Capitolo 47

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Peter e Alex erano piuttosto scossi. Si trovavano di nuovo nel cortile della casa di legno di Mary-Beth in cui si erano allenati durante quei mesi, dopo aver oltrepassato il varco dimensionale aperto dalla loro maestra fuori dal Cobalt Dome. La giornata era stata molto lunga e faticosa, e soprattutto ricca di sorprese e pericoli.

"Quei maledetti ci avevano teso una trappola fin dall'inizio." Osservò infastidito Peter, una volta che si fu alzato in piedi.

"In qualche modo siamo riusciti a scamparla..." mormorò Alex, che in parte sembrava ancora irato per le azioni di Sybil nei loro confronti. Si era sentito molto in empatia fin da subito nei suoi confronti, sebbene ignorasse il perché, dato che a conti fatti era pressoché una sconosciuta.

Mary-Beth si trovava poco più avanti rispetto a loro e non diceva niente. Se ne restava semplicemente immobile a fissare il cielo con il copricapo di paglia sulla testa. Peter e Alex notarono che tremava a intervalli.

"Ehi, maestra. Tutto bene?" La chiamò Alex.

Lei non rispose.

"Maestra?" Tentò Peter.

Mary-Beth non sembrava nemmeno riuscire a sentirli.
Continuava solamente a guardare il vuoto con aria afflitta.

"Ehi! Mary-Beth!" Stavolta Peter alzò la voce.

La donna parve aver percepito il suo richiamo, poiché il suo corpo ebbe un lieve sussulto, e lentamente si voltò verso i due ragazzi. L'espressione sul suo viso li fece preoccupare non poco: era completamente assente, come se un pensiero o un ricordo lontano le stesse occupando la mente in maniera costante, impedendole di dedicarsi ad altro.

"Scusate, ho bisogno di restare sola per un po'. Devo schiarirmi le idee." Rispose alla fine, tornando leggermente in sé. "Voi mettete a letto Karen."

Peter e Alex decisero di acconsentire per poi vedere come si sarebbero sviluppate le cose. Karen giaceva sull'erba fresca e morbida, sempre coperta unicamente dalla giacca che Peter le aveva avvolto attorno al corpo, dopo quella sua misteriosa trasformazione. I due amici ancora si chiedevano di cosa si trattasse, come fosse stato possibile.
Certo, erano salvi grazie a quella metamorfosi, ma ciò non toglieva che Karen aveva dato l'impressione di soffrire molto in quella forma.
L'unica certezza che Peter e Alex avevano, era che quell'aspetto fosse legato al bracciale a forma di drago che la ragazza si era sfilato prima di assumerlo. Ma in quale modo le due cose coincidessero, continuavano ad ignorarlo al momento.

Peter prese in braccio Karen per portarla a letto all'interno dell'abitazione, seguito dal compagno. "Allora la porto dentro, parleremo più tardi." Si rivolse a Mary-Beth.

Quest'ultima però appariva di nuovo assente, persa in qualche scenario remoto che Peter non riusciva a vedere. Il ragazzo si scambiò uno sguardo grave con Alex, poi entrambi si diressero con Karen verso l'ingresso della casa. Avevano capito che in quel momento non erano in grado di aiutare Mary-Beth, qualunque cosa la stesse affliggendo. Sarebbe stato meglio lasciarla stare per qualche ora.



Sistemarono Karen nel letto di Peter al piano di sopra, assicurandosi che stesse in una posizione comoda. La ragazza era ancora priva di sensi e dall'espressione sul suo viso sembrava completamente priva di energie, come se tutta la sua forza vitale si fosse concentrata per poi esplodere in un attimo, lasciandola del tutto esausta.

"Come ti sembra la situazione?" Domandò Peter ad Alex, mentre vegliavano su di lei.

"Non saprei dirti. È tutto molto confuso, ci sono troppi segreti, come quello del bracciale di Karen, e questa è una cosa che può indebolirci. Anche Mary-Beth sembra nascondere qualcosa." Analizzò Alex.

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