Tutto tacque.

Rimase solo la lieve brezza del venticello, che soffiava tra l'erba e i fiori accarezzati dal dolce velo nevoso, a farsi sentire.

Proprio mentre Alex stava per avviarsi verso il portale di Mary-Beth, avvertì un termolio nei pressi della prigione ghiacciata. Quest'ultima, improvvisamente, andò in frantumi rivelando la sagoma di Sybil, estremamente provata ma ancora in piedi.

Alex sorrise amaramente. "È una ragazza incredibile. Sono quasi a corto di energia, a questo punto non so se ne uscirò..."

Il viso di Sybil era sofferente, ma desideroso di vendicarsi. "Alex, non avermi uccisa sarà il tuo ultimo rimpianto." Disse con freddezza.

Il ragazzo tentò di piantare bene le gambe a terra, ma gli tremavano. Era stanchissimo.

Sybil partì verso di lui, pareva ancora avere molta forza nelle gambe, sebbene fosse più lenta rispetto a prima.

Il ragazzo eresse goffamente un muro di ghiaccio per cercare di fermarla, ma lei lo saltò con facilità e, mentre era sospesa sopra di lui, gli indirizzò contro dei cocci di litio appuntiti.

Alex non riuscì a reagire in tempo e fu trafitto a entrambe le spalle, emettendo un verso di dolore.

La ragazza atterrò seduta sulle sue spalle, mentre il veleno lo indeboliva gradualmente. "Non ti farà male." Sybil sussurrò queste parole quasi di conforto ad Alex, con le labbra accostate al suo orecchio. Appoggiò le mani sul viso del ragazzo, iniziando a far fuoriuscire da esse della polvere di litio per avvelenare Alex.

"Sto per morire. Mi avvelenerà con quella polvere nelle vie respiratorie.
Mi spiace, sono stato troppo ingenuo..." la vista di Alex si offuscò, e alla fine tutto diventò nero.




"Quando tornerò ne avrai altri." D'un tratto, il ragazzo udì balenargli alla mente le parole che Dorothy gli aveva rivolto quando si erano salutati al molo di Gloomport Town, dopo che lei l'aveva baciato sulla guancia.

"Dorothy... voglio rivederti. Non voglio morire. Non andrà così. Non morirò." Gli occhi del giovane cominciarono ad arrossarsi, fuori controllo. "I miei nemici moriranno, non io. Non mi impediranno di rincontrarti... Sarò io a uccidere. Sarò io a uccidere!
Uccidere. Uccidere..." Alex spalancò gli occhi iniettati di sangue.
Alzò un braccio con velocità e decisione incredibili verso il collo di Sybil, stringendole fortissimo la trachea.

"C-che... A-Alex?"

Lui strinse ancora più forte.
Sybil iniziò a tossire, cercando di spostare la mano del ragazzo impazzito, ma sembrava fatta di pietra.

"Aiuto... m-mi ucciderà. Sta per spezzarmi il collo!" Pensò, terrorizzata.

Alex fece per romperle l'osso, torcendo la mano.

"Nooo!" Urlò Sybil, disperata.

Quel grido fece rinsavire il ragazzo, i suoi occhi da arrossati ritrovarono il colorito normale, la sua espressione maniacale e omicida sparì. Appariva confuso.

Invece di fratturarle il collo, la allontanò, scagliandola in avanti e facendola rovinare al suolo.
Immediatamente, Sybil si distanziò da lui di diversi metri.

"Non mi ha uccisa." Mormorò, massaggiandosi il collo ferito e tirando profondi respiri. "Sembrava impazzito. Cosa gli è successo tutto a un tratto? Pare quasi che adesso si senta in colpa. Ma non ha senso, ho provato a farlo fuori durante tutta la battaglia, mentre lui l'ha sempre evitato... Perché? Non mi considera sua nemica? È solo uno stupido, mi fa infuriare."

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