Capitolo 141

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Peter, Alex, Dorothy e Somber, ammiravano l'immensità dell'oceano che si stagliava di fronte a loro, dall'intensa superficie blu infinita nella sua vastità. Le onde che si susseguivano sovrapponendosi l'una all'altra su quella tavola piatta schermavano i loro occhi sferzati dal vento ricolmo di iodio e salsedine.

Con le braccia poggiate al parapetto, tutti e quattro si godevano quel momento di relax precedente allo sbarco sul Continente occidentale, ormai più che vicino.

Poche ore prima, Amber li aveva avvertiti che in breve sarebbero giunti a destinazione, come testimoniava l'avvicinarsi di stormi d'uccelli nei pressi della nave, oltre alla profondità degli abissi sottostanti che andava diminuendo per gradi.

Durante tutto il viaggio, né Connor né Satyria si erano fatti vivi, o erano stati trovati. Ma le informazioni che recavano con loro, sconvolgenti quanto preziose, erano stato divulgate Ater Shade, e avevano scosso ognuno, donando al contempo una speranza.

Se fossero riusciti a portare a termine il piano che quell'uomo, il tutore defunto di Connor, aveva ideato, se l'avessero perfezionato, forse ci sarebbe stato un modo per fermare Vallkai.

E magari salvare il loro maestro, Fujiwara Taiyo.

L'ansia e il timore iniziavano già a impadronirsi delle loro menti, dei muscoli e delle ossa, acuendosi vistosamente a ogni lega percorsa in direzione del loro obiettivo. Ma erano anche pronti ad affrontare ogni intemperie.

Insieme, come avevano sempre fatto.

"Ci siamo. Il Continente occidentale." Annunciò Dorothy, mentre lontani lembi di terra, isolotti precedenti al traguardo sparsi per la superficie turchese del mare, prendevano forma oltre la foschia all'orizzonte.

I tre compagni assunsero espressioni gravi ma determinate, decisi a compiere la loro missione, forse la più importante fino a quel giorno.

Peter strinse i pugni, i muscoli degli avambracci si inspessirono e i tricipiti si tesero.

"È laggiù che si trova il maestro Fujiwara. Il nostro obiettivo è lì, oltre il mare."

"Chissà cosa nasconde il Continente occidentale, finora era sempre stato inesplorato." Soggiunse Alex. "Sapere che saremo i primi a metterci piede in un certo senso mi riempie di entusiasmo, nonostante le circostanze... è come se entrassimo ufficialmente nella storia!"

"Anche se la nostra è una spedizione segreta, a differenza di quella del Continente orientale." Gli ricordò Somber, sporgendosi appena dal parapetto per guardarlo oltre la figura di Peter, che era al suo fianco. "È probabile che rimarrà in sordina."

"Ma se avrà successo e torneremo con informazioni e notizie importanti insieme al maestro Fujiwara, forse decideranno di divulgarle e allora sì che ci aspetterà una bella fama!" Gli occhi di Dorothy divennero delle autentiche spirali sognanti da cui trasparivano i gloriosi scenari che in quel momento occupavano la sua fantasia sfrenata. "Faremmo un sacco di soldi!"

"Ecco, lo sapevo..." mugolò Peter sottovoce, mentre Alex ridacchiava.

Dopotutto, non erano cambiate poi così tante cose, pensarono entrambi.

Sebbene avessero intrapreso cammini spesso divergenti, inseguito obiettivi diversi e agito secondo ideali e ragionamenti opposti, il legame e le interazioni che condividevano quando erano insieme rimanevano sempre gli stessi.

Erano persone diverse, pur essendo grandi amici, ma alla fine potevano affermare di non essere mai davvero soli, anche quando la distanza che li separava era immensa.

Perché certe amicizie, certi rapporti, una volta creati e consolidati in determinate circostanze resistevano in eterno, senza spezzarsi mai. E lo dimostrava il modo in cui erano lì, tutti e quattro, a parlare e ridere ognuno a proprio agio.

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