Capitolo 92

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"T-tu cosa ci fai qui? Dove sono?"

Immerso nell'infinito, cupo, ma al contempo confortevole vuoto nero dalle fumose sfumature bluastre in cui fluttuava pacificamente, Peter era stato d'un tratto destato dal richiamo di una voce amorevole. Una che aveva impiegato meno di un secondo a riconoscere.

Quella gentilezza, quella serenità che cullava l'udito di chi ascoltava, era letteralmente impossibile da confondere per lui.

Misty. O Akira Araumi, parte del clan in cui lui era nato. Parte della sua famiglia.
Il solo guardarla nei profondi e segnati occhi indaco, che in quel momento apparivano più in pace del solito, gli trasmise una gioia e un senso d'affezione istantanei e oramai radicati a fondo dentro di lui.

"Sono morto?" Chiese il ragazzo, ricordando ciò che Peste Nera gli aveva fatto. Era impossibile che fosse ancora vivo.

"Quasi. I tuoi ultimi respiri risuonano dolorosamente nelle mie orecchie, fanno male." Le parole di Misty echeggiavano in quel luogo dalle fattezze oniriche, quasi fossero irreali, o come se non appartenessero davvero a lei, private delle loro proprietà fisiche, terrene.

Tutto lì sembrava trascendere la realtà, persino i loro corpi sospesi.

"Capisco, quindi è finita per me. Questo è l'Aldilà." Affermò Peter, deluso ma anche rassegnato e sereno come non mai.

"Questo luogo è un tramite, niente più. Né il Paradiso, né l'Inferno." Ribatté, dolce, Misty. "Io stessa sono all'oscuro di cosa possa esserci oltre, è possibile che non ci sia proprio nulla, un eterno e neutro nero. Adesso però, siamo in una dimensione creata dal mio Ultimo Desiderio." 

Peter ricordò di quando Takeshi gli aveva parlato di quel fenomeno: la possibilità di impiegare tutto il Kaika dentro il proprio corpo morente per esaudire una volontà finale, prima del trapasso. L'Ultimo Desiderio.

"Questo non è l'Aldilà... dunque, nemmeno tu sei morta?" Domandò, euforico e speranzoso, Peter, fissando Misty nei grandi e benevoli occhi arcuati.

"Lo sono." Lo disilluse lei. "Attendevo solo te, mi sembra sia passato un attimo da quando mi sono ritrovata qui fino al momento in cui sei apparso... purtroppo, però, il tempo a nostra disposizione è addirittura minore, se consideriamo il suo scorrere nella dimensione reale. Quindi ascoltami, Nozomu, perché dopo non mi rivedrai mai più."

Nozomu. Peter aveva letto nel diario di Akira che quello era il suo vero nome di nascita, scelto dai suoi soli e unici genitori, anch'essi deceduti.
Pensare che anche la ragazza dai capelli indaco, unica rimasta a conoscere la sua autentica identità, sarebbe scomparsa per sempre, lo riempiva di disperazione.

Ma non l'avrebbe forse seguita, ovunque fossero approdati in seguito alla loro morte definitiva?
Qual era stato l'Ultimo Desiderio di Akira Araumi?

"Ti ascolto." Disse Peter.

"Bene." Sospirò Misty. "Nel momento in cui la mia vita è giunta a termine, il mio pensiero è andato a te, Nozomu. Tu non morirai oggi, ma sarà l'ultimo aiuto che potrò darti. Ti concederò il mio Kaika e il tuo corpo subirà una mutazione irreversibile che potrebbe causarti dispiacere, ma questa è stata l'unica condizione possibile per un Desiderio di così cospicua portata... mi dispiace, Nozomu, sappi che io voglio solo proteggerti. È questo ciò a cui mi sono dedicata da viva ed è ciò che compirò adesso, nella morte. Non odiarmi." Concluse, con un sorriso amaro.

"Che stai dicendo? Io non capisco, Misty. Cosa devo fare...?" Le lacrime minacciavano di sgorgare dalle iridi di Peter, stanco e spossato da tutta la rabbia e l'odio provati nell'ultimo periodo, che l'avevano trasformato interiormente, che l'avevavo fatto crescere troppo in fretta.

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