Capitolo 115

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Peter si trovava disteso su di una superficie fibrosa, morbida al tatto, nella quale sentiva quasi sprofondarsi. L'aria era intrisa di leggiadria e un odore che gli giungeva familiare spirava nel vento. Subito annegò in un mare composto di agrodolce serenità, una sensazione che aveva già vissuto, anche se forse vissuto non era il termine adatto.

Gli ricordava infatti ciò che aveva provato durante il suo ultimo incontro con Misty, quando il suo corpo era stato orribilmente martoriato, morente.

"Dove sono?"

Si alzò in piedi, confuso, e studiò il circondario.
Fin dove l'occhio nudo riusciva a scorgere, non distinse altro che grano e il suo giallo tenue che invadeva tutto l'ambiente con l'ondeggiare dei fili liscissimi.

"Northfield...?" Sussurrò, non capendo cosa stesse accadendo. Fino a un attimo prima era da tutt'altra parte rispetto ai dolci campi di grano in cui aveva passato alcuni mesi della sua vita negli anni precedenti.

Cosa voleva dire?

A un tratto, di fronte a lui notò un insieme di capelli biondi che riconobbe all'istante. E, sulla destra, quasi a formare un triangolo tra i tre presenti, vide una ragazza dai capelli rossi, sfumati lateralmente di giallo.

I due parvero accorgersi di lui, all'apparenza assaliti dalla stessa confusione.

"Peter!" Lo chiamarono all'unisono.

"Alex, Karen, siete voi?" Il ragazzo rispose al richiamo, spiazzato da quell'incontro surreale, nell'ambiente bucolico dall'atmosfera fin troppo soave in cui si era ritrovato.

"Sì, sembra che siamo tutti e tre in questo... strano luogo, per qualche motivo. Non vi ricorda Northfield?" Constatò Alex.

"Lo stavo pensando anch'io!" Replicò Karen. Il suo volto apparve a Peter e Alex piuttosto segnato, come se fosse reduce da una sofferenza immensa, schiacciata dalla pressione. "Sembra il posto in cui si trovava la casa di Mary-Beth." A quel nome, la sua espressione si rabbuiò ancora di più. Forse la battaglia a Fiery Littoral era stata solo un sogno? Oppure era lo scenario attuale a esserlo? Ma sarebbe stato strano, considerando che Peter e Alex le sembravano estremamente reali. E in più davano l'idea di essere straniti quanto lei, mentre nei sogni tutto appariva così ovvio, dato per scontato, senza le domande che in quel momento tormentavano tutti e tre.

"Ma cosa sta succedendo? È impossibile che siamo stati catapultati tutti qui, di punto in bianco." Disse Peter. "È quasi come se stessimo sognando nello stesso momento."

"Non è del tutto falso, Peter."

Il ragazzo si voltò, udendo quella voce che gli inondò il petto di calore.
In mezzo alla fitta vegetazione, distinse una figura di spalle con indosso un rustico vestitino nero e un cappello di paglia. Non era apparsa dal nulla, piuttosto, erano i tre che per qualche misteriosa ragione parevano non averla notata fino a quel momento, pur essendo lei tra di loro da un bel po'.

"Mary-Beth! Cosa succede, tu lo sai?" Chiese Alex, con aria grave.

"Non sarà che..." Sussurrò Karen, orripilata.

Mary-Beth sorrise loro, luminosa in viso come mai l'avevano vista, i chiari occhi rosa che riflettevano la luce del sole. "Questo è il mio Ultimo Desiderio, ragazzi. Volevo vedervi ancora una volta, voi che siete le persone a cui devo di più." Rivelò, senza mezzi termini.

Peter trasalì. Allora era davvero come per Misty. "Stai scherzando, vero? Se questo posto è il tuo Ultimo Desiderio, significa che..."

Il volto rassegnato ma allo stesso modo sereno della maestra confermò i suoi orridi dubbi. Il ragazzo si sentì mancare il respiro, quasi crollò sulle ginocchia. Udì Karen iniziare a singhiozzare, già consapevole della realtà dei fatti. L'aveva realizzata con i suoi occhi, d'altronde, pur avendola inizialmente negata.

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