L'ospite austriaca

3 0 0
                                    

L'ospite austriaca

Nei giorni successivi all'emanazione della Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino, Oscar aveva assistito all'interrogatorio di Jacques Delacroix, l'assassino del sedicente Charles de Valenciennes. L'uomo si era avvicinato alla sua vittima e gli aveva sparato, gridando: "Hai ucciso il Re, topo di fogna!". Subito tratto in arresto, era stato interrogato e l'opinione che si consolidò fu che si trattasse di un mitomane, schiavo dei suoi demoni e di una vita sempre condotta ai margini della legalità. Oscar sospettava, però, che qualcuno avesse armato la mano di Delacroix, approfittando della mente fragile e delle precarie condizioni di vita dell'uomo. Sulla vera identità di Charles de Valenciennes, invece, le guardie brancolavano nel buio.

Quanto all'argomento della nomina di Robespierre a Ministro Guardasigilli, nessuno aveva ancora osato portare la proposta all'attenzione della Regina. Oscar restava dubbiosa sulla correttezza e sull'opportunità di quell'idea mentre André e Girodel attendevano gli sviluppi, ritenendo che dovesse essere lo stesso Mirabeau a esporsi.

La gravidanza di Oscar era l'unica cosa a procedere tranquillamente, malgrado la presenza di qualche lieve, ma persistente malessere. Un fisico allenato e una mente temprata avevano fatto sì che la donna, seppure non più giovanissima per i canoni dell'epoca, riuscisse a fronteggiare i disagi col minor fastidio possibile. Se il corpo e la mente reagivano con stoicismo, come erano sempre stati addestrati a fare, il cuore, invece, seguiva vie proprie e Oscar, pur essendo contenta dell'arrivo di un figlio suo e di André, era contrariata dai mutamenti e dall'appesantimento che il proprio organismo avrebbe subito e dalla, seppure temporanea, perdita dell'agilità. Non disponendo del fisico possente e della muscolatura di un uomo, Oscar aveva sempre puntato tutto sulla velocità e sulla destrezza e l'idea di restarne sprovvista la faceva sentire come Sansone spogliato della chioma da Dalila. Non l'avrebbe mai ammesso apertamente, ma era spaventata da una situazione per lei del tutto nuova e pure un po' stizzita di non potere delegare quell'incombenza ad André. Avrebbe, insomma, preferito trovarsi il figlio bello e pronto mentre non gradiva affatto la prospettiva di doverlo fare lei. La notizia della gravidanza, per ora, non era stata divulgata ed era conosciuta soltanto dai futuri genitori.

Negli ultimi giorni di agosto, la Regina chiamò Oscar nei suoi appartamenti e la mise a parte di un segreto per lungo tempo custodito.

– Dovete recarVi, un'altra volta, a Strasburgo, sulle sponde del Reno, Madame Oscar e scortare qui, dalla frontiera, mia sorella, Maria Cristina di Sassonia Teschen – disse la Sovrana, con voce che tradiva una certa inquietudine.

Maria Cristina era sempre stata una spina nel fianco per Maria Antonietta. Più anziana di tredici anni rispetto alla sorella minore, la giovane Maria Cristina aveva dominato la piccola Maria Antonietta e, grazie a un'intelligenza e a una diplomazia non comuni, era diventata la figlia prediletta di Maria Teresa. La giovane Arciduchessa aveva presto intuito i punti deboli del carattere materno, rivolgendoli a proprio favore. Seguiva la madre come un'ombra, la compativa, le dava sempre ragione, le scriveva in continuazione, riuscendo, così, a tenerla in pugno. Si era persino fatta accordare, in via del tutto eccezionale per l'epoca, la possibilità di contrarre un matrimonio d'amore. Con la sua lingua tagliente, Maria Cristina aveva, in passato, causato non pochi attriti fra la madre e le sorelle, tanto che, durante una precedente visita a Versailles, avvenuta tre anni prima, Maria Antonietta l'aveva trattata con molta freddezza.

Adesso, però, Maria Cristina giungeva in Francia in qualità di ambasciatrice dell'Imperatore Giuseppe II, a riprendere una questione che, se fosse andata a buon fine, avrebbe garantito una certa stabilità alla Reggenza di Maria Antonietta.

– Dovete sapere, Madame Oscar, che mio fratello, l'Imperatore Giuseppe II, l'anno scorso, non venne qui per suo divertimento, ma per discutere col defunto Re di una questione molto importante. Egli ci propose l'invio in Francia di un contingente militare di cinquantamila uomini col quale avremmo potuto più facilmente presidiare il territorio e reprimere i focolai di rivolta. In cambio, però, la Francia avrebbe dovuto cedere all'Austria l'Alsazia e la Lorena e il Re non se la sentì di accettare. Mio fratello, ora, vuole riaprire le trattative, ma, essendo gravemente ammalato, manda qui nostra sorella a parlamentare.

La leonessa di FranciaМесто, где живут истории. Откройте их для себя