"Ehi, voi due! Cosa ci fate qua sopra a battere la fiacca, eh? Su, diamoci una mossa che Lily ci aspetta per ora di cena." Li esortò, pratica come al solito.

"Dorothy... rilassati un po', c'è un tramonto bellissimo." Alex batté un paio di colpi sul legno accanto a sé, come a invitarla a unirsi a loro cinque minuti.

La ragazza, attratta dall'immagine dei due amici accomodati alla luce del sole morente, i tratti opacizzati dalla penombra del vespro alle loro spalle, non poté fare a meno di sospirare e accettare, sedendo tra i compagni.

"E va bene... in fondo c'è proprio una bell'arietta oggi." Cinguettò, deliziata dal tepore del vento. "Ma pochi minuti, poi ci muoviamo."

"Sì, mamma." Ironizzò Peter.

"Idiota!" Rise lei, accompagnata dagli altri due.

E durante quel momento di rilassatezza, lontano da ogni inquietudine e guaio affrontato in precedenza, in lei riprese forma ogni cosa. Ogni momento vissuto con i suoi amici, dal giorno in cui li aveva conosciuti al concorso per Guardians, al torneo della South Arena, fino alla spedizione nel Continente orientale con Somber, e ai giorni di tacito sostegno reciproco che con lui aveva condiviso a Dismal da bambina.

Quelli che ancora la legavano indissolubilmente al suo ricordo.

Era passato così tanto. Avevano vissuto così tanto. E in così pochi rimanevano.

Dorothy avvertì un nodo avvilupparsi attorno alla sua gola e gettò d'istinto le braccia al collo di Peter e Alex, stringendoli a sé con tutta la forza, tutto l'amore che aveva da dare. Di quello dentro di sé ne conservava ancora tantissimo, a discapito della vita tutt'altro che morbida che le era capitata. Forse era proprio quello il motivo per cui era sempre stata così emotiva.

"Ragazzi, se ne sono andati quasi tutti, vero?" La sua voce era appena un mormorio strozzato.

I due compagni la strinsero più forte, accogliendo il suo dolore e dividendo a sua volta il loro con lei. La ascoltarono sussultare lievemente finché non si calmò, cullata dal loro calore.

"Verranno anche Emily e Sybil stasera." Alex la riportò alla realtà con quell'informazione. "Saito purtroppo aveva da fare a New Spring, ultimamente è davvero impegnato."

"Quella testa a peperone." Farfugliò Peter. Sostenne la nuca attraverso i palmi delle mani, con aria noncurante. "Beh, quantomeno tutti hanno trovato un loro equilibrio. Lily è occupata con la piccola Nanako, Emily ha iniziato ad aiutare miss Gilda all'orfanotrofio, Sybil si è arruolata tra le guardie del governo. Persino il nostro Alex si è messo a studiare per prendere l'abilitazione all'insegnamento!"

"Solo tu campi di rendita coi soldi della spedizione, infatti." Sbottò quest'ultimo.

"Pete è uno spirito libero!" Ridacchiò Dorothy di rimando. "A lui piace fare le cose a modo suo. Non è un adorabile sognatore che si impegna per i suoi sogni come te." Guardò Alex con aria complice, facendolo arrossire leggermente.

"Diglielo." Fece Peter.

"Guarda che non era un complimento."

I tre risero ancora e il clima divenne sempre più disteso, mentre il sole iniziava a dipingere il firmamento con le ultime pennellate di rosa e giallo ocra. Restarono ancora qualche minuto a godersi il momento, a respirarsi a vicenda, immersi nell'agrodolce quiete che li ammantava.

Con la certezza che ce ne sarebbero stati tanti altri, così come altri più cupi, in un oscillante equilibrio di sensazioni e sentimenti indescrivibili, a comporre ciò che era la vita.

E andava bene così. Non c'era più bisogno di odio, di vendetta, di rabbia o sangue.

Si sentivano in pace. Convivendo con luce e oscurità.

"Dovremmo andare." Disse alla fine Dorothy, alzandosi e tendendo le mani a entrambi, un sorriso luminoso quanto il sole calante sul viso.

"Sì, hai ragione." Peter si alzò assieme ad Alex e all'amica, sgranchendosi le braccia, allegro. "È ora."

Prima di seguire i suoi compagni, si voltò un'ultima volta verso il prato del dojo.

Schiudendo le palpebre, gli sembrò quasi di rivedersi, insieme agli altri tre, di fronte al loro maestro. Rivide quei sorrisi entusiasti e ingenui che risiedevano sui loro volti di allora. Le immagini ripresero vita nelle sue pupille, colorandole di verde speranza.
Sorrise, volgendo le spalle a quella scena. Ci sarebbero state tante cose che avrebbe voluto dire a quei quattro ragazzini, se li avesse potuti incontrare.

Nessuna però aveva a che fare con il dolore. Se gliel'avessero chiesto, pur conoscendo già le risposte, Peter era convinto che avrebbe rifatto ogni sua scelta.

Sapeva che il futuro gli riservava ancora tanti giorni entusiasmanti.

Non vedeva l'ora di poterli vivere.

GUARDIANS - FINE.

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