Capitolo 108

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Il vento frusciava tra il sartiame ammainato dell'imbarcazione accostata al litorale sabbioso, accarezzato da un sole cocente che gli conferiva una tonalità luminosa, quasi aurea. Le onde del mare cullavano la maestosa nave che recava il nome dell'ormai celebre compagnia Santos & Co., mentre una dolce brezza salmastra sfiorava il viso dell'uomo dalla chioma rosso sangue, intento a scrutare il luogo in cui erano sbarcati sotto un cielo limpido e privo di annuvolamenti, eccetto per qualche chiazza biancastra sparsa su alcuni stralci azzurri.

Tra i rumori sordi e il viavai dell'equipaggio che scaricava le merci sulla sabbia, oltre a legare le cime alle palme che costeggiavano la spiaggia in assenza di una vera e propria banchina, Saito osservò con i propri occhi di un verde intenso il molo di Lyam, la capitale del Continente meridionale alla quale erano finalmente approdati.

Non si trattava di un autentico porto, siccome Lyam era insolitamente più nota per il commercio, come denotavano i numerosissimi banconi che punteggiavano la zona gremita di gente di fronte allo spadaccino. Diversi muretti di roccia giallastra separavano le botteghe le une dalle altre, e dove il terreno da sabbioso diveniva pietroso e scosceso si susseguivano alcuni tratti in pendenza o in salita.

A più o meno trecento metri, al di là del molo, dei mastodontici palazzi sormontavano tutto l'ambiente con la loro forma alta e ricurva, tanto da far pensare a Saito che potessero crollare da un momento all'altro in avanti, devastando ogni cosa. Oltre le abitazioni ci si addentrava nel cuore dell'enorme città, in cui casupole in pietra e paglia si alternavano a palazzi di cemento armato. Infine, in cima a tutto il resto, lontanissimo su di una collina che dominava la città, una cupola si intravedeva appena nonostante la distanza cospicua: era il palazzo reale di Lyam, di dimensioni gigantesche.

Era lì che Saito doveva recarsi.

"Allora, come ti sembra casa mia?" Era Antonio, una mano complice poggiata sulla sua spalla.

Saito sbuffò. "Questo posto è completamente diverso da qualunque altro nel Continente centrale... fa un caldo insostenibile, tanto per cominciare, anche più di quanto ricordassi dall'ultima volta." Replicò, asciugandosi la fronte con la manica della sua lunga veste in cotone dai colori caldi, che lo avvolgeva fino al capo, coprendo parte della chioma. Antonio aveva consigliato sia a lui che ad Amber di indossare abiti del genere che teneva conservati sulla nave, poiché a suo avviso trattenevano meglio il calore. Ma Saito non si aspettava certo una temperatura tanto esorbitante.

In quel momento, la partner di Antonio era occupata a dirigere i membri dell'equipaggio nello scarico delle merci in seguito all'attracco. Dava anche lei l'idea di non essere abituata a quel calore afoso.

"Col tempo ti ci abituerai. Voi gente di montagna fate sempre così quando arrivate qui!" Canticchiò Antonio, sferrando alcune pacche gioviali dietro la schiena dell'amico.

"In realtà sei tu quello strano a non trovarlo insopportabile... a ogni modo, farò meglio ad avviarmi a palazzo, credo che una scorta mi stia aspettando al limitare della città." Bofonchiò Saito, avviandosi con la schiena curva in avanti verso la città di Lyam, mimetizzato tra la folla.

"Cerca di farti rispettare, mi raccomando. E non strafare." Raccomandò il compagno, ironico.

L'altro si limitò a rivolgergli un cenno con la mano, in segno di rassicurazione.

Quando Saito sparì alla vista, Amber, con indosso un largo abito rosso rubino che metteva in risalto i suoi occhi verdi e brillanti come giada, si affiancò al collega dalla pelle ambrata, nativo del posto seppur privo di veri ricordi in quel territorio arido e maestoso.

"Credi che se la caverà?" Domandò, preoccupata, seppur inflessibile in volto come di consueto.

"Tranquilla. Saito è in gamba, e anche se fosse costretto a trattare, sono convinto che troverà un accordo vantaggioso con la regina Miranda. Non tornerà a mani vuote." Antonio sogghignò, con una certa arroganza mista a fierezza negli occhi incavati e penetranti. "D'altronde, lui è il candidato principale a diventare Ministro degli Esteri, dopo l'assassinio di Goro Konno."

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