Capitolo 25

110 20 266
                                    

L'ora era tarda al molo di Gloomport Town e l'aria iniziava a farsi molto fredda, ma l'atmosfera sul campo di battaglia al contrario era bollente. Dai guerrieri che riempivano la zona trasudava un animo combattivo e furioso che rendeva frizzante l'atmosfera serale.

A questo, si univa lo sgomento, la frustrazione, per coloro che avevano visto loro alleati divenire vittime dei feroci assassini invasori, troppo in fretta e con troppa brutalità.

Soprattutto, l'ira traboccava dai tre amici che attorniavano l'energumeno a torso nudo, coperto di bruciature e ferite, ma vincente in volto.

"Ehi, fenomeno da baraccone, mi hai sentito? Lasciala immediatamente." mormorò minaccioso Peter, la mano destra puntata sulla schiena di Jansen, pronto a emettere una scarica di vento.

Somber continuava a puntare la sua Mugenyoru sul collo del gigante dai poteri di diamante. Alex dal canto suo era rosso per la rabbia, mentre premeva l'ascia di ghiaccio contro il suo fianco.

"Se proprio insistete, la lascio andare." ridacchiò Jansen, gettando Dorothy oltre il molo, sulla superficie del mare.

Alex compì un gesto con la mano e l'acqua sulla quale atterrò Dorothy si trasformò in neve soffice. Poi, con un'altra torsione del polso, fece innalzare la neve fino a trasportare lentamente la povera ragazza sulla nave, e ad appoggiarla sul pavimento legnoso e scricchiolante con delicatezza.

Dorothy restò lì, distesa e semicosciente, respirando a fatica con la bocca aperta.

Vederla in quello stato aveva reso Alex disperato e infuriato. "Non mi importa più nulla di te o delle tue motivazioni. Non avrò riguardo, ti ammazzerò come un cane per quello che hai fatto, bastardo!" urlò.

I tre compagni erano sul punto di attaccare insieme Jansen, quando si avvertì un forte afflusso di aura, seguito da una serie di rumori sordi in successione: Peste Nera, Masamune e Bartolomeu erano improvvisamente intervenuti nello scontro.

"Hai fatto abbastanza per stasera, Dolberg, questi lasciali a noi." affermò col suo tono sommesso e duro Masamune, mentre premeva la sua spada contro quella di Somber.

"Direi che ti sei divertito anche troppo!" sogghignò Peste Nera, scontratosi con Peter.

"È arrivato il nostro momento." concluse, calmo, Bartolomeu, che invece si era posizionato davanti ad Alex in tutta la sua maestosità.

Jansen sospirò. "Proprio adesso dovevate rompermi le palle, voialtri! E va bene, fate pure, ma non giocate troppo con la preda, mi raccomando. Questi qui pungono." bofonchiò in tono brusco, mentre si allontanava dal centro della battaglia, arrivando a pochi metri dal punto dove Candidus riposava e controllava a tratti la ferita al ginocchio infertale da Koyomi, accompagnata da Ater.

Peter, Alex e Somber si ritrovarono circondati dai tre membri dei Vulture.

"Meglio restare uniti, questi sono pericolosi." suggerì il primo.

"Già, visto cos'ha fatto uno solo di loro a Bonny, Cornelius e Dorothy?" sussurrò Alex.

Peter guardò con tristezza il corpo senza testa di Cornelius e quello di Bonny, dal volto martoriato. "Un viso così bello, rovinato in quel modo..." mormorò tra sé e sé. Poi, pensò a come Jansen avesse torturato Dorothy, sentì ancora le urla strazianti della sua amica riecheggiargli nella testa.

"La pagherete... la pagherete molto cara! Mi avete sentito? Io sono Peter, allievo del maestro Fujiwara Taiyo e cresciuto all'orfanotrofio di Jolly Hall. Sulla mia vita, giuro che ve la farò pagare per tutte le vite innocenti che avete distrutto!" gridò il guerriero, con orgoglio.

Alex lo osservò, sorpreso dalle sue imponenti parole. Somber azzardò un sorrisetto compiaciuto.

"Cos'è questa sensazione?" pensò, stupito, Masamune. "Perché sono intimidito dalla sua presenza? Chi è davvero questo ragazzo?"

GuardiansDove le storie prendono vita. Scoprilo ora