"Somber, i tuoi capelli..." mormorò.

"Che intendi?" Chiese lui.

"Hanno... delle sfumature verdi."



Peter e Alex erano all'ingresso dell'ospedale, pronti a visitare Somber per valutare se fossero stati raggiunti dei progressi.
Notando l'espressione serena e appagata dell'amico accanto a lui, Peter aveva capito che il suo appuntamento con Dorothy doveva essere andato a buon fine.

"Allora, tu e Dorothy l'avete fatto?" Domandò di punto in bianco, mentre si accaparrava una bibita fredda da un distributore vicino alla porta d'ingresso.

"C-che intendi? Cos'è che avremmo dovuto fare?" Alex fece l'evasivo.

"Andiamo, si capisce guardandoti in faccia che è successo qualcosa. Non tenermi sulle spine! Dai, dai, dimmi di più!" Insistette Peter, rifilandogli dei colpetti lascivi con il gomito.

"E-ecco... n-non sono affari tuoi." Replicò Alex, imbarazzatissimo.

"Che noia sei, non è mica un delitto interessarsi a una ragazza. Se si tratta di Dorothy poi, posso solo essere felice per voi." Il tono di Peter si addolcì rispetto al solito.

"A ogni modo, lei è tornata qui subito dopo l'appuntamento senza nemmeno cambiarsi, per vegliare su Somber. A volte è così gentile e disponibile da farmi quasi preoccupare, e la cosa buffa è che sembra essere l'unica a non accorgersene. Quella scema..." Alex sorrise tra sé e sé, con un'espressione sognante, probabilmente legata alla sera precedente.

Guardandolo, a Peter venne in mente Karen e il loro saluto a Cobalt.

Spesso gli capitava di pensare a lei e desiderare che fosse lì, in modo da poter passare di nuovo del tempo insieme.
Gli mancavano i suoi modi impacciati, la sua tenera timidezza e il modo in cui sapeva sciogliersi quando entrava in confidenza con lui, rivelando un suo lato più espansivo.

Più di tutto, voleva ascoltare di nuovo la sua voce celestiale, il suo canto che sembrava immobilizzare tutto ciò che la circondava. Quei capelli rossi, accesi come il fuoco, che rispecchiavano la sua forza interiore, così intensa da aver conquistato completamente Peter.

"Chissà dove ti trovi adesso..."

"Come?" Alex lo guardò, perplesso. Aveva parlato ad alta voce.

"Oh, niente, non farci caso. Pensavo a una cosa." Lo tranquillizzò Peter.

"D-d'accordo, allora..."

"Su, raggiungiamo Dorothy e Somber." Peter fece strada all'interno dell'edificio, ma appena dentro, fu richiamato da una voce alle sue spalle.

"Perché tutta questa fretta, giovani pesti?"

Peter e Alex si voltarono, riconoscendo due volti a loro noti.

"Antonio!" Esclamò Peter. "E tu sei..." aggiunse poi, focalizzando l'immagine della ragazza giovane e dai tratti del viso molto gentili, al fianco dell'uomo.

"Ehi, ragazzi. Sono Amber Lullaby, vi ricordate di me?" Sogghignò la ragazza bionda coi capelli legati in un codino.

"Certo, è un piacere rivederti! Ho saputo che eri stata ferita durante la spedizione, come stai?" La salutò Alex.

"Conservo ancora i segni dei tagli che ho subito, e a volte le cicatrici bruciano parecchio, ma si può dire che adesso io stia benone." Rispose Amber. "Antonio si è preso cura di me nei momenti peggiori."

"Naturalmente. Io sono un gentiluomo." Si vantò lui, beccandosi un'occhiata sarcastica da parte di Peter e Alex.

"Solo con le donne, però." Ribatté Amber in tono irrisorio.

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