Capitolo 128

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Il terreno era smosso dalla flebile corrente sulla sconfinata e brulla distesa che era il campo all'esterno della città di New Spring, anche conosciuta dalla gente originaria del Continente centrale come Haru, la capitale. Tutto era pronto per lo scontro che avrebbe determinato per gran parte le sorti dell'infinita guerra combattuta tra Guardians ed Esercito Guerrigliero.
Quella che si era protratta a lungo già dal primo conflitto, foriera di odio al suo termine.
Sentimento alimentato e amplificato dalla causa ribelle, dall'esistenza dell'organizzazione dedita alla vendetta chiamata Vulture, dal malcontento dei guerrieri reduci dagli orrori visti durante le battaglie e i massacri in quell'insensato scenario bellico.

La rabbia, l'orgoglio spezzato, l'umiliazione avevano condotto al culmine della sopportazione, sfociando in un ulteriore susseguirsi di morte e dolore.

Nella Seconda Guerra Rossa, che adesso era alle sue battute finali.

La battaglia di Haru non sarebbe stata l'ultima, ma di certo i suoi protagonisti erano al corrente di quanto una vittoria avrebbe significato quel giorno. Per i soldati Guardians difendere la capitale e fonte di maggiori risorse belliche era vitale, così come per i ribelli conquistarla avrebbe voluto dire essere a un passo dal dominio totale sul continente.

Larina Sadame, in testa all'esteso esercito di cui era generale, imperava con il suo portamento regale e vigoroso. La manta blu che indossava sull'armatura svolazzava nella brezza spettrale di quel pomeriggio mortifero, mentre la lama della sua spada nel fodero risplendeva al contatto coi raggi pallidi del sole. Pronta a macchiare la sua candida superficie del rosso del sangue nemico.

Pensando alla battaglia che aveva combattuto sullo stesso fronte dieci anni prima, trovò ironico il fatto che allora stava tentando di conquistare la città che adesso invece era in procinto di difendere. Eppure, i suoi occhi gialli come la sabbia non tradirono neppure un accenno di emozione, puntati con freddezza dritti contro le truppe avversarie, a circa cinquecento metri di distanza.

Alla spalle della donna, rispettivamente a destra e a sinistra, Dorothy e Alex osservavano con la stessa impassibilità l'orizzonte. I loro sguardi promettevano morte, i loro muscoli erano rilassati e pronti a scatenare la loro potenza al segnale di Larina.

Somber non era presente. Alla fine, aveva deciso di non combattere per nessuna fazione, affermando che aveva delle cose importanti di cui accertarsi.
Peter, invece, non era ancora riuscito a stabilizzato al massimo la sua riserva di Kaika e per il momento non era in grado di partecipare. Così aveva spiegato Karen, in quel momento in piedi poco dietro Dorothy e Alex.

L'esercito dei Guardians era arricchito dalla presenza di diverse truppe appartenenti agli alleati di Lyam, capitale del reame principale nel Continente meridionale.

Tutto era pronto. Il silenzio che dominava prepotente sul campo recava con sé la tensione accumulata da ogni singolo combattente, pronta a essere scaricata in una volta sola attraverso la violenza più pura.

Alex strizzò gli occhi, e riconobbe tra le fila nemiche il crine opaco dal colorito arancione di Nakajima Kojiro, leader dei ribelli. Così come, ai suoi lati, Tokugawa Soyo, Miyamoto Yuki e quello che identificò come Takao, accompagnato da Emily, sua amica d'infanzia. Entrambi si erano distinti nella battaglia di Greywatch, mesi prima.

Il biondo sospirò e volse per un attimo lo sguardo verso la ragazza dal candido crine che amava, la quale se ne accorse e ricambiò con un sorriso accennato. La paura, si resero conto entrambi, non sarebbe mai sparita del tutto, per quante volte si rischiasse di andare incontro alla morte.

Ciononostante, la presenza dell'uno per l'altra infondeva coraggio nelle loro membra tese.
Anche quella volta avrebbero affrontato il pericolo consci delle loro certezze, della forza del loro legame.

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