Capitolo 34

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Le lacrime non accennavano a fermarsi, continuando a bagnare le guance di Dorothy, inginocchiata davanti al corpo senza vita di Jansen Dolberg.

Quella scena fece sentire Somber come se gli avessero scavato un buco nel petto, lo stomaco gli si strinse. Riusciva a percepire lo stress accumulato dalla compagna durante tutti i mesi che avevano seguito la battaglia al molo, se non durante il corso degli anni in cui aveva vissuto nel desiderio di vendicarsi, nell'odio e nella solitudine.

"Ha aspettato tutto questo tempo solo per assistere a una scena così squallida, scoprendo che l'uomo vittima del suo rancore non era neanche il vero colpevole che cercava." pensò.

Sarebbe stata in grado di reggersi ancora in piedi nella brama di vendetta, in quel vortice di vuoto e oscurità, alla ricerca costante di un colpevole?

Guardandola, Somber capì che non poteva sopportare di vederla in quello stato, doveva starle vicino. Stavolta avrebbe dovuto esserle accanto.

Non l'avrebbe lasciata di nuovo sola.

Le appoggiò una mano sulla testa e la strinse a sé, le lacrime di Dorothy gli inumidirono la stretta maglia nera.

"Non devi caricarti di tutto questo peso da sola, dividilo pure con me. E quando torneremo a casa, lo farai anche con Peter e Alex. Noi saremo sempre accanto a te." Le sussurrò.

Dorothy ebbe qualche altro sussulto, poi staccò il viso dal petto di Somber, scrutando i suoi occhi scuri senza sapere cosa dire. In alcuni casi, forse, era meglio non dire proprio niente e lasciar fluire i sentimenti liberamente.

Nel frattempo, Masamune osservava in silenzio la scena, senza lasciar trasparire alcuna emozione e tenendo lo sguardo fisso sui due nemici.

Dorothy si riprese, alzandosi in piedi pronta a difendersi in caso di un attacco da parte dello spadaccino dai capelli biondo paglia di fronte a lei e Somber.

"Se vuoi vendicare il tuo compagno ovviamente ti capisco, ma sappi che non ti renderemo la vita facile e non esiteremo ad attaccarti insieme." Dorothy cercò di intimidirlo, con il compagno accanto a lei a sostenerla.

Tuttavia, l'uomo inarcò le sopracciglia, come se all'improvviso avesse notato qualcosa di strano che l'aveva sorpreso.

"Fareste meglio a dirigervi nella zona centrale della foresta, precisamente a sette chilometri nella direzione alle vostre spalle: qualcuno di vostra conoscenza è in pericolo."

Dorothy e Somber non si aspettavano minimamente un risvolto del genere.

"Ehi, un attimo, che intendi esattamente?" domandò lei. "Dei nostri compagni sono in pericolo? Di chi parli? E chi ci assicura che non è una trappola e non verremo presi di sorpresa dai tuoi alleati?"

"Non conosco i loro nomi, ma dal Kaika che avverto sono due ragazze che erano anche al molo di Gloomport Town, non è una trappola." rispose Masamune con un tono che sembrava sincero.

"Summer e Amber!" realizzò Dorothy con orrore.

"Come puoi aver avvertito il loro Kaika da sette chilometri di distanza? E perché dovremmo fidarci della tua parola?" contestò Somber.

"Sono il membro dei Vulture con il Vision Kaika più sviluppato." affermò con estrema calma Masamune. "E non mi interessa spargere ulteriore sangue al momento, per quanto voi possiate giustamente odiarci e viceversa, siamo esseri umani anche noi. Ora andate a soccorrere i vostri amici, e lasciatemi seppellire il mio."

I due ragazzi si scambiarono un'occhiata, cercando conferma l'uno nell'altra. Entrambi sentivano di potersi fidare di quelle parole, anche se appartenenti a un nemico. In più, l'urgenza per la possibilità che le loro compagne fossero in pericolo era più forte del sospetto. Lanciarono un ultimo sguardo verso Masamune, poi si voltarono e si diressero a tutta velocità verso il centro della foresta, Dorothy in volo e Somber correndo rapidamente. Se ciò che il biondo spadaccino aveva affermato era vero, non avevano un minuto da perdere.

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