Capitolo 119

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"Bene! Ci siamo tutti finalmente. Possiamo anche cominciare." Fujiwara Taiyo era davanti ai quattro ex membri dei Vulture superstiti, con Sybil accanto, pervasa da un grigiore sul volto impassibile.

Al contrario del maestro di Kaika, conviviale come suo solito persino in compagnia di vecchi nemici come Kirai, Ater, Danny e Masami.

"Bah, francamente mi sono unito a questa assurda richiesta di quel vecchio bacucco di Faraday solo perché sono stanco di essere un latitante." Grugnì quest'ultimo, gli occhi arancioni sempre distinti da una vena di follia, un po' troppo spalancati rispetto alla norma.

"Stessa cosa per me. Però obbedirò solo agli ordini di Kirai, non ai tuoi, capito, vecchio?" Soggiunse Danny, di fianco al compagno, indicando Taiyo con un dito perentorio. "Non siamo tutti come una certa voltagabbana qui presente." Fissò poi Sybil, la quale, a parte per una lieve aria di cruccio, incassò la provocazione senza reagire.

Kirai gli rivolse una rapida occhiata. Tanto bastò per far capire al seguace che non era quello il momento di polemizzare.

L'occasione che era stata offerta loro per redimersi e riacquistare la libertà era troppo preziosa per buttarla via in nome dell'orgoglio. Nessuno di loro era stato catturato, ma la facilità con cui, tramite Sybil, il presidente era riuscito a trovarli per offrire loro quella momentanea alleanza contro i nativi aveva reso chiaro che non erano affatto al sicuro. Non più celati nell'ombra, come un tempo, sotto la supervisione di Karasu e con le forze del loro gruppo al completo.

"Suvvia, non c'è nessun problema, giovani Danny e Masami. Dobbiamo cooperare tutti qui, per il bene dei nostri scopi in comune." Fujiwara parlò ai due ragazzi quasi come fossero suoi allievi, accondiscendente ma fermo al contempo nel tono.

"Concordo. Ora come ora è meglio sotterrare i vecchi rancori." Intervenne per la prima volta Ater con la sua aria indolente. Sul suo volto però era presente una cupezza differente dalla sua solita. Una sofferenza più radicata, forse dovuta a quel giorno. Quello legato alla morte della sua amica d'infanzia, Candidus.

"Se siamo pronti, io passerei a illustrare la situazione." Concluse i movimentati convenevoli Kirai. "Sappiamo che i nativi hanno costruito una base vera e propria: il loro palazzo reale a pochi chilometri da questo promontorio. Oltre a questo, grazie alle ricognizioni di Ater nelle città di Cobalt e Periwinkle, siamo venuti a conoscenza di una selezione che il re e le sue guardie reali intendono mettere a punto tra gli abitanti, per offrire mansioni ai più dotati e immagino schiavizzare i deboli." Spiegò il gelido assassino del fumo.

Sentendo nominare la schiavitù legata alle zone di Northfield, Sybil fu attraversata da un piccolo brivido, e avvertì di nuovo la colpa dei suoi vecchi crimini. Oramai li aveva espiati, ma nonostante la redenzione, certe volte tornavano a pesare sul suo animo e temeva che l'avrebbero sempre fatto. Dopotutto, nessuno poteva restituire alle vittime che aveva mietuto la loro vita.

Ciononostante, non mostrò alcuna emozione esteriormente.

"Il palazzo reale è comunque in fase di sviluppo, le guardie sono poche e ancor meno quelle di livello vicino al nostro. La maggiore preoccupazione sono le due guardie reali, oltre al sovrano stesso. Quei tre sono estremamente superiori a tutti noi, eccetto forse Fujiwara, che potrebbe lottare alla pari almeno con uno tra loro. Dovremo agire con intelligenza e strategia." Kirai terminò il punto della situazione e fece seguire un breve silenzio per valutare se tutti l'avessero seguito.

"Io dico di mandare il vecchio maestro a rompere tutto e noialtri attacchiamo mentre sono distratti." Propose Masami d'impulso.

Taiyo esibì un'allegra risata. "Per quanto mi entusiasmi l'idea, caro Masami, io non sono ancora in grado di usare al meglio il mio Kaika. Temo ci vorrà ancora qualche ora... nel frattempo, posso darvi una mano con l'Energia Oscura dimensionale." Spiegò, quasi con dolcezza.

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