Capitolo 121

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Shuî era visibilmente scosso.

Si trovava al limitare della cappa di fumo in cui, secondo ciò che percepiva con il suo Vision Kaika, una miriade di suoi sottoposti stavano venendo massacrati da misteriosi afflussi d'aura improvvisi.

Il nativo, nonché guardia reale, avvertiva dei picchi di Kaika improvvisi propagarsi in zone specifiche sempre diverse della zona immersa nel velo grigio che oscurava la vista. Poi, in un battito di ciglia, quell'aura scompariva, insieme a quella di cospicui gruppi di soldati.

"Cosa diamine sta succedendo qui dentro?" Si chiese, prendendo ad avanzare a passo svelto nel fumo, le mani incrociate al petto, nascoste dalle maniche larghissime della sua veste in cotone purpureo. "Chiaramente si tratta di un attacco a sorpresa da parte di intrusi, con molta probabilità al soldo dei Guardians." La sua voce era un soffio sinistro e acuto. Prese a perscrutare i dintorni con gli occhi grigio-celesti ridotti a due fessure concentrate. "Percepisco uno strano Kaika costante, ma debole allo stesso tempo. È diverso da quello che appare di balzo e miete vittime tra i nostri..." sussurrò.

A un certo punto, una presenza oscura alla sua sinistra lo fece scattare di lato per lo spavento. Ma quando si riassestò, non notando reazione nel presunto avversario, si accorse della sua vera natura: una sorta di manichino umano, simile nella forma a uno dei soldati nativi, ma completamente nero.

Era una copia.

"Capisco... un fantoccio composto di Kaika, presumo di tipo ombra. Probabilmente ce ne sono sparsi in tutta la zona per chilometri, fuori dalla portata del Vision Kaika di Huô per renderli meno localizzabili. È possibile che provenga da loro l'aura debole e costante che sentivo. Anzi, è così di certo. Suppongo li usino come esche per attirare i nemici e poi eliminarli." Shuî sorrise di gusto, sotto il colletto alto della sua veste. "Astuta questa gente dell'ovest. Possiedono tutti Kaika delle più disparate tipologie, meno potenti ma più duttili del nostro, puro. E sanno anche benissimo come usarlo."

La disposizione delle copie, pedine dell'immensa scacchiera che gli assalitori avevano allestito sul territorio, lo affascinò nel profondo.
Tanto che desiderò ardentemente prendere parte a quell'insolita partita. E vincerla in modo schiacciante.

La guardia convogliò d'improvviso tutta la sua energia blu indaco ai margini del corpo, l'aria si distorse, come se trattenesse tra le sue stesse molecole un enorme potere da rilasciare.

"Ora devo solo trovare quelli che stanno decimando tutti con questa strategia. Ma prima mandiamo loro un bel messaggio. Sono sicuro che mi faranno divertire!" Esclamò, estasiato, l'uomo dalla pelle bluastra.

Tutto il suo tremendo Kaika fu liberato in una volta.



"Eh? Cos'è questa potenza?" Danny, celato in mezzo al manto grigio nel quale era appostato, sgranò gli occhi alla manifestazione improvvisa di un'incredibile aura nelle vicinanze.
Le braccia che sorreggevano il fucile violetto composto dalle sue fiamme condensate, con il quale aveva appena ucciso decine di nemici, presero a tremare per l'adrenalina che gli dilatava le vene. "L'ultima volta che ho percepito un'energia simile è stata nel Continente orientale... ma perché si è mostrato con tutta questa noncuranza? Forse ha scoperto me e Masami, o uno dei due, e vuole farci sapere che non ci teme?"

Danny restò immobile su un ginocchio, continuando a guardarsi attorno. Parte del fumo si era diradato per il rilascio di Kaika precedente, e adesso si stava via via riaddensando. Quello era il momento in cui era più semplice scovarli, soprattutto per Masami, che abbatteva i suoi bersagli in volo col suo uranio.

I due giovani combattenti mantenevano sempre al minimo i loro Kaika, finché non avvistavano un nemico attirato dalle copie di Ater, e si liberavano di lui in un colpo solo a distanza. Danny col suo fucile di fiamme, Masami con sottili raggi d'uranio.

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