"Ragazzi! Ecco dov'eravate allora, voi pesti." Alle loro spalle sopraggiunse la voce raschiata dalla stanchezza di Amber.

La sua postura nella divisa ufficiale da capitano dell'equipaggio e la pettinatura con l'elegante coda di cavallo però erano impeccabili e professionali come sempre. Così come gli occhi verdi e scintillanti costantemente concentrati.

"Amber, cosa c'è?" La accolse Dorothy, ancora un po' in soggezione in sua presenza, anche se il sorriso solare che l'altra le rivolse contribuì a rassicurarla un po'.

"Volevo solo avvertirvi che abbiamo avvistato terra, non dovrebbe volerci più di un'ora all'attracco. Inoltre, pare ci sia... qualcosa di strano intorno alla posizione dove sorge l'isola maggiore. Un'insolita energia molto intensa, che distorce l'atmosfera nel raggio di chilometri." Rivelò la navigatrice, apprensiva.

Gli sguardi dei quattro amici divennero interrogativi.

"Di cosa potrebbe trattarsi?" Fece Peter.

"Distorce l'atmosfera... che sia Energia Oscura? Ma come sarebbe possibile, laggiù?" Chiese Alex. "Forse sarà opera del maestro..."

"Non lo sapremo finché non lo vedremo coi nostri occhi." Disse Somber, cinico. "Attendiamo di arrivare sul posto per valutare."

Dorothy annuì. "Già, inutile fare vaghe supposizioni adesso. Teniamoci pronti ad affrontare qualsiasi cosa troveremo laggiù. Anche la più assurda."



Quando la nave della compagnia commerciale Santos&Co. si fu avvicinata quanto bastava perché la misteriosa terra del Continente occidentale fosse visibile a occhio nudo, Peter e gli altri, insieme ad Amber, scorsero l'anomalia che la giovane donna aveva descritto loro, e che influiva fortemente sull'atmosfera attorno.

Tutti i presenti ne rimasero totalmente sconvolti.

L'isola mastodontica e gremita di fitta vegetazione tropicale dove sarebbero dovuti sbarcare era inaccessibile a causa di un ostacolo che nessuno si sarebbe mai aspettato di trovare lì, intorno a essa.

"Quella è..." sussurrò Alex, stupefatto.

Non c'era dubbio, il vibrante ronzio che veniva emesso nell'ambiente, sommato al senso di pesantezza alla testa e spossatezza corporea che era trasmesso loro man mano che si approcciavano rendevano chiari la natura di quel fenomeno.

La barriera d'un tenue arancione che circondava per intero il Continente era senz'altro composta d'Energia Oscura.

"È una barriera!" Esclamò un'incredula Dorothy.

"Già." Confermò Amber. "E pare a tutti gli effetti Energia Oscura. Ma come sia finita qui, in questo luogo inesplorato da tutti, non me lo spiego..."

"Potrebbe essere stato il maestro Fujiwara?" Ipotizzò Peter, grattandosi i capelli arruffati con indolenza.

Somber si tastò il mento, come se avesse appena avuto un'intuizione, o se un ricordo vago fosse stato sbloccato nei meccanismi della sua mente.

"Nel periodo in cui ero nell'Esercito Guerrigliero, Soyo mi raccontò di come insieme a Kojiro aveva raggiunto il Continente orientale per siglare la sua alleanza con i nativi del posto."

Si fermò per un istante, emettendo un breve sospiro.

Menzionare Soyo ancora gli procurava dolore nel petto. Il ricordo del suo viso gli faceva male e, nonostante tentasse, non riusciva a seppellire quei sentimenti bui dentro sé stesso com'era abituato a fare. Come Soyo lo aveva abituato a evitare.

Insieme a lei era riuscito a esternare più sensazioni di quanto non avesse mai fatto nella sua intera vita.

Dorothy si accorse della sua difficoltà e gli sfiorò una spalla con le dita, delicatamente. Con un accennato sorriso pieno di benevolenza, lo rassicurò un po', e il ragazzo ritrovò la compostezza per continuare a parlare.

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