Capitolo 39

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Danny Wolf iniziava a essere impaziente. Batteva ripetutamente il piede a terra, seguendo un ritmo isterico, con un'espressione infastidita sul volto.

"Oi, Masamune! Insomma, ma quanto ci metti?" esclamò alla fine.

"Vuoi per caso affondare negli abissi a metà strada? No? Allora non darmi fretta e lasciami lavorare in pace." rispose, stizzito, lo spadaccino, senza nemmeno voltarsi a guardarlo.

"Abbi pazienza, Danny. Creare un'imbarcazione che regga nel mare per diversi mesi con noi all'interno, utilizzando il Creation Kaika, non è facile." Aggiunse Bartolomeu, mentre osservava affascinato dei piccoli uccelli esotici che stavano svolazzando sulla sua testa.

"Che rottura, però..." sbottò il ragazzo dai capelli viola, dando un calcio alla sabbia, che si sollevò in una piccola nuvoletta polverosa.

I cinque compagni Vulture erano arrivati lentamente sulla costa, lontani dalla zona in cui risiedevano i Guardians, e Masamune era stato incaricato di creare un'imbarcazione non troppo grande o visibile che avesse permesso loro di tornare a casa. Era l'unico tra loro a possedere la specialità del Creation Kaika, e quindi doveva fare tutto da solo. Ciò richiedeva uno sforzo considerevole, dato che aveva anche combattuto un avversario formidabile poco prima, insieme a Peste Nera e Bartolomeu.

Mentre lo spadaccino si sforzava, concentrando il proprio Kaika, gli altri ne approfittavano per riprendere le forze.

Peste Nera era seduto a gambe incrociate su un grande masso sotto una palma, Bartolomeu osservava il cielo e gli uccelli a riva, a pochi metri da Masamune. Danny, invece, continuava a passeggiare avanti e indietro sul bagnasciuga senza sosta, ansioso di lasciare l'isola, mentre Masami era da un po' dietro un cespuglio al limitare della foresta.

"E tu vuoi uscire da lì dietro, Ishii-imbecille?!" lo chiamò Danny.

"Ma che vuoi, la natura ha chiamato all'improvviso..." si udì la voce di Masami fare capolino dalla vegetazione.

"Ma sei lì da quasi un'ora!"

"Guarda che non mi sento molto bene, penso di avere la diarrea."

"Ti prego non aggiungere altro..."

"Volete calmarvi un po', voi due? Accidenti." li ammonì stancamente Peste Nera.

Danny mise il broncio ma non aggiunse altro e smise di lamentarsi.

Dopo qualche minuto di pace, in cui regnava il silenzioso smorzato solo da ambigui rumori provenienti dal posticino in cui Ishii Masami si era appartato, Masamune emise un profondo sospiro, e si voltò verso di loro.

"Bene, ho completato l'imbarcazione. Reggerà fino alla fine del viaggio ma fate comunque attenzione mentre siete a bordo." annunciò.

"Bel lavoro. Avanti, vediamo di sloggiare da questo inferno." disse Peste Nera, alzandosi e discendendo dal masso su cui era seduto.

"Sembra essere venuta bene!" intervenne Masami, emergendo dai cespugli in cui era rintanato.

"Ah, ora esci, eh?" si lamentò Danny.

"E sta' zitto, vorrei vedere te con la diarrea."

"Non dire più quella parola, maledizione!"

I cinque osservarono il risultato ottenuto da Masamune. Era una sorta di battello in legno, lungo all'incirca dieci metri e non troppo alto, resistente e ideale per viaggiare in mare senza dare nell'occhio.

"Non ci hai immesso gli attributi del vento durante la creazione, giusto?" chiese Bartolomeu.

"Naturalmente no, è una barca ordinaria in tutto e per tutto. Solo rinforzata dal Kaika per essere più durevole e resistente. Durante il viaggio potrei nasconderci circondandola con della foschia, in modo da non essere individuati." rispose l'altro.

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