Capitolo 26

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Peter, Alex e Somber si trovavano in una situazione spinosa. Di fronte a loro c'erano tre membri dei Vulture: combattenti e utilizzatori di Kaika molto più esperti. Come se non bastasse, ce n'era un altro che aspettava dietro di essi, i capelli grigi a spazzola e una cicatrice lungo un occhio serrato, che ancora non aveva compiuto nessuna mossa, e ciò infastidiva non poco i tre compagni Guardians.

"Se vogliamo avere qualche chance di sopravvivere, dobbiamo restare uniti." raccomandò Peter ai due compagni al suo fianco.

"Detesto ammetterlo, ma stavolta cooperare con te è la scelta migliore." concordò Somber.

"Ehi, ragazzi, e io non esisto?!" fece Alex, spaesato.

"State con me, quando attaccheranno, noi chiudiamoci schiena contro schiena e difendiamoci meglio che possiamo. Appena vedete un'apertura, colpite senza pietà!" esclamò Peter, con estrema sicurezza nella sua voce.

Alex lo guardò, ammirato. "In fondo è sempre il leader nato che conosco, anche se è un tipo svogliato." pensò. Con lui a guidarlo, sentiva di potercela fare davvero. Proprio come da piccoli, si sentiva protetto ogni volta che il suo amico era presente.

Peste Nera, Bartolomeu e Masamune però li attaccarono all'improvviso verso direzioni opposte, costringendoli a indietreggiare, e i tre furono divisi dal loro assalto fulmineo.

"Dannazione! Hanno trasformato la battaglia in degli uno contro uno come se niente fosse!" pensò Peter, mentre respingeva una manata sferrata da Peste Nera. Squadrò il suo avversario: aveva il viso completamente nascosto dalla maschera, così come il corpo, coperto da un lungo impermeabile scuro. Perfino le mani erano celate da guanti bianchi. L'unica cosa che si vedeva, in effetti, erano gli occhi rossi da un paio di fessure nel copricapo.

Peste Nera ridacchiava di continuo con sommessa malizia, innervosendo il ragazzo.

"Cosa c'è da ridere? Vediamo se continuerai quando ti avrò spaccato quel becco del cazzo." sbottò, infatti, in tono minaccioso.

"Hai la bocca piuttosto larga, ragazzo, non vedo l'ora di cucirtela..." rispose l'altro, sempre canzonatorio.

"Ah, sì?" Peter puntò la mano destra verso di lui. "Tornado!"

La scarica di vento si diresse a gran velocità verso Peste Nera, che tramite un elegante salto con capriola in avanti riuscì a evitarla. Sembrava quasi l'avesse fatto automaticamente, tanto era stato naturale nel movimento.

"È abilissimo." analizzò il ragazzo. Rinforzò dunque la parte sinistra del corpo, rivestendo il braccio e mezzo busto con il suo ronzante Kaika elettrico, e si gettò verso l'avversario.

Peste Nera schivò il suo diretto e parò i due calci in fila susseguenti con movimenti decisi e precisione assoluta. Era su un altro livello. Peter tentò un terzo calcio alto ma il Vulture glielo bloccò con una mano, tenendogli la gamba ferma in aria. Ghignando, compì un movimento leggero orizzontale con il braccio sinistro, e una fitta nebbia verde si propagò nell'atmosfera intorno a loro.

Peter iniziò a tossire pochi secondi dopo averne inalato una minima parte. "Ma questo è veleno!" esclamò. Puntò la mano verso il terreno, dandosi la spinta verso l'alto con il vento appena in tempo.

"Può manipolare l'aria, avvelenandola. È un potere terrificante. Se non mi fossi allontanato..." analizzò. Sentì poi un fruscio di fianco a lui e un attimo dopo intravide una sagoma nera sopra la sua testa, come un volatile che si librava nei cieli notturni. "Quanto è veloce?!"

Vide Peste Nera dare forma a una mezza dozzina di aghi dal colorito verdognolo nelle fessure tra le dita. Peter provò a darsi la spinta con una scarica di vento, per anticiparlo e colpirlo al volo attraverso un montante elettrico caricato nella mano sinistra. Gli aghi lanciati dal nemico lo centrarono prima, e il giovane si sentì subito indebolito. Gli girava la testa, cominciava a perdere coscienza.

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