Capitolo 82

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"Ok, può bastare per oggi. Andate pure a riposare."

Takeshi sancì la fine dell'addestramento per migliorare la resistenza e la durata del Kaika, che ormai andava avanti da due settimane.

Peter, Alex, Dorothy e Karen crollarono sull'erba, completamente esausti per la fatica.

"Fiuu! Ragazzi, oggi ci ha spennato, il cespuglione!" Commentò Peter, seduto a gambe incrociate con il corpo tonico e imperlato di sudore.

"Guarda che ti sento, con quei capelli poi, non potresti proprio parlare!" Disse, acido, Takeshi.

Peter alzò gli occhi al cielo e sbuffò, rendendo lo spadaccino ancora più contariato. Si divertiva a farlo innervosire, proprio come i suoi amici, eppure, in quei giorni, lui e Saito li avevano portati a migliorare le loro prestazioni nell'utilizzo del Kaika in maniera nettissima.

"Mi sento totalmente diversa rispetto a quando abbiamo iniziato, e siamo solo a metà percorso! Potrei usare lo Stadio Finale forse addirittura per un minuto, adesso!" Esclamò Dorothy, sudaticcia e piena di entusiasmo.

Anche Alex e Karen parevano molto soddisfatti, soprattutto la seconda, che fino a pochi mesi prima non era nemmeno in grado di controllare un minimo il proprio Kaika.

"Siamo tutti cresciuti tantissimo, e lo dobbiamo anche a voi due. Takeshi, Saito, grazie mille!" Affermò con dolcezza Alex, spiazzando i due samurai. Karen annuì allegramente.

"Non è nulla... vorremmo evitare che schiattaste dopo un secondo nell'assalto contro i Vulture." Balbettò Takeshi.

"Non indugiate su questi risultati, dovrete migliorare ancora di più nelle prossime due settimane, se volete davvero avere chance contro quegli assassini." Consigliò Saito con aria saccente.

"Che ti atteggi a fare da gran maestro? Ti sei solo limitato ad aggiustare le loro posizioni ogni tanto. Soprattutto quelle di Dorothy e Karen, tra l'altro... ho fatto tutto io!" Fece Takeshi.

"Silenzio."

"Silenzio un cazzo, vedi di non arrivare in sovrappeso al momento cruciale..."

I ragazzi, con lo spirito alleggerito da quell'atmosfera familiare, si alzarono per andare a lavarsi, scherzando e ridendo tra loro.
Era da molto che non riuscivano a vivere un momento del genere, dunque se lo stavano gustando appieno in compagnia.

Sebbene all'appello mancasse ancora Somber.



Dopo essersi cambiato e rinfrescato, Peter decise di parlare con Takeshi riguardo alcuni dubbi che lo tormentavano continuamente.
Aveva intenzione di far luce su delle faccende che gli erano poco chiare sul diario di Misty, a cominciare dal suo vero nome: Nozomu Araumi.

In quel momento, Takeshi era seduto sul pianerottolo intorno al dojo, con la sua lama azzurra sotto braccio e lo sguardo rivolto al cielo limpido, macchiato da poche nuvole candide come neve, sparse in maniera sporadica.

"Posso sedermi?" Chiese il ragazzo.

"Mmh." Grugnì la guardia.

"Volevo domandarti alcune cose riguardo Misty, o meglio Akira, e il suo diario... tu e Karasu l'avete incontrata, anche se per poco. Com'era da vicino? E chi erano davvero questi Araumi?" Peter aveva una marea di interrogativi che sorvolavano la sue mente ed era affamato di risposte.

"Mi hai preso per un'enciclopedia?" Sbottò Takeshi. Poi, notando lo sguardo deluso di Peter, decise di rispondere seriamente. "Ascolta..." sospirò. "Non conoscevo benissimo gli Araumi, so solo che li chiamavano baciati dal Kaika, perché a quanto pare, secondo una leggenda avevano subito una qualche influenza da un popolo oltremare, incrementando di parecchio le loro capacità. A questo punto penso si trattasse di quei pazzi in cui i tuoi amichetti a Antonio si sono imbattuti nel Continente orientale. Quanto ad Akira... non l'ho conosciuta bene, ma era molto gentile, come hai potuto notare tu stesso. Mi ricordava una persona a cui in quel periodo ero legato. Non meritava quella fine." Takeshi chiuse l'ultima frase con tonalità più drammatica, quasi stanca.

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