Capitolo 51

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Il gelo continuava a penetrare in profondità, fino alle sue ossa.
Era ormai così radicato dentro di lei, che aveva smesso di sentire dolore, e non percepiva più la sensibilità della pelle, né del corpo. Il silenzio regnava sul mare ghiacciato in cui era intrappolata, era sola con i suoi pensieri nel bel mezzo di quello che fino a poco prima era un colorato campo fiorito.

Nella mente della ragazza bloccata all'interno della trappola di ghiaccio formata da Alex aleggiavano pensieri confusi, misti a strane immagini che lei non riconosceva. In particolare, una scena che le era balenata all'improvviso in mente, come un fulmine a ciel sereno, l'aveva confusa e turbata profondamente.

Al suo interno, dei fiochi raggi solari illuminavano una stanza che sentiva di conoscere, nonostante non ne avesse alcun ricordo, distorti dal vetro di una piccola porticina che conduceva a un balcone soleggiato pieno di piante. Era consapevole di essere molto più piccola rispetto a com'era nel presente, stava armeggiando con dei giocattoli seduta sul pavimento.

Davanti a lei, vedeva in maniera sfocata una figura di un'altra persona, seduta e voltata di spalle, più piccola: un bambino che giocava insieme a lei.

Riusciva solo a distinguere il colore dei suoi capelli, di un biondo chiaro, illuminati e schiariti ulteriormente dal sole, che la infastidiva, finendole negli occhi.

Provava una sensazione incredibilmente nostalgica, agrodolce. Come se fosse stata catapultata all'interno di una realtà a lei estremamente nota, ma che aveva perduto. L'odore che percepiva, proveniente dal bambino dai capelli dorati davanti a lei, era qualcosa di così familiare...

Il ghiaccio, nel frattempo, iniziava a sciogliersi. Sybil riuscì a muovere debolmente le dita, e con il passare dei minuti anche altre parti del corpo.

"Quell'odore..."

Si resse con le braccia per non cadere di faccia, respirando lentamente, i capelli grigi fradici che le coprivano le guance. Aveva sentito quello stesso profumo così nostalgico proprio quel giorno stesso, nel momento in cui era atterrata sulle spalle del suo avversario, sussurrandogli delle parole all'orecchio.

Entrando in contatto con i suoi capelli biondi, illuminati dalla luce del sole.

Le era chiaro, aveva compreso il significato di quell'immagine piombata nella sua mente in modo così inaspettato, come un'inondazione in seguito alla bassa marea.

Più che immagine, preferiva chiamarla col suo vero nome.

Ricordo.

Sybil si inginocchiò, guardando il cielo limpido con le lacrime che le rigavano il viso. Per la prima volta, un'espressione colma di pura dolcezza era disegnata sul suo volto.

"Alex..." mormorò, con un fil di voce.




Peter osservava con incredulità mista a rabbia Hanz, che se ne stava davanti a loro con il suo ghigno compiaciuto e beffardo.

"Ci ha presi in giro... ci ha fatto combattere contro la sua illusione mentre ci osservava comodamente da dietro." Sussurrò Alex con tono sconfortato.

"Possiamo davvero fare qualcosa contro di lui?" Domandò Karen, anche lei basita da quella prova di forza da parte del loro avversario.

Peter digrignò i denti fin quasi a farli scricchiolare. "Bastardo..." strinse forte i pugni, infuriato. "Combatti come un uomo!" Fece per gettarsi selvaggiamente su di lui, ma fu fermato dalla voce della sua maestra.

"Peter, fermati subito!" Lo chiamò a gran voce Mary-Beth, avvolgendolo in seguito con una piccola ma spessa corda di seta, e trasportandolo letteralmente di peso di fronte a lei.
Poi, avvolse Hanz in un groviglio di ragnatele per guadagnare tempo.

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