"Sai, anche tu sei una luce per me, Alex." Il tono di Dorothy mutò in modo molto dolce, una melodia delicata che scaldò il cuore ad Alex, e che gli fece percepire dei brividi lungo tutto il corpo.

"Non dire bugie, non lo sono mai stato per nessuno. Io... io ho sempre vissuto di luce riflessa fin da piccolo." ammise.

"Non mi importa. Lo sei per me." insistette Dorothy. Gli strinse la mano più forte, e lo guardò negli occhi con gratitudine, come a trasmettergli tutta la sincerità che permeava quelle sue parole.

"Dorothy..." mormorò lui, accarezzandole i capelli. La ragazza tentennò, poi provò a sporgersi in avanti con il busto, verso di lui. Le sfere auree e intense trafiggevano i suoi tenui occhi simili a porzioni di cielo.

Alex spalancò le palpebre, stupito. Non sapeva minimamente cosa fare. Eppure, si sentiva attratto da lei in maniera ineluttabile, come un corpo celeste che orbita attorno a una stella.

In quel momento, entrò l'infermiera, informando che il tempo per la sua visita era terminato. Alex si avviò veloce verso l'uscita, ancora intontito. Voltandosi un'ultima volta verso Dorothy, vide che gli sorrideva amorevolmente. Ricambiò, promettendo a sé stesso che avrebbe fatto di tutto per proteggerla da altro dolore.

Mentre era fuori, e sentiva la compagna scherzare e ridere con Peter e in seguito parlare allegra con Somber, pensò che era fortunato ad avere persone come loro nella sua vita. A riempirla di calore e felicità.

"Li proteggerò." sussurrò. "Qualunque cosa succeda."

Con l'arrivo della notte, tutti andarono a dormire nelle loro stanze, tranne Dorothy che sarebbe stata dimessa il giorno dopo, in mattinata

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Con l'arrivo della notte, tutti andarono a dormire nelle loro stanze, tranne Dorothy che sarebbe stata dimessa il giorno dopo, in mattinata. Peter e Alex condividevano una camera accanto a quella di Somber, e ne approfittarono per riposare in vista del giorno dopo. Ci sarebbero stati i sorteggi per i quarti di finale, e volevano essere al massimo della forma per gli incontri duri che li aspettavano.

Somber, nella sua stanza, guardava fuori dalla finestra, immerso nei suoi pensieri, e nelle congetture sui possibili scenari a cui la presenza degli individui pericolosi al torneo avrebbero potuto condurre. Ma la sua mente era troppo stanca, nonostante lavorasse meglio al buio di solito. Quella giornata era stata piuttosto sfiancante, quindi decise che avrebbe provato ad addormentarsi subito dopo un po' di meditazione e allenamento nel controllo della sua aura.

Col passare delle ore, tutti scivolarono nel sonno. Anche Peter, nel suo letto poco distante da quello di Alex nella camera spartana in cui sostavano, sprofondò lentamente nel mondo dei sogni.

Sentiva il fruscio delle foglie mosse dal vento. L'aria intorno a lui era gelida, e tutto era ricoperto di bianco. Ma lui avvertiva qualcosa che lo reggeva, che gli trasmetteva calore. Delle braccia. Riusciva a intravedere in modo sfocato dei capelli oscillare lievemente sotto un cappuccio, ciocche color indaco. Poi, la scena cambiò. Era in una casa di legno molto angusta dalle pareti ricurve, quasi irregolari. Nell'aria si avvertiva parecchia ansia. Vide una ragazza con gli stessi capelli indaco di prima voltarsi verso di lui, ma Peter non riusciva a guardarla bene, era tutto troppo sfocato. Voleva vederla, parlarle, ma la sua immagine scivolava via. All'improvviso, tutto scomparve e ogni cosa intorno a lui divenne di un blu intenso. Davanti ai suoi occhi, apparve per un attimo un demone orribile della stessa tonalità, con corna curve e occhi di sangue, che emanava rabbia e rimorso. Era vicinissimo. Lo chiamava a sé. Sempre di più. Si accorse che stava urlando, e il mostro lo imitava, con un ruggito orripilante. Un lamento furioso.

Peter si svegliò col fiatone. Era mattina e tutto sembrava normale.

"Ma cos'era?" pensò.

"Vieni, Peter." lo chiamò Alex, in piedi e già preparato, vicino alla porta del bagno. "Facciamo colazione e prepariamoci, tra poco si terranno i sorteggi!"

Quando uscirono nel cortile del palazzo per prendere un po' d'aria, in attesa di recarsi nel salone principale, dove si sarebbero decisi i nuovi abbinamenti, trovarono Somber assieme a una Dorothy completamente ristabilita e piena di energie, seduti su dei tronchi potati su cui riposare.

"Ehi, Dorothy!" la chiamò Peter. "Stai meglio, vedo."

"Ah, sì!" rispose lei, pimpante. "Credo che nel curarmi abbiano utilizzato qualche tecnica legata al Kaika. Sto anche meglio di prima."

"Fantastico! Facciamo del nostro meglio, allora." esclamò Alex. La guardò con un po' di suggestione per ciò che era successo il giorno prima, ma lei lo rassicurò con un sorriso genuino.

"Ovvio! I soldi saranno nostri!" disse Dorothy.

"Sta ancora pensando solo a quelli..." pensò il biondo, basito.

"Vedo che sei riuscito ad arrivare almeno fin qui. Dai, è un buon risultato per un incapace come te, Stupider." Somber iniziò a insultare il rivale di buon mattino.

"Che hai detto, fenomeno da baraccone?! Spera solo di non capitare contro di me, guerriero nero da due soldi!"

"È proprio quello che spero, cafone."

"Chi hai chiamato cafone?!"

"A te!"

"Su, ragazzi, concentratevi..." li interruppe Alex.

"E state zitti, zotici." si lamentò Dorothy. "Sta iniziando, andiamo!"

Entrarono nel salone e poco dopo giunse l'immancabile speaker festante che annunciò l'inizio dei sorteggi per i quarti di finale. Peter vide arrivare anche Connor, seguito da Lux, e oltre loro distinse una ragazza che non conosceva dai capelli ramati acconciati in una coda laterale. L'ultimo partecipante, un uomo atletico dai corti capelli scuri e l'aria piuttosto posata, fece il suo ingresso e così si poté iniziare la procedura.

"Lasciate che vi spieghi come funziona." esordì lo speaker. "Il risultato del sorteggio apparirà sullo schermo in alto. Per il successivo turno però non si continuerà con il sistema degli abbinamenti casuali, ma seguiremo il tabellone. In altre parole, il vincitore di un incontro affronterà in semifinale il vincitore dell'incontro seguente al suo. Domande?"

Nessuno aveva nulla da ridire. Solo lo spirito combattivo celato dalla totale calma esteriore albergavano in ognuno degli sfidanti.

"Bene! Allora che i risultati appaiano sullo schermo!"

Peter osservò bene gli abbinamenti che apparvero: non si poteva dire che fossero stati fortunati, anche se arrivati a quel punto c'entrava poco la fortuna. Bisognava essere semplicemente più bravi degli altri, e meritarsi di continuare. Lesse dunque uno a uno gli incontri successivi:

Peter vs Lux Brightstar

Dorothy Goover vs Somber Blacklight

Satyria Smith vs Arthur Tombstone

Alex vs Connor Gray.

Alex vs Connor Gray

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