Dialogo con la Carmelitana

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Dialogo con la Carmelitana


Lille, settembre 1811


La rovinosa caduta di Bernadette aveva procurato alla ragazza un parto prematuro. Per il bambino, una creaturina di cinque mesi, nulla c'era stato da fare mentre la madre se l'era cavata con un'abbondante emorragia, molto dolore e un mese di assoluto riposo.

Il Marchese de Saint Quentin aveva condotto al capezzale della giovane un medico di sua fiducia che stimava sia per la perizia nell'esercizio della professione sia per l'assoluta riservatezza. Rosalie, dal canto suo, informata dell'incidente, era corsa a Lille, portando con sé un altro medico che era stato discepolo del defunto Dottor Lassonne. Entrambi i professionisti concordarono sul fatto che l'avvenuto non avrebbe pregiudicato la capacità della ragazza di avere ulteriori figli, ma che sarebbe stato auspicabile che la stessa non avesse altre gravidanze per almeno un paio di anni.

Bernadette, che non aspirava affatto ad avere nuove relazioni amorose, accolse il divieto con assoluta indifferenza. La morte del figlio l'aveva addolorata immensamente, tanto che si sentiva abulica e per nulla desiderosa di vivere.

Il Marchese de Saint Quentin, sulle prime, avrebbe voluto denunciare il Tenente de Ligne, ma, poi, pensò che un processo avrebbe portato alla luce la vicenda di Bernadette, compromettendola irreparabilmente. Decise, così, seppure con sdegno e riluttanza, di far passare l'accaduto sotto silenzio.
Durante la degenza al castello di Lille, il Marchese si recò tutti i giorni a far visita all'inferma e quella presenza discreta, ma, allo stesso tempo, calorosa, fu importante per la ripresa. Quando, poi, qualche giorno dopo, giunse pure Rosalie, le condizioni psicologiche di Bernadette si risollevarono ulteriormente anche se l'apatia e la stanchezza le tennero compagnia a lungo.

Rosalie ebbe modo di apprezzare molto il Marchese de Saint Quentin che aveva conosciuto da ragazzo e, durante una passeggiata nei dintorni del castello, quando Bernadette era ancora costretta a letto, fatto per lei insolito, si aprì con lui.

– Vi sono molto grata, Signor Marchese, per tutto ciò che avete fatto per mia figlia. La compagnia prima e dopo l'incidente, il soccorso che le avete prestato, il fatto di non averla mai condannata...

– Madame Châtelet, non condannerei mai Vostra figlia... Non ne ho il diritto e non sono nella posizione di poterlo fare...

– Signor Marchese, permettetemi di giudicare notevole ciò che a Voi appare ordinario...

Fece, poi, una breve pausa, al termine della quale aggiunse:

– So che avete fatto prestare a Bernadette delle cure tempestive ed efficaci che sono state determinanti per la guarigione. Vi prego, ditemi quanto Vi devo, così potrò rifonderVi la spesa.

– Madame Châtelet, nulla mi dovete.

– Insisto.

Dopo un lungo botta e risposta, il Marchese de Saint Quentin comunicò a Rosalie una cifra molto inferiore alla spesa da lui effettivamente sostenuta e la donna gli assicurò che avrebbe dato incarico alla sua banca di trasferirgli la somma.

Alla fine della passeggiata, Rosalie chinò il capo e disse:

– A costo di apparirVi crudele, ritengo quest'epilogo il migliore che potesse esserci. In questo modo, mia figlia sarà costretta a voltare definitivamente pagina e a guardare avanti. Se il bambino fosse nato vivo, lo avremmo affidato a una famiglia di parenti che lo avrebbe portato lontano, a Marsiglia, ma io sono convinta che Bernadette non si sarebbe mai data pace e, un giorno o l'altro, sarebbe andata a Marsiglia anche lei per conoscerlo o addirittura per reclamarlo. Così, invece, ogni ombra del passato si dissolverà gradualmente e mia figlia si libererà del ricordo di un uomo indegno...
Alla fine, i nervi di Rosalie cedettero e, fra una lacrima e un gemito, la donna raccontò al Marchese la storia di Bernadette, dei due amori infelici della ragazza, dell'ingannevole e malintenzionato Tenente de Ligne che avrebbe voluto tenersela come amante, non reputandola all'altezza del ruolo di moglie, del giovane Lavoisier, conosciuto durante gli anni universitari, ragazzo onesto e buono, ma debole e indeciso, della delusione della ragazza quando quest'ultimo si era sposato, malgrado la giustificazione addotta di non avere tempo per il matrimonio e di come il Tenente de Ligne si fosse approfittato di questo stato di prostrazione, perseguitando la giovane prima e dopo la seduzione.

La leonessa di FranciaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora