Capitolo 81

56 11 119
                                    

Con la schiena poggiata contro la parete bianca, Candidus e Ater fissavano intensamente gli avversari davanti a loro.
La tensione era palpabile nell'aria, entrambi attendevano il momento propizio per farsi avanti.
Candidus iniziò a scuotere qualcosa all'interno dei palmi delle sue liscie mani pallide.

"Ehi, Danny." Bofonchiò un ragazzo dai capelli neri e un paio di tirati quanto lucenti occhi arancioni.

"Dimmi tutto, Masami." Rispose l'altro, con capelli violacei rialzati.

"Tu hai capito a che stiamo giocando?" Chiese Masami, un po' stordito.

"Ehm... no, amico. Mi vergognavo di dirlo ma non ci sto capendo niente." Ammise Danny.

"Ah, meno male."

Candidus infine lanciò il dado che teneva tra le mani sul tavolino, adagiato nella zona est del vasto giardino, parte della tenuta Radius, un tempo appartenuta alla sua nobile famiglia.

"Abbiamo vinto ancora!" Esclamò, raggiante.

"Sì ma a quale gioco?! Non capisco niente!" Esplose Masami, alzandosi di scatto.

Ater sospirò pazientemente, il volto rassegnato.

Candidus a sua volta arricciò, infastidita, le labbra. "Come sarebbe, non conosci l'Impiccato e il Guardiano?! Devi essere veramente un povero perdente, allora, i miei sospetti erano fondati!" Disse la ragazza, palesemente offesa per i commenti negativi al suo gioco da tavolo preferito.
A quanto pareva però, solo lei e Ater ne conoscevano le regole.

"Ma da quando lo sospetteresti, scusa? Racchia scema e antipatica!" Masami rispose a tono.

"R-racchia...?" Candidus fremeva dal furore.

"Non avresti dovuto, amico." Mormorò Danny al compagno.

Ad Ater, Candidus, Danny e Masami faceva piacere passare del tempo insieme quando era possibile.
Avevano più o meno tutti la stessa età, e tra loro c'era una buona intesa, nonostante Candidus affermasse sempre che lo faceva solamente per non finire a restare da sola con Peste Nera.

Lui metteva i brividi a tutti loro.

Ater la osservò mentre si sfogava su Masami, tirandogli le guance e i capelli, grato di poter di nuovo vivere momenti come quelli insieme a lei, dopo averle consegnato quel video orribile ritrovato tra le rovine del suo vecchio orfanotrofio: Sunwaning Estate.

Lui e Candidus avevano ristabilito quello che poteva essere definito un rapporto decente; quantomeno adesso la sua amica d'infanzia non lo denigrava appena vedeva il suo viso.
Al contrario, ogni tanto gli era capitato di coglierla mentre lo scrutava di nascosto, per poi distogliere gli occhi non appena si incrociavano con i suoi.
Non parlavano se non per salutarsi, non ancora, ma era comunque un buon modo per cominciare a ricostruire un rapporto distrutto, che non sarebbe mai più stato lo stesso, ma per cui secondo Ater valeva assolutamente la pena lottare.

In quel momento, il giovane vide Candidus calmarsi di getto e lasciar finalmente andare il povero Masami: Satyria aveva svoltato l'angolo per chiamarli e la ragazza le stava correndo contro.

"Capo! Che bello vederti!" Le frinì attorno come un grillo.

Satyria sorrise come avrebbe fatto una sorella maggiore, accontentando Candidus.

"È successo qualcosa?" Domandò, distaccato come sempre, Ater.

"Venite con me, tutti e quattro. Karasu è tornato dalla South Arena e ha diverse notizie da darci." Affermò la donna.



Quando tutti furono all'ingresso della tenuta e videro la sagoma autoritaria di Karasu davanti alle austere sbarre che delimitavano l'edificio, immediatamente furono colti da un forte senso di sicurezza. Uno che nessun'altro riusciva a infondere loro come faceva il leader indiscusso dei Vulture.

GuardiansDove le storie prendono vita. Scoprilo ora