Capitolo 25 - Claudio e... Claudia

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Lacrime calde mi scendono senza ritegno lungo le gote. Claudia a bocca spalancata inizia a ridere, saltellare e applaudire anche lei urlando "ma cosa c'è scritto mamma?" perché anche se è molto sveglia e conosce l'alfabeto sa leggere per ora solo in inglese, come le hanno insegnato alla scuola d'infanzia.

Mentre mi abbasso per spiegarle il significato della scritta, l'applauso termina all'improvviso e sento dei passi, non oso alzare gli occhi perché vedo due gambe maschili avvolte in pantaloni di seta grezza e due scarpe artigianali fatte su misura, che si avvicinano. Guardo solo il viso di mia figlia che ha gli occhi sgranati ed esclama "zio Leo? Ma sei diverso..." ma poi subito dopo si apre in un sorriso di pura gioia "... non sei zio Leo... sei il mio papà?" e corre, corre tra le braccia spalancate di Claudio.

Mi alzo lentamente, non riesco a vedere, ho gli occhi appannati dalle lacrime che ancora scendono senza che riesca a fermarle.
Silenzio. Silenzio e qualche (parecchie) soffiata di naso. Questo è tutto quello che si sente. Insieme a un riso infantile e risate maschili.
Tutti sono ipnotizzati dalla vista di Claudio che abbraccia sua figlia, la guarda, la bacia, la stringe e infine la fa saltare in aria per poi riprenderla tra le risa di entrambi.
Claudio ride, ride e piange, ride piange e fa girare la bimba come una trottola.
Si sentono solo le soffiate di naso e le loro risate, padre e figlia, finalmente insieme.

Tutta la scena sarà durata non più di una decina di minuti, ma in Istituto il tempo sembra si sia fermato, io ho l'impressione di averla vissuta al rallentatore. E mi sembra durata un'eternità.
Viene interrotta solo dalla voce di Claudio rotta dall'emozione che esclama "Beh? Basta lavativi, lo spettacolo è finito. Cosa aspettate a tornare al lavoro? Lara spedisci gli specializzandi a lezione che sono già in ritardo".

Spariscono tutti al volo mentre rimaniamo nell'atrio solo in pochi intimi.
Lara e Giorgio si avvicinano e mi abbracciano. Lara mi sussurra "è bello vedere Claudio felice di nuovo, erano anni che non lo vedevo ridere così. A dopo Alice, ora penso che voi tre abbiate necessità di stare un po' da soli".

Con la coda dell'occhio poi la vedo avviarsi verso l'ingresso dove Luke sta abbracciando Sophie che ancora singhiozza e li conduce verso la sala ristoro.
Siamo soli, ora, solo noi tre.

Una famiglia mai nata e, tuttavia, ritrovata.

Io e Claudio. I nostri sguardi si incrociano e restiamo come ipnotizzati, poi tendo la mano verso di lui per un saluto formale, per quanto possa essere formale porgere la mano con gli occhi rossi di pianto e la voce rotta dall'emozione.

"Ciao Claudio, io...." E non so come continuare, mentre lui prende la mia mano e invece di stringerla se la porta alla bocca in un gesto galante di altri tempi dicendomi "Ciao Alice...Shhh, niente parole ora. Le parole lasciamole a questa sera. Tu e io. A cena, un appuntamento ufficiale, voglio conoscerti. Voglio tornare a conoscerti e sapere tutto di te e farti sapere tutto di me. E' il nostro primo appuntamento, il primo del mio corteggiamento ufficiale. Stasera proviamo a ricominciare."

Non era una domanda, per lui è un dato di fatto. Ricominciare.
Lo dice tutto in un fiato come se recitasse un copione, un discorso che si era preparato e studiato nei minimi particolari, un copione che si era studiato e ripetuto molte e molte volte, e poi continua "Adesso voglio solamente passare del tempo con questa meravigliosa bambina, che tu hai cresciuto e preservato per me".

Dopo queste parole mi prende per mano e con Claudia, sempre in braccio, che non smette di parlare mescolando per l'eccitazione parole italiane, inglesi e anche qualcuna in francese appresa da Sophie, saliamo nel suo ufficio. Quello del Boss.

Nel corridoio passiamo davanti alla sua vecchia stanza. Dalla porta aperta intravvedo il divano di pelle che fu testimone di alcuni torridi incontri. Sul quale molto probabilmente Claudia è stata concepita. Colgo il suo sguardo, anche lui era rivolto verso quel divano e ad entrambi sfugge un sorriso imbarazzato.
La mattina passa poi così, nel suo ufficio, io seduta in silenzio ad ammirare padre e figlia che imparano a conoscersi.
Tra loro è stato subito feeling.
Claudia continua a parlare e raccontare, il Common, l'Acquarium, le aragoste, la sua amica Cindy, Luke e Sophie, il pechinese della signora del piano di sotto, il mare, la spiaggia di Cape Cod, zio Leo e tutte le cose che facevano insieme.

Claudio la fissa incantato, occhi spalancati e bocca aperta, e solo dopo un po' mi chiede "ma è sempre così? Non arrivi a sera con l'emicrania?"
Scoppio a ridere e dico "Si, è sempre così. Per fortuna abbiamo Sophie che la fa stancare a sufficienza durante la giornata e la sera è meno carica" e continuo "...sai, è l'emozione che la fa essere così. E' da quando siamo partite da Boston che quando incontra qualcuno, anche emeriti sconosciuti, la prima cosa che dice è «vado a conoscere il mio papà che mi sta aspettando»".

E poi con un tono più serio aggiungo "Claudio,...io ti devo chiedere perdono per..."
Claudio alza una mano e io mi fermo "No, Alice, non dirmi nulla ora, ci diremo tutto quello che serve questa sera. Adesso lasciami solo assaporare questo momento...non avrei mai immaginato che sarebbe stato così...e...comunque, grazie Alice di averle parlato di me e di avermela portata finalmente".

***Fine Capitolo 25

Ecosì, finalmente la piccola Claudia ha incontrato il suo papà. Claudio si è innamorato subito senza speranza di quella piccola peste. Lui vede tanto di Alice in lei, tanto quanto Alice vede nella bimba tantissimi atteggiamenti di Claudio.

Direi che questi tre sono fatti apposta per essere una famiglia no?
Ma tempo al tempo, abbiamo da affrontare una serata a due, che mi immagino sarà piena di pathos... e... poi si vedrà come finirà questa giornata

Alice Allevi, Medico Legale. Boston, MA [#Wattys2019]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora