Capitolo 138

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"Che significa che Connor e Satyria sono già sulla nave?" Peter, così come Karen ed Emily, era decisamente incredulo per la rivelazione del ragazzo apparso improvvisamente nella sala d'allenamento.

"Si sono infiltrati di nascosto poco prima della partenza, io li ho aiutati con delle copie-ombra dell'equipaggio in cui si sono mimetizzati." Spiegò Ater. "D'altronde, già con i Vulture funzionò quella volta a Gloomport Town... ma tranquilli, stavolta non abbiamo ucciso nessuno. Ho solo creato copie abbozzate quel tanto che bastava per passare inosservati."

"Ma perché? Gli avevamo già concesso il permesso di salire a bordo, come mai non si sono fatti vedere e basta?" Domandò una Karen spaesata.

Ater si massaggiò la nuca, perdendosi per un attimo negli occhi d'oro simili a quelli di una salamandra della ragazza con cui conservava un legame d'amicizia. Gli era mancata la sua presenza, quell'ingenuità resa più vaga rispetto a come ricordasse dalle intemperie e il passare degli anni, ma sempre presente in lei.

Fissò Peter, accanto alla giovane, che lo scrutava con aria interrogativa, mantenendo una calma matura nello sguardo.
Non era così quando lo aveva incontrato di sfuggita, tempo prima. Allora era un ragazzino rumoroso ed esaltato, troppo incline a mettersi nei guai buttandosi in prima linea a prescindere dalle difficoltà. Ora da lui traspariva molto più senso di consapevolezza, una sicurezza che lo faceva apparire più forte.
In un certo senso, lo trovava più interessante di prima.

"Vi comunicherò il messaggio di Connor e Satyria, per cui hanno deciso di nascondersi. Io però non ho interesse nel combattervi, dunque sappiate che non vi creerò problemi in alcun modo. Sono qui per sostenere Satyria, ma non per spargere sangue inutile." Disse il giovane dal ciuffo corvino. "Per farla breve, Connor non rivelerà le informazioni preziose che possiede sulla condizione del vostro maestro, a meno che non accettiate una condizione."

"E sarebbe?" Borbottò Peter, squadrandolo ancora da capo a piedi. "Non mi sembra proprio il momento per certi giochetti di merda stile Connor." Aggiunse, infastidito.

"Sentiamo cos'ha da dire, Peter. Magari è importante." Intervenne Emily, col suo tono razionale. "Ma chi è quel tipo tutto cupo? È carino, sembra un po' Somber..." pensò poi tra sé e sé, arrossendo vagamente.

Ater sospirò, senza accorgersene affatto. "Connor non uscirà allo scoperto fin quando non potrà regolare i conti col vostro amico: Alex." Rivelò. "Sembrerà insensato, ma lui è fatto così, pare. È un fanatico del combattimento. È probabile che esca fuori persino una volta che saremo già sbarcati, in un momento inatteso."

"Invece ha perfettamente senso..." Peter sogghignò, riconoscendo in quella condizione la vera essenza del letale mercenario.

Fin da quando l'avevano incontrato al concorso per Guardians aveva sempre avuto una morale e delle priorità ambigue, tutte sue. Sapeva che un giorno sarebbe arrivato il momento in cui avrebbe avanzato una proposta del genere ad Alex.

Evidentemente, lo considerava pronto ad affrontarlo, adesso.

Con la situazione in cui versavano sarebbe potuto sembrare inopportuno. Ma la verità era che viaggiavano in alto mare sul come salvare esattamente il maestro Fujiwara, o anche solo come affrontarlo se davvero aveva sconfitto con facilità il re dei nativi, come si diceva. Le informazioni che in qualche maniera Connor possedeva a riguardo per loro erano imprescindibili.

"Che situazione... dovremo informare Alex, dunque. Chissà come la prenderà." Si chiese Karen, a capo chino.

"Oh, lo so già." Peter ammiccò con sagacia. "Sarà sicuramente desideroso di risolvere la questione anche lui. Non sembra, ma lui è davvero orgoglioso. Puoi pure dire a Connor di scegliere un luogo adatto, Ater. Sono certo che Alex accetterà. E vincerà."

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