Capitolo 72

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In seguito al pesante litigio tra Peter e Dorothy, gli eventi si erano susseguiti in fretta.
Mentre Karen e Sybil erano pietrificate dalla drammatica scena, Alex, chino sulla ragazza, le massaggiava delicatamente la schiena con il palmo della mano.
Peter, distrutto dal rimorso, aveva capito che in quella situazione l'unica cosa che avrebbe dovuto fare era andar via.

Lui e Alex non si erano detti nulla, nessuno dei due aveva proferito parola. Però, a Peter risultava chiaro che l'amico fosse adirato con lui, e per questo motivo evitò perfino di incrociare il suo sguardo.
Si vergognava per ciò che aveva fatto a Dorothy, colpire un'amica così importante come lei l'aveva fatto sentire una persona orribile.
Un senso di colpa feroce che lo atterriva e mortificava si era impadronito della sua mente, senza più abbandonarlo.

"Se devi andare, va'." Aveva infine mormorato Alex, trattenendo la rabbia, sempre voltato di spalle. "Coraggio, vattene!" Il suo tono di voce era rancoroso e amareggiato allo stesso tempo.

Peter aveva fatto come gli era stato detto, senza ribattere in alcun modo o provare a far valere le sue ragioni.
Come un automa, si era diretto al cancello principale senza guardare in faccia nessuno, caricato di emozioni negative.

Sul vialetto di ghiaia era stato raggiunto di corsa da Karen. "P-Peter, dove vuoi andare? Sei ancora ferito..." nonostante la domanda, Karen già sapeva dove fosse diretto il compagno. Infatti, non ricevendo riposta, la ragazzina aveva immediatamente aggiunto: "Voglio venire con te. Se sei diretto laggiù allora devo starti accanto e proteggerti."

Peter si era limitato a voltare il capo di novanta gradi, gli occhi rivolti verso il basso, e accennare un piccolo ghigno di gratitudine. "Per favore, Karen, resta qui e bada agli altri. Conto su di te." Aveva bisbigliato.

L'altra non era riuscita a controbattere.
Sul volto di Peter era dipinta un'espressione vacua che le aveva impedito di aggiungere alcunché; era consapevole che qualsiasi cosa avesse tentato per dissuaderlo, sicuramente non avrebbe funzionato: Peter era ormai proiettato verso la sua meta e non gli importava nemmeno dei rischi a cui andava incontro.

A quel punto, Karen era caduta preda di un senso di completa impotenza che l'aveva condotta verso uno stato di angoscia totale.
Costretta a veder allontanarsi sempre più la schiena del ragazzo che amava, senza essere in grado di confessargli i suoi sentimenti né di trattenerlo, pensò di essere la ragazza più inutile sul pianeta e di non valere nulla.

Fu così che Peter si ritrovò a camminare lentamente tra gli alberi rigogliosi, sul sentiero boscoso che sbucava, dopo alcuni chilometri di cammino, sulla zona paludosa della periferia di River Town, in cui si trovava il circo abbandonato dove aveva affrontato i Vulture.

Il ragazzo ci passò davanti senza neppure degnarlo di uno sguardo, assalito da una pressione negativa tale da impedirgli addirittura di pensare in modo chiaro.
Nella sua mente erano impressi solo il volto di Dorothy tramortito dal suo pugno, il viso gentile e lontano di Misty che aveva abbandonato e infine la figura di Kiryuu, colei che teneva prigioniera la ragazza dai capelli indaco, facendo chissà cosa con lei.

Era su quell'ultimo pensiero che Peter indugiava in maniera particolare. Nella sua mente, quella figura nel mezzo dei bassifondi di Slum Lagoon, da cui tutte le sue pene erano iniziate, rappresentava il fulcro del suo dolore.
Ogni emozione avversa e ostile che provava la affibbiava a lei.

Proseguendo in direzione della baracca in cui si trovava Misty, con l'intenzione di tirarla fuori di lì una volta per tutte, Peter stringeva i pugni talmente forte da lacerarne quasi la pelle.

"Tutto questo è colpa tua. Kiryuu." Pensò, gli occhi sgranati dalla furia.




Davanti alla baracca non c'era nessuno.
Tutto taceva, l'unica cosa che si avvertiva era il soffocato scorrere del canale paludoso alle spalle di Peter.

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