Capitolo 131

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In seguito alla sconfitta di Kojiro da parte di Peter, la battaglia al fronte di Haru durò per circa altre due ore, e vide uscirne vittoriosi i Guardians grazie alla maggiore presenza degli utilizzatori di Kaika.

Dorothy Goover, Alex, Karen Gazinsky e Larina Sadame condussero la loro fazione a una rapida vittoria, a nulla servì la resistenza dei ribelli capitanati da Miyamoto Yuki. Fu lui stesso a dichiarare la resa quando risultò chiaro che si era giunti a una situazione di svantaggio non ribaltabile.

Le morti di Takao e Soyo per mano del presidente Faraday avevano pesato in maniera netta sull'esito della battaglia. Così come la sconfitta di Emily, incapace di continuare a combattere. E naturalmente del leader, Nakajima Kojiro.

L'Esercito Guerrigliero rimase ancora attivo negli accampamenti rimasti nascosti a sud di Southfield, dove i più ostinati superstiti portavano avanti le operazioni nonostante la situazione di netto svantaggio in cui riversava la fazione. La sconfitta a Haru era stata decisiva sia sul campo numerico che per gli approvvigionamenti della capitale guadagnati dai Guardians, che la ribattezzarono definitivamente come New Spring.

I ribelli erano destinati a scomparire entro pochi mesi, ma il Continente centrale rimaneva un luogo profondamente multietnico, dove la razza Guardian e quella Shihaiken non estremista oramai convivevano come già accadeva da decenni, prima delle guerre civili.

Nel frattempo, i nativi superstiti del Continente orientale tornarono via via nella loro terra natìa. Huô insieme alla sua versione infantile prese le redini della situazione e, in cambio dell'incolumità del loro popolo, decise di avviare trattative per una rotta commerciale di cui entrambe le potenze avrebbero potuto beneficiare.

La Seconda Guerra Rossa si avvicinava così al termine, con i Guardians ancora una volta vincitori ma anche con la promessa che non ci sarebbero stati ulteriori spargimenti di sangue.

Per quanto temporanea, come sempre, si giunse a una situazione di pace, e un nuovo equilibrio tornò man mano ad aleggiare sugli uomini e le donne che abitavano il Continente centrale.




"Dunque, le cose stanno così, Somber?"

Dorothy, Peter, Alex e Karen si trovavano insieme all'esterno del dojo del maestro Fujiwara, quello in cui erano cresciuti tutti assieme e dove avevano posto le basi per il legame che condividevano da anni, oltre che quelle per l'apprendimento del Kaika. Era passata una settimana dalla battaglia decisiva al fronte di Haru. Dopo le cure mediche e tutte le precauzioni del caso, era stato infine concesso loro di recarsi dove desideravano. Così, in seguito a una telefonata urgente di Somber, avevano raggiunto il dojo per scoprire di cosa volesse parlar loro con quell'urgenza che non gli si addiceva.

Con lui c'era anche Sybil, vagamente apprensiva in viso.

Dorothy, che aveva posto la domanda, appariva a dir poco sconcertata da ciò che aveva appena udito dalla bocca del suo amico, a stento riusciva a credere a quella scioccante rivelazione. E così anche gli altri tre.

Lo spadaccino dalla pelo di corvo aveva raccontato loro di ogni cosa in cui era incappato insieme alla sorella di Alex nel diario del loro maestro, in quel momento assente, senza alcuna notizia su dove potesse trovarsi.

Aveva parlato loro di come Fujiwara Taiyo condividesse il suo corpo con una misteriosa entità composta di Kaika primordiale, che pareva esistesse da quando le prime forme di vita apparvero sul pianeta, se non da prima ancora. Di come si trasferisse di essere in essere, scegliendone di sempre più evoluti nel corso della storia del mondo in modo da far trasportare loro il peso che era la memoria di tutte le vite che aveva trascorso. Un passaggio di testimone costante, un patrimonio che veniva continuamente tramandato, diventando sempre più gravoso e insostenibile.

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