Capitolo 78 - ...dopo la tempesta

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"Nella vita le cose passano sempre, come in un fiume. Anche le più difficili che ti sembra impossibile superare le superi, e in un attimo te le trovi dietro alle spalle e devi andare avanti. Ti aspettano cose nuove"(Niccolò Ammaniti)

...continua

Claudio PoV

Le sue dita stringono appena la mia mano, sta riprendendo conoscenza, apre gli occhi, occhi che finalmente mi sembrano tornati i soliti, non sono più appannati.

"Claudio, cosa ho fatto... i nostri bambini..." e i suoi occhi da cerbiatta si riempiono di lacrime.

"I bambini stanno bene Alice, si stanno agitando un po', ma dopo che sono ruzzolati per le scale insieme a te ci sta...comunque stai ferma, aspettiamo che arrivi l'ambulanza, potresti avere delle ossa rotte"

"Claudio... scusami... scusami... passo il tempo a chiederti scusa da un po' di mesi a questa parte. Oddio! Claudia! Valla a prendere per favore, devo dirle che le voglio bene. E' tanto che non lo faccio"

Ritorno con Claudia in braccio e Giulia appresso, Alice è sempre stesa a terra, non mi sono azzardato a muoverla da solo, preferisco attendere i paramedici.

"Mammina... stai bene?" la nostra piccola si accuccia e le da un bacio sulla guancia accarezzandole il capo. Sembra si siano rovesciate le parti, sembra lei la madre e Alice la figlia.

"Yes sweetie. I'm fine. I'm sorry if I forgot to play with you for a long time. I love you my little puppy" chissà come mai le parla in inglese, e Claudia le risponde nella stessa lingua.

"I love you too, my big puppy" risponde ridendo e sdraiandosi a fianco di Alice, posandole il capo in grembo.

Ho capito, è il loro gioco di parole d'amore, di quando erano sole a Boston. "My little puppy" e "My big puppy".

Alice è tornata in sé ed è lei di nuovo, e senza nemmeno fornirle il cadavere che mi ero così impegnato a cercare, e che avevo anche individuato con l'aiuto di Luke.

Meno male, vorrei evitare altri danni al suo fisco e al suo morale.

Ma... ecco arrivata l'ambulanza.

*** *** *** ***

E' sera e sono nella camera di Alice in ginecologia. Si è presa una bella sgridata da Alessandra, e non ha nemmeno osato replicare o cercare giustificazioni, come invece fa di solito.

Da quando è arrivata in ospedale non mi ha più guardato o parlato. Sarà perché non osa o perché le ho detto cose troppo crudeli e ora mi odia?

Dovrebbe saperlo che non potrei mai lasciare che si facesse del male, bambini o non bambini, ma mi rendo conto che sono scoppiato e le ho detto cose terribili.

Le ho detto che poteva togliersi la vita dopo aver partorito i bambini, e che non mi sarebbe importato. Ma lei lo sa, lo deve sapere che non è vero.

Deve essere conscia del fatto che se le accadesse qualcosa una parte di me morirebbe con lei. Probabilmente reagirei ancora peggio di come ha fatto lei con nonna Amalia.

Ma ora stanno bene, tutti e tre, per fortuna.

Provo a parlarle "Alice, vuoi qualcosa? Hai sete? Posso metterti a posto i cuscini? Parlami per favore..."

"Claudio cosa vuoi che ti dica, posso solo chiederti scusa. Scusa se non mi sono resa conto di quello che vi facevo, mentre ero presa solo dal mio egoistico dolore. Se solo penso a quello che sarebbe potuto succedere oggi.. Oh Claudio, i nostri Agata e Alessandro... non me lo sarei mai perdonata e tu mi avresti odiata..."

"Alice non so se riuscirei mai a odiarti, nel senso vero del termine. Non riesco a immaginarmelo. Certo, non so come avrei reagito se tu avessi perso i bambini per un tuo comportamento stupido e infantile, incosciente e irrazionale... Davvero, non lo so... e non voglio nemmeno chiedermelo, non voglio pensare a «cosa sarebbe successo se...». Non è successo quindi inutile pensarci. Ma sono arrabbiato Alice. Arrabbiato per come ti sei comportata in questi due mesi. Arrabbiato perché non mi consideravi nonostante i miei sforzi, arrabbiato perché ho visto Claudia soffrire per la tua mancanza di attenzione, arrabbiato perché hai messo in pericolo la vita tua e dei bambini che hai in te, arrabbiato perché tutto il mondo si è accorto del tuo stato, arrabbiato, arrabbiato e basta" esplodo, le devo dire tutto, non ci sarà più niente di mai detto tra noi "ovviamente ti chiedo scusa delle parole che ti ho detto, non credo davvero che se tu ti privassi della vita io resterei indifferente. Sarebbe come perdere una parte di me, tu sei una parte di me. LO CAPISCI? LO CAPISCI ALICE?"  termino quasi urlando.

Lei volta lo sguardo verso la finestra, non mi guarda mentre mi rendo conto che lacrime le scendono a fiumi sulle gote, silenziosamente.

«forse non mi crede, o forse sta ancora cercando di perdonare se stessa» penso «ma non sa che io invece l'ho già perdonata? basta Claudio, basta parlarle così. Ora l'importante è che sia tutto a posto. Lei dovrà restare qui una settimana sotto controllo, siamo al 6 mese, dobbiamo essere sicuri di non avere un parto prematuro, troppo prematuro»

E ripeto "Alice, guardami, guardami negli occhi, dimmi che mi ami, che quello che ho detto non conta niente. Ti prego, non è vero, non è vero che vorrei tu sparissi dalla mia vita, Alice dimmi che mi credi. Ho avuto paura, ma per tutti e tre. Guardami Alice guardami, e dimmi che non ti interessa più stare con me, che quello che ti ho detto ti ha ferito troppo dimmelo, ma torna tra noi. Se vuol lasciarmi fallo, mi basta che tu stia bene"

"Sei pronto a lasciarmi andare Claudio?" mi guarda e mi risponde "perché?"

"Perché ti amo, ecco perché" le dico di getto "perché soffro a vedere che stai male. Forse io non sono stato capace di sopperire alla mancanza di nonna Amalia, forse non sono abbastanza. Se non sono abbastanza e hai bisogno di qualcosa, di qualcuno più empatico di me sono pronto a tirarmi indietro. Ti prego solo di lasciarmi tenere i bambini di tanto in tanto"

"Claudio tu sei un cretino..." dice sorridendo con un filo di voce, rotta dall'emozione e dall'effetto dell'anestetico "secondo me sei tu che hai qualche rotella fuori posto. Io sono la solita che si fa trascinare dalle emozioni, e questa volta ho esagerato. Se penso a quello che ho fatto mancare alla nostra piccola peste... e avrei potuto fare ai nostri gemelli..." piange, mentre si mette seduta nel letto. E mentre cerco di aiutarla, e mi abbraccia, asciugandosi il viso.

"Vieni qui, sai che dovremo segnarla sul calendario la data di oggi?"

"E perché mai?" le chiedo mentre la guardo con tenerezza

"Perché: Punto 1 – ho fatto piangere Claudia e credo sia la prima volta che l'ho fatta piangere così tanto Punto 2 – abbiamo litigato furiosamente ed è la prima litigata davvero seria

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"Perché:
Punto 1 – ho fatto piangere Claudia e credo sia la prima volta che l'ho fatta piangere così tanto
Punto 2 – abbiamo litigato furiosamente ed è la prima litigata davvero seria.
Punto 3 – la prima volta che mi hai detto cose "che voi umani...", insomma cose molto brutte, ma me le hai dette! Non ti sei tenuto dentro i tuoi pensieri e i tuoi sentimenti (Questo è da festeggiare... nonostante tutto)
Punto 4 – ho fatto la seconda cazzata solenne della mia vita e meno male che è finita bene
Punto 5 – ci siamo persi e ritrovati per la duecentesima (?) volta oppure, in alternativa, "fatti bello per quando torno" (**)
Punto 6 – ti amo e questo è vero all'infinito
Punto 7 - .... È una sorpresa (**)

Eccola la mia Alice, tornata in lei, finalmente!
"Sei tornata in te vedo, allora devi rimetterti subito in carreggiata. Questa sera ti porto il Mac in ospedale, devi lavorare Allevi, altrimenti i finanziamenti per la specializzazione saltano, e io mi dovrò sopportare di nuovo Vietri... Eh no, questo non me lo puoi fare!"

Alla mia battuta scoppiamo a ridere entrambi e rivedo la luce nei suoi occhi.

Bentornata Sacrofano, non farmi più spaventare così.

*** Fine Capitolo 77

Meno male... meno male che Claudio era lì e ha subito chiamato l'ambulanza. E meno male che è rinsavita.

Speriamo che la settimana in ospedale le porti decisamente consiglio.

(**) voluti richiami all'elenco di punti del famigerato congresso

Alice Allevi, Medico Legale. Boston, MA [#Wattys2019]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora