Capitolo 95

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Poco più di un mese dopo l'arrivo di Takeshi al dojo del maestro Fujiwara Taiyo, grazie a quotidiani allenamenti fisici e mentali, il ragazzino finalmente divenne capace di padroneggiare l'utilizzo di Armor, Hardening e Vision Kaika: i tre princìpi di base dai quali poi poter sviluppare le proprie tecniche e abilità personali.

Takeshi scoprì di essere molto portato per quel sistema di poteri ed era un apprendista molto precoce, capace in maniera equilibrata nell'utilizzo di tutti e tre i princìpi, così come anche Karasu.

Agli inizi gli allenamenti erano asfissianti per il novizio, reggere la pressione del Kaika del maestro Fujiwara e al contempo combattere con Karasu lo sfiancava, e annullava del tutto le energie del suo corpo e della sua mente. Ciò lo rendeva ancor più irascibile del solito, anche per il fatto che perdeva in modo per lui umiliante ogni incontro con il compagno.
Gradualmente, però, Takeshi iniziò a prendere dimestichezza con il Kaika e riuscì a sopportare con sempre più disinvoltura la pressione opprimente dell'aura di Taiyo, finché un pomeriggio non vinse il suo primo scontro con Karasu.

Naturalmente quando ciò accadde iniziò a gongolare per tutto il cortile, esultando come se avesse appena vinto il titolo di spadaccino dell'anno.
Ci volle un altro dei buffetti di Shinzo con forza lievemente maggiore del solito per placarlo, sorte condivisa con Saito e Antonio, che gli avevano subito dato corda nei festeggiamenti, vendendoli come un pretesto per fare baldoria e prendere in giro Karasu.

Così, in un soleggiato mattino di fine aprile, Takeshi e gli altri tre si ritrovavano al cospetto di Taiyo e Shinzo. Il maestro intendeva parlare loro dello stadio successivo legato al Kaika, il quale avrebbe finalmente risvegliato le loro reali capacità.

"Perfetto, eccoci qui riuniti. Siete pronti a scoprire la vera essenza della vostra aura?" Esordì il maestro. "Siete stati tutti bravissimi durante il periodo di allenamento, specialmente Takeshi, che partendo molto indietro ha dovuto mettersi in fretta al passo degli altri." Proseguì, mentre la ragazzina che gli arrivava alla vita, al suo fianco, mostrava un sorriso colmo d'ammirazione che faceva arrossire d'orgoglio sia Takeshi che Karasu.

"Non c'è voluto molto a raggiungere questi mollaccioni." Disse il ragazzo dal cespuglio azzurro, con un volto che era lo specchio dell'arroganza.

"E quando mai mi avresti raggiunto, felce azzurra? I tuoi movimenti con la spada sono ancora tutti scordinati." Sibilò Karasu, a cui gli elogi rivolti al rivale non andavano proprio giù.

"Come mi hai chiamato?! Sei solo geloso perché ti ho quasi raggiunto in duelli vinti, ormai ce ne saranno due o tre a separarci." Rispose Takeshi con un ghigno malefico.

"Sono quattro. Porta bene il conto, brutto baro."

"Ci risiamo..." ridacchiò Saito alla loro destra. Antonio, sulla sinistra invece, era intento a pulirsi distrattamente un orecchio con il mignolo.

"Su, Take, Karasuccio, siete entrambi dei portenti! Sono fiera al cento per cento di ognuno di voi e non vedo l'ora di assistere alla vostra Cerimonia della Fioritura!" A riaddomesticare i due cavalli sciolti e impedirgli di finire nell'ennesima zuffa, fu ancora Shinzo, stavolta non tramite i suoi deboli ceffoni ma con belle parole di adulazione che resero entrambi frenetici.

Infatti smisero all'istante di litigare e le rivolsero degli sguardi da ebeti pieni di ammirazione.

"Che coppia di imbecilli." Commentò Saito.

"Però maestro, cos'è questa cerimonia a cui Shinzo ha accennato? Non porterà mica via tanto tempo?" Chiese d'un tratto Antonio.

Taiyo sorrise della sua impazienza con fare paterno.
"Affatto, dovrà passare solo una notte perché il processo sia completo. E grazie alla vostra buona predisposizione ad attendere che Takeshi, l'ultimo arrivato, arrivasse al vostro livello, potrete affrontarlo tutti insieme. Mi congratulo con tutti per la maturità mostrata." Affermò.

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