitolo 95
Capitolo 96
Capitolo 97
Capitolo 98
Capitolo 99
Angolo Autore
Capitolo 100
Capitolo 101
Capitolo 102
Capitolo 103
Capitolo 104
Capitolo 105
Capitolo 106
Capitolo 108
Capitolo 109
Capitolo 110
Capitolo 111
Capitolo 112
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Capitolo 126
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Capitolo 132
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Capitolo 137
Capitolo 138
Capitolo 139
Capitolo 140
Capitolo 141
Capitolo 142
Capitolo 143
Capitolo 144
Capitolo 145
Epilogo
Grazie!

Capitolo 107

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Von Reigan10

Emily e Takao erano seduti attorno a uno spiedo nella zona ovest dell'accampamento, quella più isolata, dove meno gente passava e il trambusto concitato dei militi appariva notevolmente mitigato rispetto al solito. I pochi commilitoni che si trovavano lì insieme a loro erano taciturni e tranquilli. Forse, come le due giovani reclute, erano alla ricerca di un momento di pausa dall'ambiente bellico colmo d'euforia, voci zelanti e rumori di ogni genere, da quelli metallici e sordi provenienti dagli armaioli che spesso rafforzavano gli equipaggiamenti con l'uso del Kaika, a quelli frettolosi dovuti al passaggio degli addetti ai vari lavori di manutenzione o degli strateghi.

Di lì a poco i giovani compagni avrebbero dovuto affrontare uno degli addestramenti a cui Somber e Soyo li stavano sottoponendo giorno dopo giorno ormai da qualche settimana. Col tempo, grazie alla pratica, entrambi erano migliorati esponenzialmente nel controllo del loro flusso d'aura, tanto che persino Emily, che rispetto al compagno faticava di più a dosarlo, negli ultimi tempi riusciva a muoversi e battersi con Somber mantenendo il Kaika puro aderente al suo corpo. Dal canto suo Takao aveva raggiunto progressi ancora maggiori, e ormai padroneggiava quasi alla perfezione la sua aura in battaglia, anche sotto gli attacchi incalzanti di Soyo. Sebbene né quest'ultima né Somber avessero cominciato a battersi utilizzando il Kaika di base.

In quel momento, Emily fissava il cielo grigio con occhi sognanti, mentre le ciocche tanto lisce e scure da sembrare cioccolata fondente fusa volteggiavano nella brezza ventilata e rigida dell'autunno ormai inoltrato. La sua espressione mostrava tutto lo splendore delle speranze derivate dai suoi recenti miglioramenti.

"Non vedo l'ora di iniziare anche oggi ad allenarmi." Esordì, pimpante, scacciando Takao dai meandri della sua mente in cui era rinchiuso. "Sento chiaramente che il mio corpo si sta rafforzando, è una sensazione indescrivibile. Amo il Kaika!" Esclamò.

Takao, che al contrario appariva decisamente più posato ed equilibrato, sospirò con aria paziente. Malgrado il viso dalle fattezze a dir poco infantili per la sua delicatezza e la voce chiara e graffiante, si comportava sempre in maniera distaccata da ogni cosa, analitica, così ermetica e lucida da renderlo a tratti inquietante. Tutto il contrario rispetto alla determinata Emily, sempre in prima linea in ogni occasione. Da quando l'aveva incontrata circa sei mesi prima all'accampamento, lei si era subito mostrata entusiasta di integrarsi e imparare. Ma la sua non era solo briosa forza di volontà, Takao aveva notato nella ragazza una certa razionalità nel modo in cui agiva, come nel suo approccio metodico durante gli scontri con Somber, e per questo la rispettava.

"Rilassati, Emily, siamo ancora agli inizi. Non hai nemmeno mai colpito Somber una volta..." replicò stancamente. "E non vale la volta in cui l'hai abbracciato perché eri esausta." Troncò sul nascere la risposta della compagna, già pronta a rettificare con quell'episodio.

"Ma insomma, sei sempre noioso." Protestò lei, contrariata. "Chi ti credi di essere, eh, sentiamo? Neanche tu hai sfiorato Soyo con un dito sinora. D'altronde non dobbiamo mica raggiungerli in un mese, ciò che conta è migliorare passo passo." Affermò, sicura delle sue parole.

"Non è solo questo che dobbiamo auspicare... ti ricordo che ci stanno addestrando per la guerra, non per una manifestazione amichevole dove nessuno si fa male. Tra circa un mese, con ogni probabilità ci spediranno al fronte assieme a loro due, e se non saremo pronti allora moriremo." Sentenziò Takao, gelido.

Emily parve rabbuiarsi per un istante.

"Ma Somber e Soyo non lo permetteranno, giusto? Insomma, vorranno evitare che delle risorse di valore come noi finiscano in quel modo." Replicò Emily, lievemente preoccupata, ma sforzandosi di mostrare sempre polso e decisione.

"Ho paura che l'unico valore che abbiamo come risorsa qui sia quello numerico... siamo solo due guerrieri i più tra le fila degli utlizzatori di Kaika." Rispose Takao. "Non dovremmo cercare protezione nei nostri mentori, ma solo in noi stessi. Sta a noi fare tesoro dei loro insegnamenti per diventare abbastanza forti da sopravvivere al fronte. Prima lo capirai e meglio sarà, Emily." La freddezza nelle iridi violette di Takao stupì la compagna, e un po' la intristì. Avevano passato tanto tempo insieme, eppure non si erano mai parlati riguardo il loro vissuto, le ragioni che li avevano portati lì.

Emily decise di voler sopravvivere a ogni costo anche per tentare di conoscerlo meglio, di scavare dentro quel suo muro di ghiaccio esteriore.

"Una visione cinica... ma abbastanza comprensibile. Però sappi che non puoi contare solo su te stesso, Takao." Alzò improvvisamente i chiarissimi occhi celesti verso di lui, che fu quasi costretto a distoglierli, abbagliato dalla loro lucentezza.

"Che intendi?" Balbettò, abbassando le palpebre.

Emily gli alzò il mento quasi di prepotenza, ma allo stesso tempo con delicatezza nelle magre dita, poggiate sulle guance bianche e levigate del ragazzo.

"Hai me. Ti guardo io le spalle." Sorrise a occhi chiusi, in tutta la sua radiosità.

Takao sbuffò, fingendosi disinvolto.

"Con quale facilità certe sciocchezze ti escono dalla bocca..." biascicò. Eppure, non gli dispiaceva affatto quel lato estroverso di lei, sovrapposto a quello pragmatico. Sotto alcuni aspetti loro due si somigliavano, ma erano le divergenze in ambo i caratteri a renderli più uniti.



Sopra l'ormai noto promontorio che affacciava sull'accampamento, i loro due maestri li attendevano puntuali già da qualche minuto, dritti e atletici nella postura. Le loro sole sagome ispiravano ai due allievi una forza, un'abilità viste come un traguardo da raggiungere. Essere abbastanza forti da potersi definire indipendenti da chiunque e in grado di cavarsela in ogni situazione come Somber e Soyo era il loro obiettivo attuale.

L'aria soffiava più fresca del solito quella mattina, e un leggiadro profumo di viole aleggiava tutt'attorno, forse proveniente dal bosco che si infittiva alle spalle dei due tutori, o forse dal fiore intrecciato nei capelli scurissimi e arruffati di Soyo. Fatto stava che sia Takao che Emily si sentivano di buon umore grazie all'atmosfera frizzante di quella giornata nuvolosa e ventilata, oltre alla pura brezza che spirava nella zona naturale in cui risiedevano.

"Alla buon'ora!" Li accolse Soyo, le mani unite dietro la schiena e un ghigno furbo sul volto. "Oggi ci aspetta una nuova attività, ci divertiremo!"

"Non dirlo come se fossimo una specie di laboratorio di ceramica amatoriale..." pensò Takao, stralunato.

Somber, nel frattempo, ammirato come sempre dagli occhioni sognanti e attenti di Emily, prese le redini della situazione e si accinse a spiegare ai due apprendisti il nuovo addestramento, compiendo un passo in avanti.

"Ora che ci siamo tutti, possiamo passare a illustrarvi il prossimo stadio per padroneggiare l'uso del Kaika. Ormai non dovrebbe mancare molto alla fase finale, dove scoprirete le vostre specialità." Spiegò in tono fermo e scandendo bene le parole. Aveva scoperto che insegnare agli altri gli veniva soprendentemente facile, e ciò lo faceva sentire simile al maestro Fujiwara. Questo in un certo senso lo inorgogliva, anche se mai l'avrebbe ammesso se ce l'avesse avuto davanti. Inevitabilmente si chiese come potesse stare in quel momento, e cosa pensasse della sua decisione di passare ai ribelli, tra l'altro sua vecchia fazione.

"Ah! So a cosa si riferisce Great Teacher Somber: è la Cerimonia della Fioritura! Ne ho sentito parlare, adorerei prenderne parte!" Esclamò Emily, euforica.

"Great Teacher Somber?!" Esclamò Takao.

"Oh, scusate, a volte dico ciò che penso senza rendermene conto. Si tratta di un soprannome che ho ricavato da un fumetto che leggevo all'orfanotrofio in cui sono cresciuta. Sapete, parla di..."

"Non ci interessa. Chiudi il becco e possibilmente muori." La chiuse lì Takao, prima che Emily potesse iniziare un articolato discorso con la sua parlantina arguta. "Certo sa anche essere logorroica, eh?" Rifletté il ragazzino dagli occhi d'ametista.

"Visto che succede a stimolarli troppo, Great Teacher? Si caricano e va a finire che non si concentrano più... ho ragione, Ping?" ammonì Soyo, mentre accarezzava il muso delle sue volpi di nebbia.

"E non chiamarmi anche tu in quel modo... non c'è rispetto." Protestò Somber. "Ora basta, su, è ora di iniziare." La sua voce, divenuta improvvisamente perentoria, catturò l'attenzione di Emily e Takao, che tacquero per ascoltarlo. "Oggi imparerete a controllare il vostro flusso del Kaika anche quando siete sotto la pressione di quello altrui. Inizieremo da un trasferimento d'energia neutra da me a voi, dopodiché ne emetterò una ostile, e voi dovrete resistere, mantenendo l'energia a un livello il più inalterato possibile. Tutto chiaro?" Domandò, scrutando i due con le iridi nere dai riflessi verdini.

"Sì." Affermarono Emily e Takao.

"Ho detto, tutto chiaro?" Somber alzò la voce, non convinto dal tono basso delle reclute.

"S-sì!" Stavolta esclamarono all'unisono.

Lo spadaccino sorrise, soddisfatto, mentre Soyo osservava la scena seduta sull'erba con Ping e Pong attorno, intrigata.

"Bene, allora iniziamo. Cercherò di non farvi perdere i sensi." Affermò Somber, sarcastico.

"Che arrogante. Sei un cattivo esempio, Great Teacher Somberino." Lo punzecchiò Soyo.

"Taci." Borbottò l'altro.

Emily e Takao intanto stavano già emanando il loro Kaika, di un bianco purissimo, cercando di limitarlo ai margini del loro corpo. Oramai in quello erano diventati entrambi padroni.

Somber passò dunque a sprigionare il suo, inizialmente della stessa tonalità. I suoi occhi e la sua figura furono avvolte da un'intensa aura che lo illuminava, rendendolo quasi come una divinità agli occhi meravigliati dei due allievi. Una totale maestria come la sua non poteva che essere ammirata. Persino Soyo spalancò leggermente le sue palpebre, fissando con ardore le grandi iridi nere su di lui. Sia Takao che la compagna, però, parevano in grado di sostenere la pressione tenue che lo spadaccino trasmetteva loro, tant'è che le espressioni sui loro volti apparivano rilassate, serene, in pace e totale armonia con l'ambiente che li circondava. Quasi in sintonia con la natura. I cinguettii dei volatili tra le fronde degli alberi nel bosco, l'oscillazione delle ultime foglie ostinatamente aggrappate ai rami, il fruscio di quelle secche che invece erano precipitate al suolo, persino i furtivi passi degli animali che popolavano il paesaggio sembravano essere un tutt'uno con loro in una calma soverchiante.

I sorrisi sul loro viso però furono rapidi a scomparire. Somber mutò bruscamente tipologia di Kaika: lo intrise di istinto omicida e lo indirizzò dritto verso Emily e Takao, i quali cominciarono dapprima lentamente a esibire smorfie d'ansia, per poi avvertire un disagio sempre maggiore.

L'energia che circondava Somber diventò più scura, fino a raggiungere gradualmente una tonalità rosso sangue. La densità del suo Kaika aumentò, così come la pressione che emetteva. Soyo scrutava la scena con sguardo impassibile, come se stesse studiando il comportamento del collega.

Emily fu la prima a perdere integrità. Il controllo sul suo Kaika vacillò, fino a che non si disperse grossolanamente nell'aria. Spalancò gli occhi all'improvviso, tremante e sofferente in volto. Cominciò a tossire, l'ossigeno le mancava sempre più, fino a quando non stramazzò al suolo, scossa da violenti brividi in un susseguirsi di gemiti. Dopo un po' anche Takao prese a dare segni di resa, finché non si inginocchiò, dolente, con gli occhi arrossati e lacrimanti.

Fu quando Emily iniziò a implorarlo di fermarsi, che Somber finalmente diede loro tregua. Entrambi si accasciarono al suolo, prendendo ampi respiri, agognanti d'ossigeno.

Soyo sbuffò, delusa, a quella scena. Forse anche innervosita.

"Bene, riposate un po' adesso. Avete potuto constatare quanto possa essere duro misurarsi con qualcuno superiore a voi." Affermò Somber.

"Grazie, Somber. Cercheremo di fare del nostro meglio per migliorare!" Emily si avvicinò e gli regalò un sorriso radioso, vagamente complice. L'altro ricambiò, scompigliandole con calore i capelli scuri. Ma poco prima che potesse aggiungere altro, fu spintonato con furore da Soyo, la quale si posizionò davanti a lui.

"Non hanno potuto constatare un bel niente. Sei una delusione, Blacklight." Sibilò, inacidita. Anzi, infuriata.

Somber sgranò per un attimo gli occhi, mentre osservava Soyo avvicinarsi a passi decisi a Emily, che ancora si stava riprendendo dal fiatone.

La ribelle più esperta emise il suo Kaika, colmandolo di intenzioni violente come Somber poco prima, ma conferendogli un'intensità ancora maggiore. Dopodiché lo veicolò tutto quanto su Emily. La giovane, presa alla sprovvista, fu immediatamente assalita da fortissimi brividi che divennero presto spasmi.

"Soyo, cosa credi di fare? Lasciala andare." La ammonì Somber.

Ma lei non lo ascoltò nemmeno, mentre le urla di Emily si espandevano nell'ambiente. La ragazza provò a sfuggirle, strisciando con i gomiti lontano, ma Soyo le prese il viso tra le mani e la costrinse a guardarla nei suoi ipnotici occhi spalancati al massimo, che in quel momento sembravano di una profondità quasi infinita.

"Soyo..." La chiamò ancora il compagno, più allarmato. Anche Takao stava tentando di rialzarsi per intervenire.

"B-basta, ti prego! Aiuto!" Supplicò Emily, prigioniera dello sguardo terrificante di Soyo, il suo corpo ormai in preda a orribili convulsioni.

"Soyo!" Gridò Somber, ora furibondo.

A quel punto, la ragazza ritirò il suo Kaika, liberando Emily, ma terminando l'opera con un poderoso calcio allo stomaco che la spedì pericolosamente vicino al precipizio. Alla fine, Emily perse i sensi.

"Penosa." Quasi ringhiò Soyo.

Takao, nel frattempo, si era avvicinato a lei.

"Ehi, cosa diavolo-" ma dovette fermarsi. Soyo gli aveva rivolto un'occhiata orripilante, talmente minacciosa da gelargli all'istante il sangue nelle vene. Takao rimase impietrito, senza osare aggiungere altro. "Questa qui fa sul serio... se muovessi un altro passo, mi ucciderebbe davvero." Deglutì, intimorito dalla sua losca superiore.

Fu Somber ad afferrarle la spalla. Il suo braccio tremava ininterrottamente, e non per il timore.

"Cosa credi di fare...?" Sussurrò, in un tono roco che indicava tutta la sua furia.

Ma Soyo non si mostrò affatto intimorita.

"Ti devo parlare, vieni con me." Si limitò a mormorare, dirigendosi a grandi falcate verso il cuore del boschetto, mentre Takao si inginocchiava accanto a Emily per prestarle soccorso.



Soyo condusse Somber nel cuore del bosco che si estendeva alla destra del sentiero in pendenza per l'accampamento. Deviarono a circa metà strada e dopo un breve tragitto a passo sostenuto tra le profondità della vegetazione secca, i due partner sbucarono in una piazzola erbosa al centro della quale un grazioso pruno dominava la scena con le sue foglie rosate e a tratti violacee, ondeggianti nel vento torbido che spirava in quella tarda mattinata.

Ping e Pong avevano seguito a ruota la loro padrona e adesso stavano annusando curiose le caviglie di Somber, provocandogli un leggero solletico. La giovane dall'ondulata chioma nera si arrestò proprio sotto l'alberello, e rivolse a Somber un'occhiata a dir poco truce.

A un tratto, prima che Somber se ne potesse accorgere, le due volpi mutarono. La loro forma si affusolò notevolmente e in un istante si attorcigliarono come serpi attorno alle sue braccia, assumendo una consistenza più densa. I suoi movimenti erano ostruiti.

"Ma cosa..." pensò il ragazzo. "Stanno gradualmente assorbendo il mio Kaika, è in grado di fare anche questo con i suoi poteri della nebbia?" Erano capacità molto simili alle sue, dell'oscurità, ora che ci rifletteva. "Soyo... non costringermi a reagire. Cosa diamine pensi di combinare oggi, eh? Sei impazzita?" Cercò di placarla, ma l'espressione sul viso di lei era incontrovertibile.

"Cosa penso di fare? Semplice, quello per cui tu a quanto pare non sei portato! Vuoi spiegarmi che senso ha insegnare a due persone che dovranno combattere in una guerra, se ci vai così leggero? Per colpa tua saranno annientati in un baleno una volta che saranno al fronte! L'hai pensato questo, mentre risparmiavi alla tua bella Emily di tossire una volta di troppo? Te lo dico chiaro e tondo, e penso che tu sia abbastanza intelligente da capirlo: lei morirà durante questa guerra. Rispetto a Takao è debole." Sentenziò, spietata, Soyo. "A meno che noi non la addestriamo nel modo opportuno."

"Potresti anche aver ragione, ma nonostante questo tu ci sei andata troppo pesante per essere la prima volta che utilizziamo il Kaika su di loro." Controbatté Somber in tono piuttosto contrariato.

"Tanto meglio!" Gridò l'altra, alzando molto la voce. "Ora sa cosa vuol dire fronteggiare un nemico estremamente superiore a lei in tutto. Se dopo questa batosta non saprà reagire, allora se ne andrà e sarà meglio per noi e per lei!"

"Kojiro non la lascerà mai abbandonare questo posto, ora che ne conosce l'ubicazione. Potresti averla privata di ogni chance di salvezza, lo sai questo?" Il giovane emanò in uno scatto d'ira una copiosa quantità di Kaika oscuro dal braccio destro, e una delle volpi fu costretta a dileguarsi per non essere assorbita da lui. Somber fissò per un momento con le sopracciglia inarcate il vortice nebuloso che l'animale era diventato in modo da sfuggirgli. Per un attimo era certo di aver colto qualcosa di anomalo nel comportamento impaurito della volpe. Qualcosa di umano.

"Solo perché sembra che tu ci sia affezionato, la aiuterò a scappare prima di comunicarlo a Kojiro qualora dovesse voler mollare tutto. Sempre meglio che trattarla come una bambina che sta imparando ad andare in bici, è ridicolo." Soyo lo riportò alla questione, un po' meno alterata rispetto a prima. Forse aveva notato il dubbio nelle iridi del compagno riguardo la volpe. Infatti, fece ritirare anche l'altra, con un rapido gesto. "Se hai capito, vieni. Torniamo al promontorio. Da ora in poi, tu allenerai Takao, mentre a Emily ci penserò io personalmente." Tuonò, con un tono di voce che non ammetteva repliche.

Somber sospirò. Quel lato responsabile e autorevole di Soyo era giunto del tutto inaspettato a lui, e se possibile la rendeva ancor più loquace del solito. Ma in un certo senso, sapeva che la compagna avesse ragione: il suo era stato un approccio fin troppo comodo. Anche se più che per empatia verso gli allievi, aveva assunto quell'atteggiamento in virtù del metodo che Fujiwara Taiyo aveva adottato con lui anni prima. I due contesti però, si rese conto, erano praticamente agli antipodi e urgeva un approccio diverso per insegnare il Kaika a Emily e Takao. Purtroppo era necessario essere più crudeli, per il loro bene.

Mentre risalivano il sentiero per raggiungere il solito posto, Soyo davanti con le volpi e Somber dietro a osservare i suoi capelli cascarle disordinati sulle spalle e sul collo a ogni passo, la ragazza voltò il capo di novanta gradi, guardando di sottecchi l'accompagnatore per un secondo, incerta.

"Scusa se ti ho aggredito..." mugugnò appena, per poi accelerare il passo.

Somber non seppe come reagire.

La verità era che a Soyo quel lato gentile che aveva mostrato, così atipico da parte sua, non era dispiaciuto affatto. Ma non avrebbe potuto sopportare che Somber si affezionasse troppo a Emily, rendendola debole, e finendo inesorabilmente per perderla.

Com'era già accaduto a lei.

Lo spadaccino volse di nuovo la sua attenzione sui due piccoli esseri fumosi dall'andatura incostante. Sembravano spinti solo dal calore umano che percepivano, tanto che quando Soyo non c'era, era lui la persona attorno alla quale gironzolavano. Ai suoi occhi quelle volpette erano sempre state avvolte da un velo di mistero, specialmente per il legame di quasi dipendenza tra loro e la padrona.

"Tranquilla. Torniamo da quei due." Chiuse la faccenda, affiancandosi all'amica.

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