"In fondo ti piacevano le mie cure, no?"

"Sta' zitto..."

"Ammettilo, dai."

"No! Muori!" Amber lo scrutò in cagnesco.

I due ragazzi erano allibiti dal litigio che era nato da una semplice conversazione innocente. Mentre Amber tirava le narici di Antonio con violenza, Peter e Alex udirono dei passi lenti e incostanti alle loro spalle.

"Oi, allegra compagnia, datevi una mossa. Sembra che Somber si sia svegliato." Takeshi era venuto ad avvisarli più in fretta che poteva, sebbene già solo dal suo volto si poteva intuire che si fosse appena svegliato.

"Dici davvero?!" Urlarono in coro Peter e Alex.

"Dorothy me l'ha appena detto, sembra stare bene, capelli a parte." Controbatté Takeshi.

"Capelli a parte? In che senso?" Chiese Antonio, aggrottando le sopracciglia.

"Sembra che abbiano cambiato colore, almeno in parte. Non ne so molto, comunque ho telefonato il vecchio Fujiwara per avvertirlo, e ha detto che preparerà un party al dojo stasera per festeggiare. Ho avvertito anche Saito, anche se tramite la segreteria telefonica, il bastardo starà dormendo dopo aver lavorato stanotte. Comunque sia, ci vediamo lì." Affermò Takeshi, cercando di sistemarsi i capelli e la divisa da guardia che indossava in maniera sciatta.

Sentendo nominare il maestro Fujiwara, Peter non poté fare a meno di riflettere su quanto era accaduto la sera precedente, poco prima che si assopisse. Aveva intravisto proprio il suo maestro uscire dalla camera di Somber, pervaso da una strana aura verdognola.
E ora Somber si era svegliato.

"Cosa vorrà dire? Avrà fatto qualcosa?" Si domandò il ragazzo.

"Dove stai andando?" Domandò Amber, rivolta a Takeshi.

"Ho un turno di lavoro stamattina, che seccatura. Quasi quasi lo salto..." la informò lui.

"Va' a lavoro, nullafacente." Antonio lo spronò con una pacca sulla schiena.

"Va bene, va bene. Allora, voi due..." Takeshi si rivolse a Peter e Alex. "Fareste meglio a raggiungere i vostri amici. Non fateli aspettare." L'uomo accennò un mezzo sorriso.

"Sì!" Risposero loro, presi dall'entusiasmo.

"Può anche fare il tipo pigro e distaccato, ma si vede che è contento per la notizia." Pensò Alex, un'espressione serena disegnata sul volto.

Takeshi si congedò con cenno, e i due ragazzi, accompagnati da Antonio e Amber, corsero di gran carriera verso la camera di Somber nell'ala est dell'ospedale, dove si trovava anche Dorothy.
Peter e Alex si sentivano fremere dalla gioia: finalmente si sarebbero di nuovo trovati tutti e quattro insieme.



Arrivati nel corridoio dove si trovava la stanza in cui erano diretti, i quattro trovarono Dorothy, euforica, sull'uscio della porta spalancata.
La finestra scorrevole era aperta, così il venticello proveniente dall'esterno arruffava i capelli candidi che la ragazza alla fine aveva sciolto. Non appena vide i suoi amici, gli occhi le si illuminarono.

"Peter, Alex, ce l'ho fatta! Somber si è svegliato, sono così felice!" Esultò, buttandosi di peso tra le loro braccia.

"È fantastico, Dorothy. Tutto merito tuo." Alex le lisciò la chioma con delicatezza.

"Sei stata grande." Gli fece eco Peter, rifilandole delle pacche sulla spalla.

"Non riesco ancora a crederci." Sussurrò lei.
Poi, sembrò notare la presenza di Antonio, e soprattutto della sua collega. "Amber! Stai bene?" La salutò.

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