Karen tirò fuori dal bauletto appoggiato al muro il piccolo e polveroso videoregistratore grigio, collegandolo alla televisione appesa in alto sulla parete, di fronte al suo letto.
Iniziava a farsi sera, e il freddo invernale gelava il paesaggio desolante intorno al camper in cui albergavano i due giovani ragazzi.
Ater maneggiò accuratamente la cassetta con sopra il foglio di carta che recava il nome di Candidus, apprestandosi a inserirla nel registratore.

"Aspetta, Ater." Karen lo bloccò, posandogli una mano sulla spalla. "Non sarebbe meglio se guardassimo prima un video di altri bambini?"

La ragazza aveva paura che Ater potesse subire uno shock, se avesse visto in modo diretto delle scene probabilmente traumatiche riguardanti la sua amica d'infanzia.

"Mmh... forse hai ragione. Allora ne metto un'altra." Afferrò una cassetta a caso e la inserì nel registratore.

Inizialmente, sul televisore apparve solo un ronzante sfondo grigio. Ater e Karen attendevano col fiato sospeso.

Dopo pochi secondi, il video cominciò.

In seguito, i due non furono nemmeno in grado di descrivere a parole gli orrori a cui avevano assistito, le immagini traumatizzanti e disgustose che si erano parate loro davanti. Quelle cassette erano qualcosa che nessuno sano di mente avrebbe dovuto guardare.
Gli occhi di Ater durante la riproduzione di quell'abominevole squallore si spalancarono, inorriditi, mentre Karen dovette voltarsi, poiché non riusciva a sopportarne la vista.

"È-è terribile... ma perché? Come ha potuto avere origine una violenza del genere?" Si chiese Karen, con le lacrime agli occhi.

Ater fissava lo schermo nero della TV, con occhi persi nel vuoto.
"Probabilmente, queste cassette venivano vendute a dei pervertiti della peggior risma... traffici del genere una volta erano più sviluppati e meno ostacolati di adesso." Riuscì a razionalizzare, nonostante il trauma subito.

"Per fortuna, aggiungerei. Cose del genere non dovrebbero mai accadere, a dei bambini poi... dei bambini, Ater! È orribile! Non guardare la cassetta di Candidus, ormai hai capito con cosa abbiamo a che fare, no? Non farti ulteriormente del male, ti prego!" Karen aveva il cuore spezzato e le girava violentemente la testa. Era ormai sconvolta nel profondo, quelle scene non le avrebbe mai più dimenticate, a discapito del passare degli anni.

"Esci, Karen. Guarderò quella di Candidus, ma non c'è bisogno che lo faccia anche tu. È un peso che appartiene solo a me." Dichiarò Ater con solennità, lo sguardo ormai privo di ogni luce, l'animo spoglio di qualsiasi sentimento, eccetto il senso del dovere verso la sua più vecchia amica.

"Oh, Ater..." Karen gli gettò le braccia al collo. "Sono qui fuori se hai bisogno di qualcuno." Bisbigliò.

L'altro si limitò ad annuire in maniera assente.
Seduto su uno sgabello, le braccia incrociate sulle ginocchia, introdusse la cassetta di Candidus nel registratore mentre Karen aspettava fuori.




Ancora scossa, la ragazzina scrutava l'orfanotrofio di Sunwaning Estate davanti al quale il camper era parcheggiato, mentre l'atmosfera serale scuriva i suoi capelli rossi come fiamme.

"In quel luogo sono accaduti fatti così tragici... è un posto maledetto." Disse tra sé e sé.

Intanto, iniziava a provare una certa sonnolenza, il che era strano dato lo shock che aveva appena subito. Faticava a restare lucida per qualche motivo.

"Ma cos'è questo sonno? Quasi non riesco a tenere gli occhi aperti." Karen batté forte le palpebre più volte, cercando di rimanere sveglia, e fu in quel momento che si accorse di un'innaturale deformazione nell'aria attorno a lei.
"Ma questo tutto intorno... è gas!"

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