Guardians

Capitolo 117

Peter e Alex osservavano con stupore la silhouette snella e atletica della donna che era improvvisamente sbucata dalla vegetazione alla loro sinistra, il cappuccio abbassato a mostrare i lisci capelli ramati e gli occhi violetti dai tratti inespressivi, glaciali nella loro fermezza.

Satyria Smith.

Ma cosa avrebbe mai potuto volere da loro? I Vulture erano stati ormai estirpati e non c'erano notizie riguardo una riorganizzazione dei superstiti all'assalto di tre anni prima. Senza la presa di Karasu, difficilmente sarebbero riusciti a ristabilirsi, forti come prima. Allora cos'aveva in mente quella donna? Nemmeno la vendetta reggeva come possibilità: non si sarebbe fiondata dinanzi a loro in quel modo avventato. Non era affatto da lei, tra l'altro.

I due ragazzi riuscivano a figurarsi solo uno scenario possibile quanto vago, ovvero che avesse a che fare con Connor, come lei stessa aveva appena pronunciato.

"Cosa intendi con sono qui per conto di Connor? Non poteva presentarsi di persona?" Argomentò Alex, duro nel tono.

"Spiegati, Satyria." Gli fece eco Peter.

"Calma, oramai non sono più vostra nemica. Connor non è potuto venire qui per motivi che adesso non posso spiegare, ma ha chiesto espressamente di te, Alex. Se me lo concedi, ti spiegherò tutto strada facendo." La pacata donna si rivolse al giovane, senza scomporsi affatto, come suo solito.

Alex alzò un sopracciglio, scettico. "Non puoi spiegarci cosa sta tramando Connor ma vuoi che io ti segua a ruota senza fare domande? Mi hai forse preso per stupido?"

"Inoltre, io non lascerei andare Alex da solo verso chissà quale ignoto pericolo. E dato che qualcuno deve restare accanto a Lily in questo periodo, direi che non se ne parla neanche, almeno finché non ci offrirai più sicurezze." Aggiunse Peter, sospirando.

Satyria parve riflettere qualche secondo, la sua corazza di impassibilità statuaria non mostrò alcuna crepa. "Se avete bisogno di qualsiasi garanzia, sono pronta a concederla ad Alex. Avanzate pure le vostre richieste. Posso già assicurarvi che non si tratta di alcuna trappola, e che non è nostra intenzione farvi del male. Ma esporrò i fatti solo dopo che avrete accettato, questo non cambia."

Peter la scrutò con aria incerta. Faceva sul serio, evidentemente si trattava di qualcosa di davvero importante. Chissà cos'aveva in mente Connor quella volta. Già da solo era imprevedibile, se in più a lui si univa la mente cinica e accorta di Satyria allora le probabilità di grossi guai aumentavano in maniera colossale.

"Va bene, ci sto." Alex avanzò di un passo. Poi, come un lampo, chiuse il pugno con un gesto rapidissimo, causando uno scossone in Satyria, la quale dopo aver avvertito una fitta nel petto, dischiuse appena le palpebre in segno di sorpresa. "Questa è la mia condizione. Ho dato forma a un involucro ghiacciato attorno al tuo cuore. Se durante il tragitto dovesse succedere qualsiasi cosa che mi insospettisca, farò in modo che lo avvolga completamente fino a bloccarlo. Se non ti sta bene lo annullo, e puoi anche andartene ora stesso."

Peter fissò il compagno, stranito da quella sua decisione improvvisa. Un tempo non si sarebbe mai spinto a tanto in una negoziazione. Quella freddezza, quasi crudeltà, lo colsero alla sprovvista in senso sia positivo che negativo. Forse, era semplicemente la conferma che Alex aveva padroneggiato il suo lato sadico che in passato così spesso era esploso in maniera sconsiderata, e adesso riusciva a veicolarlo, sfruttandolo a suo vantaggio.

"Sei cambiato, Alex. Quasi non riconosco quel ragazzino insicuro di anni fa, che mi seguiva ovunque..." pensò, malinconico.

"E sia." Satyria si era già ripresa, sempre inamovibile nella sua tenace compostezza. Sembrava sempre avere in pugno tutto ciò che la circondava, il suo atteggiamento calmo e razionale era la sua forza più grande. In quello somigliava molto ad Alex, seppur in modo più maturo.
"Accetto la tua condizione. Se vuoi seguirmi, ti farò strada e ti spiegherò tutto, promesso."